Daniele Giorgi: la nuova sfida con i Solisti di Pavia

Direttore d’orchestra, violinista e instancabile promotore culturale, Daniele Giorgi è una figura tra le più interessanti nel panorama musicale italiano contemporaneo. Con una carriera che unisce rigore interpretativo e apertura alla sperimentazione, ha guidato prestigiose formazioni orchestrali e ideato progetti innovativi che hanno saputo avvicinare il grande pubblico alla musica colta. Fondatore e guida dell’Orchestra Leonore, è responsabile delle stagione musicali della Fondazione Teatri di Pistoia e ideatore di Floema, un progetto che intreccia innovazione e impegno territoriale.
Di qualche settimana fa l’annuncio della sua nomina a direttore artistico dei Solisti di Pavia

  • È da poco stato annunciato il suo incarico triennale alla direzione artistica dei Solisti di Pavia. Che significato ha per lei questa nomina?

Sono felice di poter contribuire a disegnare il futuro di un gruppo che, sotto la guida di Enrico Dindo, ha saputo scrivere una storia pluridecennale così importante. Ho grande fiducia nelle potenzialità dei Solisti di Pavia: è un progetto ambizioso, nato e cresciuto con il sostegno della Fondazione Monte di Lombardia, che guarda con decisione all’evoluzione, tanto sul territorio quanto su scala nazionale e internazionale.

  • Qual è, secondo lei, la cifra distintiva dell’ensemble?

L’ensemble è costituito da un nucleo di archi, ma ha una grande flessibilità: può adattarsi a formazioni diverse, dal quartetto fino a una piccola orchestra sinfonica. È concepito come una fucina di idee interpretative e programmatiche. Personalmente, ciò che mi sta più a cuore è sviluppare un’attitudine che porti musicisti e pubblico a vivere i concerti come qualcosa di più e di diverso da semplici esibizioni. Vorrei che l’esperienza del far musica insieme diventasse sempre più profonda, stimolante, non solo artisticamente ma anche umanamente. Per me, ciò che accade in una grande sala da concerto è l’estensione di quello che può nascere in privato fra persone che condividono una passione autentica per la musica. Tutta la musica, in fondo, è musica da camera.

  • In cosa consiste per lei oggi una direzione artistica efficace?

Richiede visuali ampie e una forte responsabilità. Vendere biglietti e riempire le poltrone è necessario, certo, ma non sufficiente. Quello che conta davvero è che la musica sia il vero motore che muove le persone ad avvicinarsi a questo mondo. È naturale che un solista di fama o un direttore celebre possano attrarre pubblico, ma se mancano una necessità spirituale autentica, una curiosità intellettuale viva e una reale apertura mentale, tutto il sistema concertistico resta schiacciato sul breve termine, ridotto a espedienti.

  • E come si può invertire questa tendenza?

Serve un lavoro culturale appassionato, soprattutto verso i giovani. Occorre conquistare i cuori e le menti con un approccio autentico, informale ma intenso alla musica d’arte. Ci sono tante persone appassionate di musica che ancora non sanno di esserlo: saranno loro, se intercettate nel modo giusto, a costituire il nucleo fondante del pubblico del futuro.

  • La sua attività musicale è decisamente  poliedrica: direttore, strumentista, compositore, divulgatore. Come vive questa varietà di ruoli?

Con grande gioia. Mi permette di evitare il rischio più letale per un artista: la ripetizione. Ho bisogno di entusiasmarmi ogni volta, di divertirmi e di affrontare difficoltà sempre nuove. Dirigere, suonare, comporre, programmare, divulgare sono per me modi diversi di condividere con gli altri lo stupore che provo per la bellezza. Un’emozione tanto più autentica quanto più è silenziosa, mai ostentata. Vorrei che ci si potesse commuovere – insieme – davanti al fatto che, nonostante tutto, il miracolo della bellezza è possibile, qui e ora. Questo è, per me, il vero scopo dell’arte.

  • Quali sono i prossimi appuntamenti in calendario per i Solisti di Pavia?

In questo periodo è in corso la rassegna Cortili in Musica, che vuole valorizzare alcuni dei luoghi più suggestivi della città di Pavia. Termina il 27 giugno e sta riscuotendo una partecipazione molto incoraggiante. A ottobre proporremo Bach in Città, con l’esecuzione integrale dei Concerti Brandeburghesi in due serate. Il 9 dicembre saremo al Teatro Fraschini con organico sinfonico per il tradizionale Concerto di San Siro, patrono della città. E ancora al Fraschini, fra gennaio e aprile 2026, presenteremo quattro produzioni a tema, coinvolgendo anche solisti ospiti di grande rilievo.

Alessandro Cammarano

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