Firenze: Savall tra contemporaneità e passato

Quando si ascolta un concerto di musica antica, generalmente l’attenzione del pubblico è rivolta verso gli strumenti. Sono gli antenati di quelli moderni da cui differiscono per forma e intonazione, ma che hanno un fascino particolare. Specialmente se a proporli è uno specialista come Jordi Savall, l’eclettico musicista catalano la cui attività non è legata solo all’esecuzione della viola da gamba, ma alla continua ricerca di repertori meno noti al grande pubblico. A Savall è toccato il compito di chiudere la stagione degli Amici della Musica di Firenze:affiancato da Hakan Gungor al kanun (una cetra diffusa nei paesi arabi) e Dimitris Psonis a salterio, oud e percussioni. Sul palco del Saloncino Paolo Poli del Teatro della Pergola, Savall ha scelto per sé tre strumenti (rebab, viola da gamba soprano, ribeca) costruendo un programma attorno a ciascuno di essi. Così il titolo del concerto, Oriente-Occidente: dialogo delle anime, ci ha portato lontano nel tempo ma vicino geograficamente, in quel bacino del Mediterraneo ricchissimo di tradizioni e di sonorità legate ad esse.

È infatti sempre più stretto il legame tra la contemporaneità e il passato, dal quale si cercano espressioni che non siano legate al sistema temperato, E in questo la tradizione popolare ha avuto e ha un ruolo fondamentale. Quindi il trio di Savall non solo ha toccato le corde degli strumenti, ma anche sollecitato il nostro essere parte di una cultura straordinaria. Le tre parti del concerto hanno mostrato un sapiente miscuglio di composizioni profane che da popolari sono divenute colte. Basti pensare agli standard medioevali più eseguiti ai giorni nostri: il Lamento di Tristano, La quarte estampie royal, il Saltarello del trecento italiano che si alternano con i brani di Alfonso X “El Sabio”  su cui Savall ha condotto molte ricerche, e con altri che spaziano dalla penisola iberica ai Balcani, al Caucaso e all’Anatolia.

Un silenzio quasi irreale ha accolto questo repertorio apparentemente non facile, ma alle fine magico nella sua essenzialità ed estremamente comunicativo. Il pubblico aveva risposto benissimo in termini di affluenza, confermando un’abitudine nella storia dell’istituzione concertistica. Non poteva mancare un riferimento all’attualità da parte di Savall prima dei fuori programma dedicati al trovatore Marcabru e alla Moldavia del XVII secolo.

Michele Manzotti
(11 aprile 2022)

La locandina

Rebab ribeca, viola da gamba soprano Jordi Savall
Kanun Hakan Güngör
Santur, oud, chitarra moresca e percussioni Dimitris Psonis
Programma:
Un dialogo di musiche strumentali arabo-andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mediterraneo

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