Calda sera del 25 luglio. Dopo una lunga attesa all’uscita artisti, una folla in visibilio lo accoglie adrenalinica: chi si fa firmare le scarpe da punta, chi una maglietta, un manifesto, la cover di un dvd, mille scatti con il cellulare e per i più fortunati anche un selfie con lui, il Divo della Danza, Roberto Bolle.
L’Italia si proclama a gran voce, spesso un po’ cialtronescamente, “Patria dell’Opera” ma, alla prova dei fatti l’Educazione Musicale è materia scolastica reietta tra le reiette, ridotta nella maggior parte dei casi all’orrida pratica del piffero di plastica, più utile come corpo contundente che non come strumento.
La musica è la Cenerentola dei programmi scolastici, svilita quando non umiliata, ma in alcuni illuminati casi riesce ancora a dimostrare quale formidabile strumento di educazione sia, grazie ad insegnanti capaci e appassionati e al supporto di istituzioni culturali lungimiranti.
Rossini incontra la Taranta, o meglio Il barbiere di Siviglia incontra la Tarantola in “Figaro su, Figaro giù…!”, una singolare e riuscita contaminazione tra opera e tradizione popolare che il Festival della Valle d’Itria ha inserito nel programma di quest’anno, complice il centocinquantesimo anniversario della morte di Rossini, per avvicinare il pubblico, soprattutto giovane, alle produzioni del Festival.
Alla Masseria Palesi va in scena la commemorazione, a cinquant’anni dalla scomparsa, di Riccardo Albenori, libertino seduttore ucciso da Erminio fratello di Leonora, una delle sue ultime conquiste e che aspetta un figlio da lui, ce lo dice il necrologio all’ingresso della corte.
Grande successo per il revival della produzione di Falstaff di Robert Carsen andato recentemente in scena alla Royal Opera House di Londra. Tre sono gli ingredienti al centro del successo della ripresa di Daniel Dooner dello spettacolo del 2012.
Dalle caligini estive della Begamasca alla sabbia e al sole di una spiaggia che somiglia tanto a quelle affollate e caciarone della Riviera Romagnola, tra palestrati e fintegiovani, bambini e ragazzette, coppie di anziani in perenne discussione, animaloni gonfiabili , schiuma e materassini dai colori improbabili
In assenza di un programmazione estiva di sostanza e in debito con il suo pubblico di un evento che potesse ripetere il successo popolare dei concerti di Ezio Bosso, recentemente destituito della carica di Direttore stabile residente, la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste si è rivolta a Nicola Piovani.
Ancora una volta, dopo l’esperienza dello Stiffelio parmense, Vick ritorna alla dimensione sociale, civica di un teatro per e con la gente, da vivere in forma partecipata e non da semplici spettatori e affronta nuovamente la sfida in uno spazio non convenzionale.
Chi sosteneva che i concerti di musica operistica appartenessero al glorioso passato dei Martini e Rossi è stato smentito. Le grandi voci di oggi, e Diana Damrau appartiene di diritto alla categoria, amano questo genere di esibizione.
Che cos’è l’opera? Una definizione corrente potrebbe essere: uno spettacolo in cui la narrazione di una vicenda umana avviene attraverso la musica e le parole, con l’ausilio di scene e costumi e di una regia che governa l’azione. La definizione che Riccardo Muti oggi impone […] è profondamente diversa: l’opera […] è fatta di musica e parole, non c’è bisogno d’altro.
Quando, all’inizio di giugno, ci siamo recati al Ravenna Festival per la prima volta quest’anno, l’Ucraina ha subito fatto capolino nella manifestazione. In quei giorni, infatti, davanti a noi si è stagliata con non comune evidenza la grande porta di Kiev: quella costruzione monumentale che […] gode di una luce imperitura grazie alla potenza evocativa di Modest Musorgskij e dei suoi Quadri da un’esposizione.
Barricate, fucilieri, carrozze, dragoni a cavallo, martinit, nobili, borghesi, popolani, sorelle infermiere, bandiere austriache e tricolori, cannoni e moschetti, il tutto intorno e dentro al Teatro alla Scala che da Tempio della Lirica e simbolo di Milano diviene il Tempio di Gerusalemme, con uno scarto temporale dell’azione, spostata da Arnaud Bernard nel 1848, durante i moti contro l’abdicando Kaiser Franz Karl d’Asburgo Lorena.
La registrazione di un florilegio di Arie händeliane è tappa imprescindibile per un basso, soprattutto se basso profondo. Non fa eccezione Andrea Mastroni, voce fra le più interessanti fra le giovani leve e la cui maturità nel cogliere il senso più intimo della musica si palesa ad ogni ascolto in Melancholia, ottimo CD pubblicato dalla Egea Music.
Dopo Carmen e Aida il 96° Opera Festival porta in cartellone Turandot, l’Incompiuta di Giacomo Puccini. L’allestimento proposto è una ripresa di quello ideato nel 2010 da Franco Zeffirelli, che ne curò scene e regia. Il termine più adatto per descrivere l’impianto registico è “appagante”, ogni senso è stimolato e nessun elemento richiamato alla mente dalla musica è tradito sul palco.
Scritta su libretto proprio e basata sul dramma omonimo di Puškin e sulla Storia dello Stato Russo di Karamzin, Boris Godunov è la sola opera lirica che Modest Musorgskij ha completato. Puškin basò il suo dramma sul personaggio storico di Boris Godunov, membro della guardia personale di Ivan il Terribile.
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