Anna Netrebko non è la Turandot torrenziale che si ci si potrebbe aspettare – vista la potenza di fuoco di cui il soprano russo dispone – e che decenni di tradizione hanno consolidato nell’immaginario dei melomani, anzi.

Operazione Glawari: accomplished. L’operetta fa il suo ritorno in una delle città di cui era diventata simbolo e, dopo una lunga attesa, conquista ancora il pubblico.

Brockhaus per questa ennesima ripensa la sua regia, ma nel “rinnovamento” finisce per mostrare quanto l’allestimento sia irrimediabilmente datato.

La violenza alla Natura in nome del profitto; questo il punto di partenza dell’Aida – l’opera che inaugurò le stagioni liriche dello Sferisterio esattamente un secolo fa – secondo Valentina Carrasco.

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In questo caso l’oggetto del sovvertimento è la forma sonata che Beethoven prima e Šostakóvič poi riplasmano ponendola sotto una luce tanto poco canonica quanto – e massimamente per questo – intrigante.

uasi esattamente a un anno di distanza, il 10 luglio scorso, è andata in scena alla Rocca Brancaleone la nuova proposta di Cipriani, sempre con la consulenza di Fournier Facio: lo spettacolo Stravinsky’s love, un omaggio al compositore russo nel cinquantesimo anniversario della morte.

Il concerto, che ha avuto grande successo, si è tenuto nella basilica di Sant’Apollinare in Classe, dove già nel 2018 si era concluso l’omaggio di tre giorni che quell’anno il Festival aveva dedicato a Silvestrov.

Laura Catrani ha portato qui Vox in Bestia, un recital senza accompagnamento strumentale e con la partecipazione dello scrittore Tiziano Scarpa, nel quale ha interpretato alcuni brani che gli animali della Commedia dantesca […]

Mettere per la prima volta l’orecchio su una prima esecuzione e poter trarne una recensione richiede il tempo che a volte non si ha. Così succede che una recensione stazioni sul desktop del proprio computer numerosi giorni prima di prendere forma definitiva in attesa che quel brano, Music for ensemble and orchestra di Steve Reich (2018), sedimenti e trovi la sua giusta collocazione all’interno del programma del concerto e della recensione stessa.

Nel caso di questa Traviata, c’è un taglio generico-generalista, nel quale non lascia traccia degna di nota neanche la scelta di collocare la vicenda mentre sta sbocciando la Belle Époque […]

Simone Derai – assistito da Marco Menegoni e Monica Tonietto per la regia, da Freddy Mason per le scene oltre che dalle luci di Fiammetta Baldiserri – affronta il dittico monteverdiano confermando ove ce ne fosse bisogno la linea interpretativa ed estetica che fa di Anagoor una delle realtà più interessanti del teatro, non solo in musica, del nostro tempo.

Robert Carsen – insieme al drammaturgo Ian Burton – mostra ancora una volta la sua capacità di totale comprensione del testo, inteso nella sua interezza di “logos” e “melos”, e della sua conseguente resa.

Nel caso di Gayral, però, il problema è che prende troppo alla lettera un testo che dalla lettera sfugge ogniqualvolta Vivaldi ci mette del suo, il che avviene spesso.

Ovvio che uno spettacolo concepito nel 1981 non è più attuale -ma va?- ma all’epoca fu contemporaneo e face riflettere e discutere, e oggi, per buona pace di chi non ci vuole credere, funziona ancora.

In quattro serate, dal 25 al 28 giugno, sui palchi del Ravenna Festival si sono succeduti settanta attori, un gruppo di cantanti e strumentisti armeni, un’orchestra sinfonica, un quartetto e tre celebri solisti: spaccato casuale di una rassegna dalla vocazione multidisciplinare […]