Ingolstadt: Audi Sommerkonzerte, il futuro della classica ha un cuore antico

Dalla prima menzione di Ingolstadt in una pergamena di Carlomagno molta acqua è passata fra gli argini del Danubio qui dove, a un’ora di autostrada dall’aeroporto di Monaco, la sua corrente si allarga in una pianura alluvionale ricca di foreste. Bellezze naturali, patrimonio artistico e miti letterari non fanno difetto in questa prospera cittadina di circa 140mila abitanti. Le ombre di duchi e scienziati, artisti, condottieri e mostri passeggiano nelle sue strade fra torri gotiche, palazzi rinascimentali e barocchi, fortezze, musei e ristorantini: Gesuiti, Illuminati di Baviera, il dottor Frankenstein, il maresciallo Tilly, la gentile romanziera Marieluise Fleißer, Madre Coraggio, Charles de Gaulle. Ma dal 1949 il destino di Ingolstadt riposa in grembo all’hi-tech e in particolare all’industria automobilistica: coi suoi 42mila dipendenti stanziati fra qui e Neckarsulm la Audi non si limita a produrre macchinoni di fascia alta, ma conduce ricerche sull’intelligenza artificiale applicata alla vita quotidiana nonché su avveniristiche soluzioni di mobilità urbana quali l’auto elettrica e il taxi alato. Fa anche welfare: edilizia popolare, previdenza dalla culla alla tomba e mecenatismo culturale in quello stile da factory town alla tedesca di cui il gruppo Volkswagen fornì il modello negli anni della ricostruzione postbellica (in Italia l’analoga esperienza dell’Olivetti di Ivrea ebbe vita più breve). Paternalismo? Ingegneria sociale? Forse, ma averne un po’ anche da noi non guasterebbe.

Tanto più, e qui veniamo al core-business della nostra rivista, considerando l’impatto dei “Sommerkonzerte” che dal 1990, ogni anno fra giugno e luglio, la ditta dei quattro anelli incatenati offre graziosamente alla città e dintorni. Del tutto a proprie spese senza che ci mettano becco le solite banche né altri sponsor, salvo il Comune che mette a disposizione lo Stadtheater, il grandioso Klenzepark e altri spazi di sua pertinenza. Nel caffè-gelateria Moritz, giusto davanti agli uffici del nuovo Rathaus, intercettiamo Ruth Schwerdtfeger, una gentile biondina berlinese che scorrazza in bicicletta per la città vecchia. Mamma da pochi mesi, ha lasciato il figlioletto in custodia al marito per sorvegliare un’altra sua creatura non meno esigente: la 29.ma edizione degli Audi Sommerkonzerte di cui, aiutatata da un piccolo staff di quattro persone, ha deciso l’essenziale, dalla pianificazione degli eventi al cartellone degli artisti invitati.

  • Ci perdoni l’indiscrezione, Frau Ruth; lei ha studiato da manager?

Tutt’altro. Ho un master in storia medievale e ho suonato il corno in complessi da camera, ma sono molto grata alla Audi che mi ha dato fiducia per questa avventura.

  • Lei ha pure deciso il tema di questa edizione, che recita Luoghi della nostalgia. In che senso?

In tutti i sensi immaginabili. Schubert aveva nostalgia di un Paese dove non era mai stato: il suo, Herr Vitali, quello dove ‘fioriscono i limoni’. Beethoven cercava ispirazione e rifugio nella natura girando a piedi per le campagne attorno a Vienna. Tanti musicisti hanno sognato l’amore, la libertà, un mondo migliore; nel regno dei suoni la nostalgia è un sentimento fondamentale. Ingolstadt è ormai una comunità fortemente multinazionale. Collegando antico e moderno, abbiamo voluto sottolineare che ogni compositore, ogni interprete e ogni spettatore ha i propri luoghi della nostalgia. Pensi che qui abbiamo un’orchestra stabile, la Georgische Kammerorchester, i cui professori sono immigrati in blocco oltre 25 anni fa dalla Georgia ex sovietica.

  • Interessante, ma veniamo al concreto. Chi sono quest’anno i cantori della nostalgia? E quale il formato degli eventi?

I formati sono i più diversi. Si va dai due megaconcerti all’aria aperta nel Klenzepark, a ingresso libero e con opzione di picnic sull’erba (si sono svolti lo scorso week-end col favore del meteo, totalizzando 22mila spettatori) al concerto privatissimo nel salotto della signora Britta Bayer a Wettstetten: appena 20 ospiti per il duo di violoncelli Ivan Karizna-Aurélien Pascal. La padrona di casa ha offerto aranciata e spumante, e Audi gli spuntini.

  • Un bell’esempio di nostalgia della Hausmusik. E i nomi di alto cartello dove li si può ascoltare?

Vediamo: per Pekka Kuusisto, Cameron Carpenter e Fazil Say lei è arrivato in ritardo. Ma le restano l’Akademie für Alte Musik allo Stadttheater, Sol Gabetta e la Kammerorchester Basel alla Asamkirche, capolavoro del barocco bavarese, dove si esibirà anche lo Schumann Quartett col clarinettista Andreas Ottensamer. Poi quest’anno abbiamo Nikolai Lugansky nel Rach3, Patricia Kopatchinskaja, Jordi Savall e un bel po’ di altri. Lei ha già avuto il programma generale?

  • Certo, e ho fatto un paio di conti: sono dodici concerti dal 13 al 28 luglio. Una bella tirata… E il pubblico come reagisce? Quanti abbonamenti avete venduto?

Non abbiamo abbonamenti, però c’è già qualche tutto esaurito in prevendita. Il nostro pubblico, specie quello giovane, decide all’ultimo momento cosa e dove ascoltare perché tutta la società è diventata più veloce e flessibile. Però agli Italiani, che ci auguriamo di vedere arrivare sempre più numerosi, consigliamo di prenotare in anticipo. Sappiamo che a voi piace abitare in alberghi confortevoli e mangiare bene; forse qualcuno pensa ancora che qui mangiamo solo würstel e crauti? Vengano e vedranno…

  • Già; mamma Audi fa ricerca anche nella gastronomia e nel catering. Ho assaggiato qualche risultato stimolante… E i prezzi dei biglietti?

Li definirei popolari: da 10 euro per i giovani a un tetto massimo di 70.

  • Frau Ruth, grazie per il suo tempo. E ora dove corre con la sua bicicletta ripiegabile?

Alla Asamkirche per gli ultimi ritocchi organizzativi. Se vuole accompagnarmi la trasformo in valigetta. Le assicuro che ne vale la pena. Andiamo?

Carlo Vitali
(19 luglio 2018)

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