Milano: pallido Mitridate
Sorprende sempre l’ascolto delle opere giovanili di Mozart.
Quattordicenne scrive Mitridate re di Ponto, dramma per musica in tre atti su libretto di Vittorio Amedeo Cigna-Santi, per l’inaugurazione della nuova stagione del Teatro Regio Ducale di Milano.
Adolescente, alle prese con un’opera seria per un teatro di una città importante, sembrano gli ingredienti per un romanzo ma la fulminea esistenza del genio salisburghese, seppur costellata di tappe importanti, non fu sempre così facile.
All’indomani della prima avvenuta il 26 dicembre 1770, il successo di Mitridate, come riporta lo stesso Parini sulla Gazzetta di Milano, fu confermato da una ventina di repliche.
Viva il Maestrino!
Giovane ma non inesperto, Mozart confeziona una partitura in cui, tramite un susseguirsi di arie e recitativi, esplora sentimenti contrastanti. Ira, disperazione e infelicità sono alla base di una drammaturgia in cui i personaggi sembrano non trovare mai un punto di incontro. Un solo duetto, quello tra Sifare e Aspasia, e un quintetto conclusivo sono gli unici momenti di insieme, per il resto tanto individualismo.
A riproporci i prodigi mozartiani è il direttore francese Christophe Rousset che, in una serata straordinaria incastonata nella stagione scaligera, fa rivivere Mitridate in forma di concerto.
Alla testa de Les Talens Lyriques, Rousset punta dritto senza soffermarsi troppo sulla cura del dettaglio. Tempi rapidi, fraseggio funzionale ma non ricercato, attacchi non sempre puliti, poche dinamiche ma soprattutto una gestione metronometrica dei recitativi non rendono giustizia al valore di questa partitura.
C’è chi dice che il barocco si fa così, tuttavia si tratta di un’opera del 1770, in cui Mozart formalmente guardava al passato ma inevitabilmente lascia intravedere -non tanto velatamente- una cifra stilistica contraddistinta da passi che ritroveremo ben definiti nella maturità.
Non molto omogenea la compagnia di canto.
Svetta Jessica Pratt nel ruolo di Aspasia per nitore vocale, coloriture impeccabili, timbro sontuoso, brillante negli acuti e nelle coloriture, stilisticamente non sempre coerente ma di certo carismatica per accenti nei recitativi.
Lo stesso non si può dire per il tenore Levy Sekgapane, Mitridate, la cui dizione ha lasciato molto a desiderare così come la gestione della zona acuta è risultata spesso spinta.
Olga Bezsmertna è un Sifare dalla vocalità interessante. Duttile, come dimostra il suo ampio repertorio, la Bezsmertna cerca una cifra interpretativa mantenendo sempre un certo rigore anche in fase cadenzale. A questo ruolo è dedicata l’aria Lungi da te mio bene, la cui rara bellezza è stata incrinata dal solo non molto immacolato del corno (obbligato).
Il ruolo di Farnace sarebbe contraltile e Rose Neggar-Tremblay, seppur mezzosoprano, lo risolve senza forzare il registro medio grave. Tuttavia, seppur corretta, viene a mancare quel peso che ci si aspetterebbe da tale scrittura.
Si distingue il soprano Maria Kokareva nella parte di Ismene la cui ricerca di espressività la ritroviamo anche in una certa consapevolezza dei recitativi.
Bene il tenore Alasdair Kent nel ruolo di Marzio e il soprano Nina van Essen nelle vesti di Arbate.
Essendo in forma di concerto niente regia, scene e costumi ma le continue entrate e uscite da parte dei cantanti con tanto di spartito in mano, in tre ore di opera, dopo un po’ hanno dato fastidio. Andrebbe organizzata meglio.
Applausi anche laddove potevano essere meno scrociasti.
I modelli saranno stati anche quelli precedenti ma Mozart incanta per invenzione, ricerca, innovazione, introspezione e senso del teatro… non basta eseguire le note.
Gian Francesco Amoroso
(18 maggio 2025)
La locandina
Direttore | Christophe Rousset |
Personaggi e interpreti: | |
Mitridate | Levy Sekgapane |
Aspasia | Jessica Pratt |
Sifare | Olga Bezsmertna |
Farnace | Rose Naggar-Tremblay |
Ismene | Maria Kokareva |
Marzio | Alasdair Kent |
Arbate | Nina van Essen |
Les Talens Lyriques |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!