Marco Guidarini direttore mitteleuropeo

Cittadino del mondo, genovese di nascita e residenza, Marco Guidarini è in questi giorni a Parigi, prossimo a debuttare con una nuova produzione di La scala di seta. Un’opera giovanile di Rossini in un progetto dedicato ai giovani e realizzato da giovani allievi usciti dal Conservatoire National Superieur di Parigi che dovrebbe andare in scena nell’Aditorium dell’istituzione, collegata alla Cité de la Musique e alla recentissima Philarmonie, ultima nata fra le grandi sale da concerto parigine.

“Con loro avevo già fatto Il Viaggio a Reims, sempre Rossini, che ha rivelato le nuove perle fra le voci dell’opera francese. Speriamo che le limitazioni in fatto di musica dal vivo che il ciclone coronavirus ha portato con sé non ci mettano i bastoni fra le ruote…”.

Oltre agli studi in lettere classiche e di filosofia, Marco Guidarini ha studiato violoncello al Conservatorio di Genova, perfezionandosi con André Navarra a Vienna, dove ha intrapreso lo studio della direzione d’orchestra alla Hochschule für Musik.

Allievo in seguito di Mario Gusella, con cui si è diplomato, Guidarini ha seguito corsi di perfezionamento con Franco Ferrara. Nel periodo studentesco si è a lungo avvalso dei consigli e della vicinanza di Claudio Abbado e Carlo Maria Giulini.
Dopo un periodo giovanile dedicato all’attività solistica e didattica, la prima a ingaggiarlo fu l’Opéra di Lione come assistente di John Elliot Gardiner. A Lione debutta con Falstaff e Le Comte Ory, Verdi e Rossini, poi la sua attività prosegue in Gran Bretagna, in Irlanda in Canada e in Australia.
E’ tuttavia nell’estate del 2001 che Marco Guidarini riceve una vera e propria consacrazione ottenendo, uno dopo l’altro, tre grandissimi successi nell’ambito delle celebrazioni del centenario della morte di Verdi in Francia con Giovanna d’Arco al Festival di Saint Denis, Rigoletto alle Chorégies di Orange e Aida allo Stade de France con l’Orchestra di Radio France.
In Italia, è da poco terminato il suo rapporto con la Mitteleuropa Orchestra che lo ha portato per due anni, fra il 2017 e il 2019, a frequentare assiduamente l’estremo Nord Est d’Italia e il mondo balcanico nelle tournée che la compagine, da poco sciolta e convertita in struttura ad attività spesso stagionale, effettuava ogni anno. La sua presenza in zona ci ha portato a incontrarci e ad apprezzarci, ed è stato un piacere per me presentare a Trieste il delizioso volumetto di racconti mozartiani Gulda in viaggio verso Praga che Guidarini ha pubblicato presso Il Melangolo. Ed è stato un vero godimento ascoltare il Cd brahmsiano che Guidarini e la Mitteleuropa Orchestra hanno inciso nel 2018 a Palmanova per Piano Classics.

Il contenuto è di grande impatto, i primi due concerti per pianoforte e orchestra di Johannes Brahms, il solista è giovane e bravo, Vincenzo Maltempo, la qualità del suono ottima grazie al buon lavoro svolto da R Studio Production Multimedia di Riccardo Radivo e dal tecnico del suono Manuel Destro in piena armonia con Piano Classics, l’etichetta con cui Maltempo incide Cd di successo come quello dedicato a Charles-Valentin Alkan diventato oggetto di culto fra i melomani.

“Vincenzo è un ragazzo straordinario” spiega Guidarini “siamo diventati amici per i comuni interessi letterari. È venuto una settimana a Palmanova e assieme abbiamo affrontato con passione i due concerti abbinandoli alla Settima Sinfonia di Beethoven e all’Ottava di Schubert, la celebre Incompiuta. L’Orchestra si è esercitata magnificamente.”

Il risultato è davvero sorprendente e incredibile la capacità di Guidarini di far cantare l’orchestra con intensità e partecipazione, una dote, questa, che gli deriva dalla grande scuola direttoriale italiana in cui si è formato e dalla sua passione per il melodramma.

“Con la Mitteleuropa Orchestra avrei voluto lasciare una testimonianza non in direzione del grande repertorio romantico come in questo caso, ma di renderla ambasciatrice del Nord Est nel resto del mondo pescando fra i tesori del territorio che mi segnala un mio amico ed ex strumentista, il violoncellista Massimo Favento, un vero cane da tartufo nella sua attività di ricerca. E’ stato lui a suggerirmi di includere un brano molto bello di Giulio Viozzi, Notturno per archi in un concerto che abbiamo tenuto a Novo Mesto e mi ha coinvolto in un progetto dedicato a Karel Moor, un musicista praghese – e a Praga io sono di casa – che fu a Trieste nel 1904 e cui è stato dedicato un convegno di studi e testimonianze che si è svolto a Trieste e cui ho partecipato. Gli atti, pubblicati da Lumen Harmonicum nella serie dei suoi Sonora – Profili Musicali, raccolgono quanto si è detto e fatto in quei due giorni di grande lavoro sulle tracce di un musicista migrante nella Mitteleuropa del Novecento, dalla Praga di Dvorak alla Trieste di Svevo”.

Che tipo di musicista era Karel Moor? “Lo situerei fra quegli autori praghesi dell’epoca post Dvorak che subirono, anche nei temi, l’influenza di Richard Wagner. Un poema sinfonico dedicato al mare fu da Moor scritto un anno prima del celebre La mer di Debussy. C’è un’opera di argomento mitologico su testo di Ibsen che è davvero sorprendente, in cui è ricreato una sorta di Walhalla nordico. Oltre al libro collettivo, tracce del convegno sono raccolte nei Cd di musiche da camera di Karel Moor in cui Massimo Favento è severamente impegnato.”.

Il futuro di Guidarini è diviso fra libri e musica. È in uscita, sempre presso Il Melangolo, Operasofia, un arcipelago di scritti sulla storia dell’opera che “finalmente hanno trovato una forma che mi piace”, in diciassette capitoli brevi che non vogliono essere divorati da un pubblico di addetti ai lavori, ma, la parola è brutta, consumati dal lettore-viaggiatore curioso di sapere qualcosa di più dell’opera lirica “e delle sue metamorfosi nel corso degli anni”.

Non un’opera di erudizione, spiega ancora Guidarini “ma un lavoro di alta divulgazione lungo le trecento pagine del libro.”

Sul fronte musicale, coronavirus permettendo, Marco Guidarini sarà a maggio a Milano con un progetto per i ragazzi dell’Orchestra del Conservatorio impegnati nello Stravinskij neoclassico di Pulcinella e di Apollon Musagéte. Poi, per restare in Italia, c’è una masterclass su Madama Butterfly a Orvieto e in autunno Attila di Verdi al Teatro delle Muse di Ancona. “Non posso anticipare quello che faremo al Teatro del Giglio di Lucca dove per l’orchestra sono il Direttore di riferimento, ma stiamo lavorando in buona sinergia con Pisa, Livorno e Torre del Lago.”

Teniamoci informati che qualcosa di bello avverrà. Auguri Maestro Guidarini!

Rino Alessi

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