Per sbrogliare il groviglio in cui si trova Fondazione Arena, ci vorrebbe un miracolo di Natale. A un passo dalla chiusura ufficiale della crisi, la formula per mettere insieme il Consiglio d’Indirizzo – unico passaggio che sancirebbe la svolta anche formalmente – è ancora un rebus.

Serpeggia sempre l’imbarazzo, alle ormai tradizionali dirette Rai per l’inaugurazione della stagione d’opera alla Scala, ogni fatidico 7 dicembre. L’enfasi retorica è il salvagente di presentatori pieni di buona volontà, che si sono imparati a memoria la trama e i nomi dei cantanti, ma sono sempre vagamente spaesati, con l’aria di scusarsi di doversi occupare della strana cosa chiamata opera sulla rete maggiore della Tv di stato, scompaginando perfino l’orario dei Tg.

Reso noto a grandi linee nel marzo del 2016, dopo un incontro con la giunta municipale di Vicenza al completo, è ora in avanzata fase di realizzazione il nuovo progetto operistico per il teatro Olimpico del direttore d’orchestra Iván Fischer e del pianista András Schiff. Siamo in grado di anticiparne i principali dettagli.

Nel 1830, una serata di musica a teatro poteva essere congegnata in questo modo: «Dopo il pezzo d’inizio, la Sinfonia di Goerner, ho suonato l’Allegro in mi minore, che pareva andasse da solo, su un pianoforte Streycher. Applausi assordanti. […] Poi si è eseguita l’Aria con coro di Soliwa che M.lle Volkow, vestita d’azzurro come un angelo, ha cantato con slancio. Seguivano l’Adagio e il Rondò; e poi c’è stata la pausa. E nella seconda parte altre musiche, di Rossini e di altri». È la semplice descrizione di un costume concertistico dal quale siamo oggi sideralmente lontani.

Classe 1992, cresciuta in una famiglia di musicisti (il padre chitarrista e la madre laureata in storia della musica), Sofia Lavinia Amisich s’immerge nel mondo dell’arte fin da bambina; […] Abbiamo l’occasione d’incontrarla lo scorso 23 ottobre a Padova, sua città natale. A voi gustarvi questo piacevole incontro e, soprattutto, conoscere questa splendida artista.

L’inedita decisione del ministro Dario Franceschini, che ha nominato il sovrintendente dell’Arena Giuliano Polo commissario straordinario a termine della Fondazione per un periodo massimo di due mesi, smonta le recenti ottimistiche convinzioni del sindaco di Verona. Qualche settimana fa, di ritorno da un incontro a Roma, Federico Sboarina aveva annunciato che nel giro di qualche settimana si sarebbe entrati in regime di ordinaria di amministrazione.

Cremona Musica è più di una fiera. Anche rispetto alle più imponenti fiere internazionali, il nostrano appuntamento cremonese si distingue per un’incredibile offerta artistica e formativa, che accompagna l’esposizione di strumenti e la vendita di accessori.

Menando abbondantemente il can per l’aia della loro cascina revisionista, i signori Bianchini e Trombetta dedicano paginate intere ai festival di Bayreuth e di Salisburgo (vol. II, cap. I e altrove passim). Qui si raggiunge una vetta nell’arte perversa dell’approssimazione e della distorsione dei fatti.

Annalisa Stroppa, mezzosoprano bresciano, è un’artista poliedrica a tutto tondo. […] Oggi avremo modo di aprire la nostra Boîte à Joujoux e svelare, grazie proprio ad Annalisa, la Wunderkammer dell’opera Falstaff, in particolare guardando all’allestimento realizzato da Damiano Michieletto, al quale la stessa Stroppa ha preso parte, nella recente tournée del Teatro alla Scala ad Astana.

Molto è stato fatto, tutto resta ancora da fare. Dopo la positiva conclusione della lunghissima pratica per portare la Fondazione Arena sotto l’ombrello della legge Bray (è durata oltre un anno, non senza qualche stressante tiraemolla con il commissario di governo), a Verona si canta vittoria. Legittimo, basta che sia chiaro che la fine delle difficoltà è solo un punto di partenza.

In un mondo ideale, tutti i didatti dovrebbero possedere le qualità di Riccardo Muti: tra le altre, l’appassionata dedizione alla propria materia, l’ampia e minuziosa sapienza sorretta da uno scavo sempre più approfondito, l’acutezza analitica e la lungimiranza, la coinvolgente comunicativa e, non ultimo, un umorismo sdrammatizzante a fianco della serietà a tutta prova delle indicazioni e dei precetti.

Il vallo dell’Arena di Verona, durante le serate d’opera, mantiene ancora un po’ di sana tradizione, conservando come un tempo, un gruppetto di intenditori e di appassionati che amano dissertare sullo svolgimento artistico degli spettacoli. Ascoltandoli si traggono diversi stimoli di giudizio sulle prestazioni canore come classifiche di gradimento.

Il Festival di Grafenegg non è solo concerti, infatti ospita fin dalla sua prima edizione (2007) un compositore-direttore “in residence” al quale è affidato INK STILL WET, un workshop di direzione-composizione che vede protagonisti ogni anno cinque giovani che sottopongono i loro lavori non solo all’esame ed ai suggerimenti del mentore, ma anche e soprattutto al giudizio del pubblico.

Tenendo a mente il duplice significato che il titolo ci suggerisce, il regista Mirco Michelon darà “voce” a celebri e inusuali opere, rappresentate in teatri altrettanto importanti, attraverso un gioco di parti tra i protagonisti degli allestimenti affrontati.