Como: una degna overture di un salotto di cui sentiamo il bisogno

Con il concerto del Maestro Antonio Smaldone, un virtuoso che ha fatto della propria vita una dedica all’arte, Il Teatro Sociale di Como ha inaugurato il 30 settembre 2018 la Stagione “Camera con Musica” compiendo un viaggio di dieci anni attraverso il Salotto Romantico e le sue sfaccettature. Con questo programma, cogliendo lo spunto offerto dall’anno di composizione di «Viaggio à Reims» (1825) che il 27 settembre ha aperto la Stagione Lirica dello stesso Teatro, abbiamo avuto la possibilità di immergerci in maniera verosimile in un’ideale Salotto dell’epoca in cui Rossini scrisse il lavoro.

Iniziativa lodevole quella lariana che vuole coniugare il fine della più ampia divulgazione con la ricerca di percorsi musicali meno battuti, all’insegna della qualità e della coerenza tra mezzi e scopi.

Si potrà dire che sono argomentazioni quasi superflue ma nulla è superfluo quando ci sono esperienze, che possono essere prese a paragone, dove le sterili polemiche di campanile prevalgono sulle scelte artistiche, ma non è questo il caso del Teatro Sociale di Como che, grazie alla brillante opera di Barbara Minghetti, ha visto negli ultimi anni crescere esponenzialmente la programmazione, l’accessibilità e l’interesse verso questo Teatro.

Per soffermarci sull’evocativo “Viaggio nel Salotto Romantico” proposto da Smaldone non si può non constatare il coraggio del Maestro che ha presentato  un programma particolarmente impegnativo che andava dai  “Valse Nobles” di Franz Schubert ai “Papillons” op. 2 di Robert Schumann, per concludere con quell’opera capitale che (per complessità strutturale, variazioni emotive e intensità) è il “Carnaval” op. 9 dello stesso Schumann; ne sanno qualcosa tutti i pianisti che, non di rado, sudano su queste “Scènes mignonnes sur quatre notes” che Smaldone ha condotto con passione e assoluta padronanza dello strumento, mentre il suo proverbiale ciuffo non faceva una grinza.

L’esecuzione a memoria, come sovviene ai virtuosi, è stata esemplare per precisione ma soprattutto per intensità. In diversi passaggi ci è parsa di vedere quella perfetta fusione tra parte (in questo caso vera e propria Partitura) e artista che rappresenta il passaggio dalla mera – seppure pregevole esecuzione – alla produzione di un atto artistico nuovo e, in quanto tale, irripetibile.

Alla fine gli applausi ritmati e fragorosi di una Sala piena, sino ad allora in assoluto silenzio, hanno indotto Smaldone a cimentarsi in alcuni suoi inediti, come era d’uso proprio nel Salotto romantico, tra i quali non si può non menzionare la siderale “Toccata des Spectres” che nelle sue sonorità nervose sembra evocare questi tempi inquieti. Forse anche spettrali.

Se questo pregevole intermezzo romantico ha segnato per il Maestro Smaldone una brillante tappa di una carriera concertistica iniziata all’età di tre anni, per il Teatro Sociale di Como ha rappresentato la conferma di un percorso coerente e lineare intrapreso da tempo all’insegna dell’idea che l’estetica non possa che sposarsi con l’etica.

Marco Ubezio
(30 settembre 2018)

La locandina

Pianoforte Antonio Smaldone
Programma:
Franz Schubert
Valses Nobles op. 77
Robert Schumann
Papillons op. 2
Carnaval op. 9

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