Maribor: La Forza del Destino vince sul Carnevale

In genere a carnevale i teatri mettono in cartellone titoli del repertorio comico se non operette, non così il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor che torna a programmare La Forza del destino di Giuseppe Verdi nell’allestimento firmato da Pier Francesco Maestrini che debuttò in loco nella stagione 2010/2011. Vero è che, come già Un Ballo in maschera, il melodramma in quattro atti su libretto del Piave tratto dal dramma Don Alvaro o la fuerza del sino di Angel Perez de Saavedra miscela sapientemente tragedia e commedia, ma i toni sono prevalentemente cupi e la tragedia è servita in apertura.

C’è poi, ma di questo Verdi non è responsabile, la fama iettatoria dell’opera a peggiorare le cose. Il risultato è che ormai assistere a una rappresentazione de La Forza del destino è quasi una rarità.

In Saavedra Verdi aveva apprezzato l’originalità delle scene di ambientazione popolare che fanno da controcanto agli eventi drammatici dell’intreccio principale tanto da indurlo, affidato al fido Piave il libretto, di chiedere ad Andrea Maffei di poter utilizzare liberamente una scena della sua traduzione da Schiller del “Wallensteinslager”, Il campo di Wallenstein, per l’episodio dell’accampamento presso Velletri nel terzo atto.

Certo è che, nonostante gli interventi successivi alla prima di Pietroburgo del 1862, la struttura drammatica de La Forza del destino risulta, a differenza di quella del più conciso Un Ballo in maschera, insolita. Tragico e comico convivono, è vero, ma è una convivenza forzata e fino a un certo punto funzionale all’idea verdiana di un Destino, vero protagonista del dramma, inesorabile e infallibile capace in mezzo a tante divagazioni, anche geografiche, di guidare le azioni dei personaggi e di condizionarle.

Il dramma entra subito “in medias res” nello spettacolo che Pier Francesco Maestrini ripresenta a Maribor con la collaborazione di Juan Guillermo Nova per le scene, Luca Dell’Alpi per i costumi, Pascal Mérat per il disegno luci e dello stesso Nova con Gregor Mendas per i video: la prima scena con l’assassinio non voluto del Marchese di Calatrava precede la celeberrima Sinfonia dell’opera. E’ una prassi dei teatri di area tedesca che la mitteleuropea Maribor prosegue, va detto e non è prassi da scartare.

Per il resto lo spettacolo, d’impianto classico e tradizionale, ha una sua pregevole funzionalità che dà all’opera la scorrevolezza che drammaturgicamente è il suo principale difetto, e con evidenti richiami pittorici, rileva efficacemente l’ambientazione spagnoleggiante sia nelle scene in cui interviene la zingara Preziosilla, sia in quelle di battaglia.

La compagnia di canto radunata dal Teatro Nazionale Sloveno di Maribor può contare su elementi dell’ensemble stabile e aveva i suoi punti di forza nel terzetto protagonista.

Ormai apprezzata a livello internazionale, Rebeka Lokar è una Leonora de Vargas recitata bene e cantata meglio, che s’impone per finezza e morbida linea espressiva; il fraseggio è molto accurato come pure la restituzione della parola “scenica”.

Sotto quest’aspetto, pur cantando nella propria lingua madre, Renzo Zulian è meno puntiglioso, ma il suo Alvaro è comunque da ascoltare e si esprime con gagliarda tenorilità e trova, a tempo e luogo, oltre agli acuti svettanti, accenti appassionati che bene evidenziano il carattere umbratile del personaggio.

Il Don Carlo del debuttante Jure Počkaj interagisce con l’amico-rivale nel migliore dei modi e rivela bel legato oltre che un timbro baritonale in piena maturazione e una lodevole, sia pure perfettibile, ricerca di espressività. Un’artista ancora molto giovane da seguire con interesse.

Note meno positive definiscono le prove di Irena Petkova, una Preziosilla vivace scenicamente, ma vocalmente un po’ stanca e in difficoltà nel registro acuto, del monolitico Padre Guardiano di Svetozar Rangelov e del Melitone sopra le righe e vocalmente in affanno del pur pittoresco Jaki Jurgec. La figuretta di Mastro Trabuco è affidata a un bravo caratterista, Dušan Topolovec, e ne ottiene bel risalto. Completano il cast Valentina Cuden in Curra, Alfonz Kodrič, il Marchese di Calatrava, Sebastijan Čelofiga che oltre a interpretare l’Alcade del primo atto, interviene come Chirurgo nella scena della battaglia, elementi dell’ensemble del Balletto e il valoroso Coro Stabile del Teatro Nazionale Sloveno preparato a dovere da Zsouzsa Budavari-Novak.

Dal podio l’esperienza di Gianluca Martinenghi governava la lunga serata verdiana con grande competenza e l’Orchestra – puntigliosamente preparata – gli rispondeva con onore. Alla rappresentazione cui abbiamo assistito teatro pieno e pubblico molto attento, partecipe e prodigo di applausi a fine recita.

Rino Alessi

(Maribor, 2 febbraio 2018)

La locandina

Direttore Luigi Martinenghi
Regia Pier Francesco Maestrini
Scene Juan Guillermo Nova
Costumi Luca Dell’Alpi
Luci Pascal Mérat
Video Gregor Mendas, Juan Guillermo Nova
Il Marchese di Calatrava Alfonz Kodrič
Leonora de Vargas Rebeka Lokar
Don Carlo de Vargas Jure Počkaj
Don Alvaro Renzo Zulian
Curra Valentina Čuden
Preziosilla Irena Petkova
Alcade/Chirurgo Sebastijan Čelofiga
Mastro Trabuco Dušan Topolovec
Padre Guardiano Svetozar Rangelov
Melitone Jaki Jurgec
Orchestra e Coro del Teatro Nazionale Sloveno
Maestro del Coro Zsouzsa Budavari-Novak

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