Milano: laVerdi festeggia Fabio Vacchi in Auditorium e al MAC

laVerdi omaggia Fabio Vacchi, uno dei massimi compositori italiani, da cinque anni suo compositore residente con la mini rassegna “Luoghi immaginari nella Milano di Fabio Vacchi”, che comprende due programmi della stagione sinfonica in Auditorium e due concerti da Camera al Mac di piazza Tito Lucrezio Caro,1.

Un doppio festeggiamento che Vacchi commenta così: «Venticinque anni di un’istituzione milanese come laVerdi sono un risultato eccezionale che scalda il cuore in momenti complessi. Come non ricordare l’iniziale slancio utopico di  Vladimir Delman e Luigi Corbani, fatto proprio da un grande come Riccardo Chailly? E poi le lotte per trovare spazio organizzativo ed economico, il sostegno degli sponsor, la tenacia creativa di tutti. I tanti artisti formidabili, ospiti fissi o di passaggio. Un pensiero particolare all’orchestra, tra le migliori d’Italia: duttile, appassionata, con un repertorio di ampiezza rara. E il coro. Con loro ho condiviso tante esperienze. Grazie alla generosità e alla curiosità di Chailly ho avuto prime esecuzioni indimenticabili, dalla Scala al Gewandhaus di Lipsia. Con Ruben Jais, oggi responsabile ma da sempre presente, ho il ricordo di quando riprese il mio “Prospero” già diretto da Chailly in Scala, o quando preparò il coro di dodici solisti in Scala per la mia opera “Teneke”. Ma c’è una cosa che voglio soprattutto sottolineare e che vorrei diventasse il filo conduttore del mio essere composer in residence. Il rapporto con il territorio, i concerti per i ragazzi, l’orchestra di giovani non professionisti, le conferenze, gli incontri. Questa è la via del futuro per un’istituzione di questo prestigio, radicata nel cuore di una Milano solidale e accogliente. Il massimo livello artistico può sposarsi con una programmazione varia, aperta al barocco come al contemporaneo eppure con un cuore solido di tradizione consolidata. E aperta soprattutto alla città, decentrata e insieme centripeta, capace di richiamare dai Navigli alla periferia un pubblico vivo, attivo, che crede nella cultura come motore della società e dell’economia. Per questo il mio impegno futuro con la Verdi, oltre a scrivere un brano dalla forte valenza pedagogica, vuole essere quello di muovermi nel territorio, di sostenere l’orchestra con incontri su temi a me cari come l’integrazione, l’animalismo, la cultura dei e con i giovani, lo stile di vita salutare. Io credo fermamente che la musica e l’arte facciano parte della più ampia sfera dell’umano. Tanto sono stato contrario, da ragazzo a strumentalizzare l’impegno, sia politico che estetico, perché convinto che la maestria e la qualità dell’arte dovessero essere prioritarie, così oggi posso permettermi di ritenere un dovere porre al servizio dei valori in cui credo la musica e la cultura.».

Protagonista dei concerti in Auditorium di venerdì 8 febbraio (ore 20) e domenica 10 febbraio (ore 16.00) sarà il suo Concerto per violino. Composto nel 2016, fu commissionato dal Teatro Petruzzelli di Bari dove venne eseguito per la prima volta; nel 2018 la composizione è stata rimaneggiata e, nella nuova versione “Natura naturans”, è stata presentata con grande successo il 5 novembre 2018 alla Carnegie Hall di New York con l’Orchestra dell’Opera di Budapest diretta da Balázs Kocsár e la solista Nagao Huraka, vincitrice del concorso internazionale Carl Flesch. Quella che ascolteremo in Auditorium sarà dunque la prima italiana di questa nuova versione dedicata anch’essa a Livia Pomodoro, oggi tra l’altro presidente dell’Accademia di Brera e da sempre impegnata sul fronte della giustizia, della tutela dei minori e del teatro. Sul palco, con l’Orchestra Verdi condotta dal suo direttore musicale Claus Peter Flor anche il violino di Domenico Nordio, artista residente de laVerdi, oltre che amico di Fabio Vacchi fin dai tempi del Conservatorio di Venezia.

Dice il maestro Vacchi: «Ho lavorato a questa seconda versione riveduta mentre ero immerso nella natura. racconta il compositore. Le aggiunte, i tagli e le modifiche sono nati dall’esigenza di affrontare l’attuale dicotomia nella società, l’alternativa tra rispetto della natura e reato contro la natura: scelte ambientaliste, animaliste, umanistiche che nell’arte e nella musica tendono al rispetto della nostra natura.»

A completare il programma due celebri brani di Felix Mendelssohn: l’Ouverture op. 26 “Le Ebridi” e la Sinfonia n. 3 in La minore op. 56 “Scozzese”.

Questi due appuntamenti della Stagione sinfonica saranno preceduti, il 5 e 7 febbraio, da due concerti nella sala del Mac di Piazza Tito Lucrezio Caro, 2, luogo ideale per ascoltare la musica da camera, durante i quali saranno eseguiti 11 brani composti nell’arco di vent’anni. Nella prima delle due serate, martedì 5 febbraio (ore 20.30) l’Ensemble da Camera de laVerdi diretto dal Maestro Carlo Boccadoro che di Fabio Vacchi oltre che amico è anche collega compositore, eseguirà i cinque brani che fanno parte della composizione “Luoghi immaginari”, ovvero spazi evocati da una musica che  ha tra le sue fonti di ispirazione il patrimonio etnico. Un folklore studiato, metabolizzato, “sognato” più che citato, linfa vitale e spunto per nuove invenzioni. I Luoghi Immainari sono tra i brani cameristici di Vacchi più eseguiti, a cominciare da Daniel Harding a Salisburgo negli anni Novanta.

Sarà anche l’occasione per ascoltare il celebre “Dai Calanchi di Sabbiuno”, brano composto nel ‘95 in occasione dei cinquant’anni della Resistenza per ricordare i cento partigiani fucilati a poca distanza da Sabbiuno, località delle colline bolognesi alla quale Vacchi è molto legato. Al Mac verrà eseguita la versione da Camera del brano che nelle sue tre versioni (per quattro strumenti, per media e per grande orchestra, quest’ultima commissionata da Claudio Abbado) è ancora oggi tra i più eseguiti al mondo.

Nel programma di Giovedì 7 febbraio (ore 20.30) “Dieci melodie facili” per voce femminile e pianoforte, affidata al contralto Giovanna Lanza, sarà proposta nella versione originale che trae ispirazione da facili melodie di origine popolare variamente manipolate attingendo alle raccolte degli anni ’50 del grande etnomusicologo Alan Lomax. Non mancano gli omaggi ad altri compositori molto amati da Vacchi, come Schubert, (“Wanderer Sextet” e “Wanderer Oktet”) e Scarlatti (Tre post x Scarlatti), mentre “Orna Buio Ciel” è l’anagramma di Luciano Berio, da lui descritto come “stella solitaria che brilla nel buio del cielo.” A testimoniare la produzione di Vacchi per il cinema c’è invece “Presto da Boschi e Prati” che fa parte della colonna sonora del film del 2001 “Il mestiere delle armi” di Ermanno Olmi, con la quale Vacchi ha vinto il David di Donatello come miglior musicista, mentre “Respiri per violoncello” è stato composto per il film “Gabrielle” di Patrice Chéreau.

La settimana dedicata a Fabio Vacchi è stata preceduta da un anno denso di appuntamenti per il compositore, già impegnato in importanti nuove commissioni in Italia e all’estero: a febbraio 2018 è stata eseguita la “Prima Sonata” per pianoforte al LAC di Lugano con Andrea Lucchesini, seguita da “Eternapoli”, melologo con Toni Servillo al S.Carlo di Napoli, diretto da Donato Renzetti. Tra l’anteprima di “Natura naturans” a Budapest (12/10) e la prima alla Carnegie Hall, è seguita la prima americana del “Movimento di Quartetto”, sempre a New York con il Quartetto di Cremona alla Frick Collection (11/5); a fine ottobre, al Petruzzelli di Bari, c’è stata la prima esecuzione del “Concerto per violoncello” con Enrico Dindo sotto la direzione di John Axelrod.

Biglietti:

Info e prenotazioni:
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00.

Tel. 02.83389401/2/3

www.laverdi.org  
www.vivaticket.it.

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