Firenze: stratosferico De Sá
Un concerto favoloso è la sintesi di quanto il pubblico ha potuto apprezzare venerdì 15 novembre scorso a Firenze, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dove una accoppiata di livello altissimo – costituita dal direttore d’orchestra Federico Maria Sardelli e dal sopranista solista Bruno De Sà (con un altro eccellente solista, il cornista Alessio Dainese) – e l ‘Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, hanno eseguito musiche di Filtz, Mozart, Cherubini e Carl Philip Emanuel Bach. Che il maestro Sardelli sia una garanzia di eccellenza nella restituzione del repertorio Sei-Settecentesco è cosa nota, ragion per cui non sorprende il fatto che abbia saputo far apprezzare le differenti sfaccettature degli autori dello “stile galante” da lui scelti per il programma, a partire da Johann Anton Filtz, una delle punte di diamante della scuola di Mannheim, la cui scrittura che si affranca gradualmente dal contrappunto ed è ormai volta allo stile sinfonico è stata messa in luce attraverso la Sinfonia op. II, n. 2, in sol minore.
Sardelli crea empatia con i professori dell’orchestra (arricchita in questa occasione dall’eccellente clavicembalista Andrea Perugi) e guida la restituzione della partitura anche con una gestualità coinvolgente. Non lascia mai niente al caso e anche per il gesto direttoriale è lo stesso: come lui ci ha detto, il suo gesto è influenzato dalla sua attitudine al disegno (ebbe sì, Sardelli è anche bravo pittore) e cerca di “delineare sinesteticamente i suoni e le frasi, descrivendole sia graficamente sia plasticamente”. Inoltre, guarda alla gestualità barocca “traendola dai dipinti e dalle istruzioni dei trattati di danza e di recitazione”.
Con l’esecuzione dell’aria di Sifare Lungi da te mio bene, dal Mitridate re di Ponto di Mozart, ha avuto inizio il crescendo di tripudio della serata, dovuto ai momenti esecutivi di Bruno De Sà. In questa prima aria, in cui il sopranista dialogava, oltre che con l’orchestra, anche con l’ottimo giovane cornista Alessio Dainese – dal suono seducentemente vellutato e dalla padronanza tecnica perfetta -, ebbene De Sà è partito affascinando il pubblico con la grazia e la finezza del suo registro da sopranista. Ma dall’aria successiva, aria di Lauso No, non cercar per ora da Mesenzio, re d’Etruria di Luigi Cherubini, ha cominciato a far sentire che con la sua voce può fare tutto: trilli, salti di ottava, gorgheggi, filati…passando da un’interpretazione dal piglio deciso a momenti più lirici, soffusi, intimi. Insomma, un sollucchero.
Dopo un altro momento solo strumentale, dedicato all’esecuzione ineccepibile della Sinfonia in re maggiore Wq 176 H651 di Carl Philip Emanuel Bach, ecco ancora un capolavoro mozartiano, il Mottetto in fa maggiore K 165 Exultate, jubilate per soprano e orchestra. De Sà è un sopranista naturale, dall’estensione vocale sorprendente e dalle capacità virtuosistiche tali da stupire e entusiasmare gli ascoltatori, come facevano in epoca barocca i castrati. Questo ha fatto sì che dopo l’esecuzione del mottetto si sia scatenato un pubblico ovante, al quale, dopo l’esecuzione – bellissima e ottima – della Sinfonia in mi bemolle maggiore K543 sempre di Mozart – è stato regalato un bis sopraffino.
Sardelli e De Sà sono riusciti a stupire con un’aria del compositore Luigi Caruso, In mezzo a mille affanni tratta dall’opera Il fanatico per la musica composta nel 1781. De Sà era ancora più in stato di grazia e quindi al pubblico non bastava un bis. E allora è stato riproposto l’Alleluja dall’Exultate, jubilate, questa volta eseguito con sfumature nuove, che facevano percepire come il cantante fosse in sintonia non solo con orchestra e direttore, ma a quel punto anche con il pubblico, al quale donava con gratitudine il suo talento eccezionale.
Insomma, grazie al Teatro del Maggio, in particolare al maestro Gianni Tangucci, che lo ha portato finalmente a Firenze e grazie a Federico Maria Sardelli, senza la cui maestria, empatia e bravura non si sarebbe potuto apprezzare così magnificamente.
Donatella Righini
(15 novembre 2025)
La locandina
Sopranista | Bruno de Sá |
Direttore | Federico Maria Sardelli |
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino | |
Programma: | |
Johann Anton Filz | |
Sinfonia Op. II, n. 2 in sol minore | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Da Mitridate, re di Ponto: “Lungi da te” | |
Luigi Cherubini | |
Da Il Mesenzio, re d’Etruria: “Non cercar per ora… La gran vendetta ancora” | |
Carl Philipp Emanuel Bach | |
Sinfonia in re maggiore Wq 176, H 651 | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Exsultate, jubilate K. 165 | |
Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K. 543 |
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