New York: Rigoletto alla corte del Reich

Una Metropolitan Opera House gremita per la 937esima rappresentazione di Rigoletto di Giuseppe Verdi. Con i suoi 3800 posti a sedere il colpo d’occhio dalla platea, verso gli ordini superiori, è sicuramente d’effetto.

Un titolo tanto intimo in uno spazio teatrale tanto vasto potrebbe far tremar le vene ai polsi di ogni regista a cui potrebbe essere dato incarico per la messa in scena. Bartlett Sher sicuramente dorme sonni tranquilli dall’alto della sua esperienza pluridecennale in ambito teatrale e non solo.

La vicenda viene traslata nella Germania all’epoca della Repubblica di Weimar. Necessario? Forse non indispensabile ai fini della vicenda, ma ottimo pretesto per sfoggiare i preziosi e raffinati abiti in stile anni ’30 ideati da Catherine Zuber, che ben si integrano alle pregevoli scene di Michael Yeargan squisitamente Jugendstil che sembrano a tratti quasi strizzare l’occhio all’oro e al rosso cupo che caratterizza la sala.

Una piattaforma circolare occupa la porzione centro-sinistra del palcoscenico manipolando, con il suo ruotare, i volumi degli ambienti che man mano si susseguono durante la rappresentazione. La sala da ballo del palazzo del Duca presenta tre porte laterali che ritagliano pregevoli scorci all’interno dell’ambiente riccamente decorato. A contrasto la casa di Rigoletto e la taverna di Sparafucile e sorella spremono la scena in avanti diventando quasi bidimensionali e disegnando uno spaccato trasversale degli ambienti da cui possiamo seguire gli eventi in tutte le stanze contemporaneamente. A valorizzare ogni aspetto di scene e costumi il buon progetto luci di Donald Holder.

Tutto si fa più lugubre e squallido man mano che la vicenda del protagonista si snoda. La recitazione dei personaggi è teatrale ed esagerata, non si capisce se per via della visione del regista o per il gusto del pubblico Newyorkese. Nel complesso riesce nel trascinare lo spettatore nella vicenda, con qualche pecca nel finale che perde un po’ di tragicità non integrando al meglio il temporale nell’enfatizzare esternamente il turbinio di emozioni provate dal protagonista.

Dal podio Pier Giorgio Morandi è pienamente consapevole di ciò che si svolge in scena. Il suo legame con il palco è indissolubile e regala dinamiche interessanti che fanno trasparire una profonda conoscenza dell’opera. Ottima la prova dell’Orchestra della Metropolitan Opera e del Coro diretto da Tilman Michael.

Prova in salita per il Duca di Mantova Stephen Costello. La sua “De la mia bella incognita borghese” ne mette in evidenza subito le difficoltà in dinamica e legato, nonostante la buona emissione e il timbro piacevole. La prova nel complesso è pregevole soprattutto nel terzo atto nella “Donna è mobile”, attesissima dal pubblico.

Nel ruolo titolo uno smagliante Quinn Kelsey. Convincente in scena sia come buffone che come padre amorevole, dimostra di cantare con cognizione. La sua peculiare emissione si lega bene alla sua voce brunita e rotonda confezionando una buona performance.

Vero diamante della serata Erin Morley nei panni di Gilda. Corsa in sostituzione di una indisposta Nadine Sierra, la Morley brilla in scena portando uno strumento portentoso ricco di colore e agilità.

Buona prova anche per lo Sparafucile di Ante Jerkunica caratterizzato da una emissione calda e omogenea fino alle estensioni più grevi.

Qualche inciampo nell’italiano di J’Nai Bridges non ne invalida completamente l’esibizione anche se ne intacca irrimediabilmente la resa finale, nonostante il suo potente e ben calibrato strumento.

Presente, credibile e dal piacevole timbro anche il Monterone di Jordan Shanahan.

Buona prova anche per Scott Scully nei panni di Borsa, e più che sufficiente il suo compare Marullo interpretato da Jeongcheol Cha.

Completano il cast la Contessa e il Conte di Ceprano, Susanne Burgess e Christopher Job, la corretta Giovanna di Edyta Kulczak, il paggio di Mikki Sodergren e la guardia interpretata da Yohan Yi.

Pubblico divertito e coinvolto durate tutta la rappresentazione con applausi sentiti nei saluti finali.

Matteo Pozzato
(8 novembre 2024)

La locandina

Direttore Pier Giorgio Morandi
Regia Bartlett Sher
Scene Michael Yeargan
Costumi Catherine Zuber
Progetto Luci Donald Holder
Personaggi e interpreti:
Duca di Mantova Stephen Costello
Borsa Scott Scully
Contessa di Ceprano Susanne Burgess
Rigoletto Quinn Kelsey
Marullo Jeongcheol Cha
Conte di Ceprano Christopher Job
Monterone Jordan Shanahan
Sparafucile Ante Jerkunica
Gilda Erin Morley
Giovanna Edyta Kulczak
Paggio Mikki Sodergren
Guardia Yohan Yi
Maddalena J’Nai Bridges
Orchestra e Coro Metropolitan Opera
Direttore del coro Tilman Michael

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