Milano: l’incanto (quasi) perfetto del Lago dei cigni alla Scala

Gli inconfondibili colpi e scricchiolii delle punte sul palcoscenico annunciano il (sempre atteso) ritorno al Teatro alla Scala di Milano dei bianchi cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, o di Rudolf Nureyev, che riallestì la coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov per creare la sua versione del Lago dei cigni (la prima datata 1964).

Protagonista del balletto del coreografo russo è Siegfried, interpretato da Timofej Andrijashenko, da tempo ormai entrato a far parte dei primi ballerini della Scala, un principe ribelle e sognatore, che rifiuta di assoggettarsi alle regole della vita di palazzo. Il balletto racconta il viaggio del giovane in una realtà che esiste solo nella sua mente, un viaggio nel quale troverà l’amore idealizzato e proibito per la giovane principessa Odette (l’étoile Nicoletta Manni), vittima di un incantesimo del perfido mago Rothbart (il primo ballerino Marco Agostino), che la costringe a vivere nel corpo di un cigno e a tornare umana solo al calar della notte.

La Manni è sorprendente nel ruolo della principessa cigno (nonostante l’abbia interpretata molte volte, dal luglio 2013): i movimenti estesi delle braccia e delle mani, la leggerezza del corpo e la dolcezza e l’innocenza dello sguardo fanno di lei una Odette esemplare, delicata e fragile, l’incarnazione dell’amore puro e candido. Meno incisiva, come, del resto, succede spesso a chi interpreta entrambi i ruoli, la si trova nel ruolo di Odile, il cigno nero: fiera, pungente, ma non abbastanza sensuale e provocante. Dispendioso nell’elargire emozioni è (al suo solito, purtroppo s’ha da dire) anche suo marito. L’interpretazione di Andrijashenko, tecnicamente e fisicamente impeccabile nel ruolo, porta in scena un principe freddo per la maggiore parte del balletto, il che si scontra con l’esagerazione nel finale del quarto Atto: il pacato ed elegante Siegfried improvvisamente si tramuta in una maschera fin troppo teatrale. Ci siamo quasi, una via di mezzo, Timofej.

Doppio ruolo anche per Marco Agostino, che vediamo, oltre che nel ruolo di Rothbart, anche in quello del precettore di Siegfried, ancor di più a sottolineare che stiamo assistendo al sogno del principe. Il confronto è, infatti, non tra l’eroe e il malvagio stregone, ma tra lui e il suo maestro, in brevi ma potenti passi a due in cui l’antagonista cerca di dissuadere il giovane dai suoi desideri di trasgressione. Agostino è bravo, ma non indimenticabile, tuttavia riesce a barcamenarsi egregiamente fra i due personaggi complementari.

Degne di nota sono anche le ballerine soliste che danzano nel ruolo delle pretendenti del principe, sorridenti e perfettamente in sintonia tra di loro, e la prima ballerina Virna Toppi, che insieme a Martina Valentini e a Mattia Semperboni, ci regala questo delizioso “cameo” nel passo a tre del primo Atto. La danse des coupes anch’essa nel primo Atto, viene affidata unicamente al corpo di ballo maschile, che si destreggia in una polonaise un po’ troppo militaresca.

Il balletto raggiunge il suo apice in un terzo Atto di grande impatto visivo, anche per merito degli originali costumi di Franca Squarciapino, i quali, grazie all’interessante scelta cromatica sui toni del rosa (soprattutto) e dell’azzurro (particolari soprattutto le giacche “cangianti” tra due colori), contribuiscono ad enfatizzare l’atmosfera onirica e fiabesca nell’immaginario del protagonista, e per le scenografie ideate da Ezio Frigerio, raffinate e squisitamente minimal. Molto ben curate anche le luci di Andrea Giretti; a tal proposito è impossibile non menzionare i suggestivi lampi “a tempo di musica” che avvolgono il lago in tempesta durante l’ultimo Atto, e le due figure alate rappresentanti Odette e Rothbart, illuminate tenuamente, che si librano in volo nel momento in cui la ragazza torna ad essere un cigno, e che aprono e chiudono il sogno di Siegfried, all’inizio del primo Atto e alla fine del quarto.

Il lago dei cigni torna (abbastanza) trionfale al Teatro alla Scala sotto la direzione di Vello Pähn, grazie al suo talentuoso corpo di ballo e alla sua Orchestra, e riscuote lunghi e fragorosi applausi.

D’altronde lo sappiamo, Il lago dei cigni è il bicchiere di vino a fine giornata, la bella spaghettata dopo una notte di follia: non si sbaglia mai.

Michele Carmone
12 luglio 2025

La locandina

Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij
Scene Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Direttore Vello Pähn
Luci Andrea Giretti
Personaggi e interpreti:
Odette/Odile Nicoletta Manni
Siegfried Timofej Andrijashenko
Rothbart Marco Agostino
La regina Francesca Podini
Passo a tre Virna Toppi, Martina Valentini, Mattia Semperboni
Solisti valzer Agnese Di Clemente, Linda Giubelli, Vittoria Valerio, Camilla Cerulli, Domenico Di Cristo, Navrin Turnbull, Edoardo Caporaletti, Darius Gramada
Quattro cigni grandi Alessandra Vassallo, Gaia Andreanò, Maria Celeste Losa, Martina Valentini
Quattro cigni piccoli Agnese Di Clemente, Camilla Cerulli, Linda Giubelli, Giordana Granata
Solisti ciarda Vittoria Valerio, Christian Fagetti
Spagnoli Maria Celeste Losa, Alessandra Vassallo, Gabriele Corrado, Gioacchino Starace
Solisti tarantella Linda Giubelli, Domenico Di Cristo
Le fidanzate Chiara Ferrara, Giulia Frosi, Fabiana Laneve, Asia Matteazzi, Sienna Caterina Bingham, Stefania Boanta
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala

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