Gozo: Nabucco conquista il Gaulitana Festival

Con Nabucco Giuseppe Verdi compie il suo primo, decisivo passo nella costruzione di un linguaggio teatrale personale e riconoscibile. Dopo il modesto esordio con Oberto e il naufragio personale e professionale di Un giorno di regno, è proprio con questa “tragedia lirica” in quattro atti, su libretto di Temistocle Solera che Verdi si impone all’attenzione del pubblico e dei teatri italiani.

Il soggetto, ispirato alla vicenda biblica dell’esilio del popolo ebraico sotto il giogo babilonese, assume da subito una forza politica e simbolica che dialoga con il clima del Risorgimento. Ma al di là della fortuna ideologica del celebre “Va, pensiero”, Nabucco rappresenta un salto di qualità nella scrittura musicale di Verdi: la partitura fonde impeto corale e introspezione drammatica, alternando pagine di grande respiro collettivo a scene solistiche fortemente scolpite.

Il personaggio di Abigaille inaugura la galleria di figure femminili verdiane dominate da passioni estreme, mentre Nabucco stesso offre un primo esempio di quella complessità psicologica destinata a maturare nei ritratti paterni delle opere successive.
La scrittura orchestrale inizia a cercare soluzioni più teatrali, con una tensione continua tra recitativo, aria e scene d’insieme che già anticipa i futuri sviluppi della forma verdiana.

Nabucco non è ancora il Verdi della piena maturità, ma è già il Verdi capace di forgiare una tragedia musicale in cui il senso del dramma domina la forma, e la voce, pur protagonista assoluta, si inserisce in un impianto narrativo sempre più coeso.

La proposta del titolo verdiano da parte del Gaulitana – A festival of Music – il prossimo anno toccherà al Trovatore – come produzione di punta dell’edizione 2025 si è rivelata vincente sotto tutti i punti di vista.

Enrico Castiglione, uomo di teatro di lungo corso, decide saggiamente di porre in primo piano la dimensione oratoriale di Nabucco, optando per un gesto scenico rarefatto, a tratti semplicemente evocativo di un’azione a venire, componendo una serie di tableaux vivants che, complice anche l’impianto scenico ideato dallo stesso Castiglione, richiamano la grande pittura storico-esotica del primo Ottocento ma anche soprattutto le scene che Alfonso Trombetti creò per la prima scaligera del 1842.

Alla testa dell’impeccabile Malta Philharmonic Orchestra Colin Attard, che del festival gaulitano è motore inesauribile, concerta con mano sicura privilegiando una lettura di intima meditazione, attenta alla psicologia dei singoli personaggi e ai grandi afflati corali.
I tempi sono sostenuti, incardinati su scelte agogiche capaci di mettere il canto in primo piano, senza tuttavia sottrarsi ai necessari impeti richiesti dalla partitura e che nell’occasione trovano ammirevole vividezza.

Nella compagnia di canto spicca il baritono rodiese Dimitri Tiliakos, capace di disegnare un Nabucco intimamente tormentato, riccamente cesellato nel fraseggio, perentorio negli slanci il tutto con voce di bella grana e uniformità di emissione.

Letteralmente catapultata nella produzione, in sostituzione di  Rebeka Lokar colpita da un’indisposizione improvvisa, il soprano taiwanese Hanying Tso si è resa protagonista di una prova maiuscola tratteggiando un’Abigaille intelligentemente legata alla tradizione belcantista – la principessa assira è figlia di Norma, non di Brunilde – e dunque modellata attraverso filati e mezzevoci capaci di arricchirne il carattere, accendendosi poi in slanci ferini e acuti affilatissimi.

Ottimo lo Zaccaria – provvidenzialmente spogliato di parrucca e barbona da vegliardo – di Mattia Denti, tanto autorevole nella cavata grave quanto luminoso nelle puntature, oltre che scenicamente sempre credibile e lontano da qualsiasi cliché.

Alan Sciberras è Ismaele sicuro nel canto e dalla recitazione credibile e non gli è da meno la Fenena dalla linea di canto cristallina di Carmen Topciu.

A completare con onore il cast Zheng Wang (Gran Sacerdote), Andriana Yordanova (Anna) e Filippo Micale (Abdallo).

Sugli scudi il Gaulitanus Choir – del quale Colin Attard è direttore – voluttuosamente corposo in tutte le sezioni e riccamente screziato nei colori e che ha concesso a furor di pubblico il bis di “Va, pensiero”.

Successo pieno e meritato per tutti, con ovazioni per Tso, Tiliakos, Denti e Attard.

Alessandro Cammarano
(3 maggio 2025)

La locandina

Direttore Colin Attard
Regia e scene Enrico Castiglione
Personaggi e interpreti:
Nabucco Dimitris Tiliakos
Abigaille Hanying Tso
Fenena Carmen Topciu
Zaccaria Mattia Denti
Anna Andriana Yordanova
Abdallo Filippo Micale
Gran Sacerdote Zheng Wang
Malta Philharmonic Orchestra
Gaulitanus Choir

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.