Federico Maria Sardelli: Lulli, sempre Lulli, fortissimamente Lulli
Fra gli appuntamenti più interessanti del “Maggio aperto”, ovvero la parte di programmazione che completa l’87esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino in collaborazione con alcune tra le più importanti istituzioni musicali toscane, ci sarà, il 4 maggio alle 21, nell’Auditorium del Teatro del Maggio, il Gran Galà Lulli. Protagonisti l’Orchestra Barocca Modo Antiquo e il Coro de’ I Musici del Gran Principe, diretti da Federico Maria Sardelli e da Samuele Lastrucci. Voci soliste Fanny Valentin, Valeria La Grotta, Clarissa Reali (tutte e tre Dessus, ovvero soprano barocco), Gabriel Belkheiri (Haute-contre, ovvero baritenore), Marco Angioloni (Taille, tenore) e Samy Timin e Francesco Masilla (entrambi Basse, basso). Il programma è, ovviamente, dedicato quasi del tutto a musiche di Lulli, ovvero Salve Regina LWV 77/13, petit motet Thésée LWV 51, entrée des combattants, Exaudiat te Domine LWV 77/15, grand motet, estratti da Le bourgeois gentilhomme LWV 43, Psyché LWV 45, plainte italienne, Thésée LWV 51, marche, Armide LWV 71, passacaille. Li inframezzano, dalla Suite II en sol mineur, i Pièces en trio M 387 di Marin Marais.
La collaborazione del Maggio non sarà solo con Modo Antiquo, ma, soprattutto, con l’Istituto Giovan Battista Lulli, recentemente creato proprio per volontà di Federico Maria Sardelli. Con lui abbiamo parlato di questo suo importante lavoro di riscoperta del musicista, fiorentino di origine, poi naturalizzato francese.
- Maestro Sardelli, il 4 maggio dirigerà l’orchestra barocca Modo Antiquo (la “sua” orchestra) per il “Gran galà Lulli”. Cominciamo proprio dal titolo del concerto: Lulli o Lully?
Mi piace riportare alla sua forma originaria italiana il nome di questo grandissimo compositore, non già per un vezzo o per provincialismo, ma perché qui a Firenze Lulli nacque e si formò come musicista e ballerino, probabilmente alla corte medicea, e qui fu notato per il suo precoce talento. Dunque, chiamarlo Lulli – anziché Lully – significa attuare la missione che noi dell’Istituto Lulli ci siamo prefissi: risvegliarne in Italia la memoria, diffondendone la musica e lo studio.
- Come e quando nasce la sua passione per questo musicista?
È una passione assai giovanile e risale al 1987, quando volli formare la mia Orchestra Barocca Modo Antiquo e la volli battezzare al pubblico proprio eseguendo il Ballet des Saisons di Lulli. Era davvero una scelta pionieristica e controcorrente, in quegli anni. E fu un successo: capii che quella musica aveva una presa immediata sul pubblico e suscitava entusiasmo. Da quel momento, la mia passione per questo geniale e spregiudicato musicista non s’è mai arrestata: molte volte ho diretto Le Bourgeois Gentilhomme o il Te Deum e, appena posso, cerco di proporlo a festival e teatri. Ma, in Italia, ci scontriamo con due ostacoli: l’ignoranza e la diffidenza (che spesso van di pari passo). Molti operatori culturali o non conoscono questa musica o la conoscono superficialmente e temono che sia troppo di nicchia o lontana dal pubblico. Niente di così infondato: la musica di Lulli è vicinissima al pubblico, che ogni volta l’accoglie con entusiasmo.
- Una passione che ha portato addirittura alla creazione di un centro studi, l’Istituto Giovanni Battista Lulli: ce ne parli.
Proprio il notare, attraverso gli anni, la scarsa attenzione delle istituzioni musicali italiane verso questo gigante della musica, mi ha rafforzato la voglia di promuoverlo e divulgarlo. Dobbiamo renderci conto che Lulli è, nel Seicento, il più grande compositore italiano assieme a Monteverdi. Le sue innovazioni in campo musicale sono innumerevoli: è il padre dell’orchestra in senso moderno, ha creato l’opera francese, ha codificato uno stile e un gusto che ha dettato legge fino alla Rivoluzione Francese. Ebbene, nel tentativo di svegliare le nostre sonnacchiose istituzioni musicali a questo grande, io e il mio discepolo Samuele Lastrucci abbiamo deciso di dar vita all’IGBL, che è stato tenuto a battesimo al Maggio Musicale Fiorentino con l’ultima grande opera di Lulli, Acis et Galatée, da me diretta nel 2022. Da quel momento l’IGBL ha stabilito collaborazioni proficue: con il Centre de Musique Baroque de Versailles, col quale istituisce ogni anno una masterclass lulliana, con l’Università di Firenze, con il Consolato Generale di Francia a Firenze e il suo Institut Français. Insomma, l’Istituto è ambizioso e prolifico (come colui a cui è consacrato), ma abbiamo bisogno di sostegno in termini di finanziamenti e collaborazioni.
- Con lei si alternerà sul podio Samuele Lastrucci: suo discepolo o collaboratore, soprattutto nella riscoperta lulliana?
Samuele Lastrucci è stato mio allievo alla Scuola di Musica di Fiesole ed ha già una brillante esperienza nel campo della musica barocca. Lui aprirà il concerto del Maggio dirigendo un Grand Motet del nostro, per poi cedermi il baton con cui proseguirò la direzione del nostro Galà.
- Come avete scelto il programma del Gala del 4 maggio?
Ci siamo detti che Lulli doveva essere presentato in tutte le sue molte sfaccettature. È un compositore che ha creato nuovi generi musicali – il gran motet, la comèdie-ballet, la tragedie-lirique – tutti capitoli che oggi il nostro pubblico deve ancora conoscere e affrontare. Dunque abbiamo pensato di mostrare in un’unica serata le tre, principali facce del nostro compositore: l’austero creatore di solenni celebrazioni religiose, l’irresistibile collaboratore di Molière nelle scoppiettanti commedie in musica, il profondo conoscitore delle passioni umane descritte nelle sue grandi opere teatrali. Ascolterete il solenne mottetto Exaudiat te Domine, la rutilante sequenza della cerimonia turca dal Borghese gentiluomo, i più toccanti pianti e passacaglie da Psiche e Armide.
- Quali sono i progetti futuri dell’Istitutuo Lulli?
Abbiamo una gran sorpresa per l’anno venturo: un’opera inedita di Lulli tornerà a risuonare, questa volta in forma teatrale completa, partendo dal Teatro Comunale di Ferrara, in un giro che toccherà anche il Théâtre des Champs-Élysées di Parigi. E, naturalmente, vi sarà la sua incisione discografica.
Donatella Righini
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