Pesaro: il canto del Cigno, la Petite Messe Solennelle

Nel nome della sobrietà dell’ultimo Rossini, quello sacro della Petite Messe Solennelle nella versione più ampia per grande orchestra, si è chiusa nel migliore dei modi la trentanovesima edizione del Rossini Opera Festival 2018. Lusinghieri i dati che, a rassegna terminata, la manifestazione marchigiana può esibire: il botteghino ha fatto registrare diciottomila trecento presenze per un incasso di 1.392.000 euro, i dati più alti della storia quasi quarantennale del Festival.

Si è attestata al 67% la percentuale di spettatori stranieri, con ben quarantacinque nazioni presenti e, novità, pubblico proveniente da Bahrein, Guadalupa e Macedonia. Ai primi posti le presenze di pubblico proveniente da Francia, Germania, Regno Unito, Giappone, Stati Uniti, Austria, Svizzera, Belgio, Spagna e Russia. Il pubblico del Rossini Opera Festival è, va detto, un pubblico in prevalenza anziano.

Detto questo, la conclusione in un Teatro Rossini gremito e con un pubblico di appassionati che, grazie alla collaborazione del Comune di Pesaro, ha potuto seguire il concerto di chiusura anche in videoproiezione nella diretta di Piazza del Popolo, non poteva essere più riuscita.

Certo la versione orchestrale della Petite Messe Solennelle che Rossini concepì per soli, coro, due pianoforti e armonium e che ebbe la sua prima esecuzione nel salone dell’Hôtel particulier dei conti Pillet-Will in rue Moncey a Parigi, il 14 marzo 1864, tradisce in qualche modo la riflessività dell’originale. Ma, nonostante la divergenza delle testimonianze, Rossini stesso attese all’orchestrazione della sua ultima Messa che fu rappresentata postuma e anche nella versione ultima è musica che sembra in alcuni momenti abbandonare tutto ciò che vi è di terreno come annotò, dopo averla ascoltata nel 1869 alla prova generale il corrispondente parigino de La Perseveranza. Opera ricca ed evocativa insomma, anche nella versione per grande orchestra, nella fattispecie la Sinfonica Nazionale della Rai magnificamente preparata e diretta da Giacomo Sagripanti, la cui esecuzione ha restituito all’ascolto nella versione di Alberto Zedda anche il Preludio Religioso in origine affidato all’organo.

Molto appropriato il contributo del Coro del Teatro della Fortuna di Fano diretto da Mirca Rosciani e dei quattro solisti chiamati dal Rossini Opera Festival a dare voce all’ultimo peccato di vecchiaia del Cigno di Pesaro. Carmela Remigio, intensa, musicale, compenetrata e intonatissima ho svolto bene i suoi interventi, rispondendo alla perfezione al rigore esecutivo richiesto dal concertatore Sagripanti. Celso Albelo spiccava per la brillantezza del suo timbro tenorile mentre più orientato all’esteriorità risultava il contributo del basso francese Nicolas Courjal, artista comunque di eccellente levatura.

Su tutti spiccava la vocalità opulenta e la forte espressività di Daniela Barcellona, una beniamina del Rossini Opera Festival, un’artista a tutto campo ed eccellente concertista: molto intensa e immedesimata nell’Agnus Dei conclusivo che Rossini affida alla prediletta voce di mezzosoprano con interventi del coro.

“Torno con grande emozione a Pesaro, dove è iniziata la mia carriera, dopo sei anni di assenza” ci aveva dichiarato l’artista triestina alla viglia dell’esecuzione. “Tutto è cominciato qui, Pesaro è stato il punto d’arrivo di un percorso e l’inizio di una nuova fase della mia vita professionale. Sentiamo tutti la mancanza di Alberto Zedda, che vive però nel nostro ricordo. Pesaro ha segnato le mie estati per dodici anni consecutivi dal 1996, anno in cui feci le mie prime esperienze al Festival. Sono state estati di duro lavoro, non credo di essere mai stata al mare, ma di grandi emozioni ripetute poi nelle edizioni più vicine a noi.”.

Daniela Barcellona che da Pesaro è attesa in Svizzera per incidere un’aria inedita de L’Italiana in Algeri in un CD dell’Orchestra della Svizzera Italiana, è fra gli interlocutori che una troupe di Rai Cultura ha incontrato e ripreso durante le diverse fasi del Festival 2018 per realizzare uno speciale del programma In scena, che sarà trasmesso su Rai5 giovedì 4 ottobre alle 21.15.

Ma Pesaro non vive sugli allori e il quarantesimo Rossini Opera Festival che si svolgerà fra l’8 e il 20 agosto 2019 già annuncia due nuove produzioni, Semiramide sotto la direzione di Michele Mariotti e per la regia di Graham Vick, e L’equivoco stravagante (direttore: Carlo Rizzi; registi: Moshe Leiser e Patrice Caurier). In cartellone anche la ripresa di Demetrio e Polibio, messa in scena nel 2010 al Teatro Rossini da Davide Livermore, che per l’occasione sarà diretta da Paolo Arrivabeni, e un Gala finale a celebrazione della quarantesima edizione del Festival.

Rino Alessi
(23 agosto 2018)

La locandina

Soprano Carmela Remigio
Mezzosoprano Daniela Barcellona
Tenore  Celso Albelo
Basso Nicolas Courjal
Coro del Teatro della Fortuna m. Agostini
Maestro del Coro Mirca Rosciani
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

0 0 voti
Vota l'articolo
Iscriviti
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti