Un tumultuoso inizio di stagione per l’Opéra Comique di Parigi

È stata una serata tumultuosa quella che ha inaugurato la stagione 2018 dell’Opéra Comique di Parigi. Lo spettacolo Et in Arcadia Ego, una “création lyrique” di un’ora e mezza in cui lo scrittore Eric Reinhardt ha raccontato una storia surreale su musiche di Jean-Philippe Rameau, è stato accolto da fischi e “buh” a non finire indirizzati non tanto alle musiche di uno dei padri dell’opera francese e ai suoi esecutori, quanto al team dei realizzatori, lo stesso Reinhardt che ne firma la drammaturgia, Phia Ménard, regista e coautrice con Eric Soyer delle scene e con Fabrice Ilia Leroy dei costumi.

Come in Miranda di cui abbiamo già riferito su queste pagine e ispirata a Shakespeare e alle musiche di Henry Purcell, anche Et in Arcadia Ego appartiene al genere del pasticcio varato dal nuovo Direttore di Salle Favart Olivier Mantei: una creazione innovativa che miscela tradizione e innovazione e, sulla base di musiche del repertorio barocco rappresenta un testo creato per l’occasione: lì la prosecuzione de La Tempesta di William Shakespeare, qui un racconto avveniristico.

Già, perché come ne La Bohème spaziale dell’Opéra Bastille secondo Claus Guth, anche qui siamo trasportati nell’avvenire, un 2088 prossimo venturo in cui la protagonista Marguerite arrivata sana e lucida alla rispettabile soglia dei suoi novantacinque anni rivisita il suo passato. Il viaggio comincia settant’anni prima in quello che sul programma di sala la regista definisce un “big bang interiore” nato dalla tentazione faustiana di conoscere in anticipo la data della propria morte. Il riferimento a Faust, non è casuale, visto il nome della protagonista, Marguerite la cui storia risuona di una voce interiore, la sua, e di un racconto sulle ali della poesia in cui gli interventi corali, sostanzialmente molto parchi, danno voce allo spazio e al mondo materiale.

Nell’Ouverture eccoci lanciati in un altro mondo e assistiamo al crollo di un Pokemon gigantesco di cui si scoprono le viscere, seguono – brechtianamente – tre stazioni legate alle diverse età della vita. Le immagini sono a tratti convincenti e sapientemente illuminate dallo stesso Eric Soyer, certo inducono a una certa inquietudine soprattutto la terribile apparizione finale di una sorta di mostruosa larva che divora la protagonista e invade il palcoscenico. Come dire, Sorella Morte mette sempre paura.

Il testo di Reinhardt scorre e introduce di volta in volta gli episodi musicali che comprendono una trentina di brani tratti da opere, note e meno note, di Rameau i cui testi sono stati riscritti per l’occasione con buona pace dei puristi e che sono eseguiti magnificamente in buca da Les Talens Lyrique diretti da Christophe Rousset che li ha selezionati e, sulla scena dall’altrettanto magnifico coro Les eléments preparato da Joël Suhubiette e dal mezzosoprano Lea Desandre che è Marguerite.

Sulle sue giovani spalle poggia gran parte del peso dello spettacolo: sola in scena – il coro è invisibile – la giovane artista francese ci ha impressionato sia per le sue inequivocabili qualità attoriali sia per i mezzi vocali che trovano bella evidenza nei passi più drammatici come il recitativo di Fedra che scopre la morte d’Ippolito, affrontati con grande souplesse e l’appropriatezza stilistica appresa in quel meraviglioso vivaio che è Le Jardin des Voix di William Christie.

Non a caso lo spettacolo, sostanzialmente pretestuoso, è coprodotto con il Théâtre de Caen dove Le Jardin des Voix è in residenza, e con la Compagnia Non Nova. La sera della prima i fischi per i realizzatori della parte visiva si sono mescolati agli applausi che hanno salutato Christophe Rousset e Les Talens Lyriques grandi specialisti del barocco made in France.

Rino Alessi

(1 febbraio 2018)

La locandina

Direction musicale Christophe Rousset
Mise en scène Phia Ménard
Dramaturgie Éric Reinhardt
Décors Phia Ménard, Éric Soyer
Costumes et textiles Fabrice Ilia Leroy et Phia Ménard
Lumières Éric Soyer
Chef de chœur Joël Suhubiette
Maître Glacier Rodolphe Thibaud
Constructeur décors Philippe Ragot
Manipulateurs scène Mohamed Elarsi, Adèle Ogier, Cécile Briand, Fabrice Ilia Leroy, Rodolphe Thibaud
Avec l’équipe de la Compagnie Non Nova
Marguerite Lea Desandre
Chœur Les éléments
Orchestre Les Talens Lyriques

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.