Ravenna: il XXV Colloquio del Saggiatore Musicale

Il Colloquio di Musicologia del Saggiatore Musicale, dopo l’edizione 2020 che si è svolta online sulla piattaforma Zoom, è tornato felicemente in presenza per il suo venticinquesimo anno. Una ricorrenza che gli organizzatori, in primis la musicologa Giuseppina La Face,  che è docente nell’Università di Bologna ed è coordinatrice e anima delle attività dell’associazione, hanno reso speciale con un cambio di sede.
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Invece che, come di consueto, presso il Dipartimento delle Arti dell’ateneo bolognese, il convegno si è infatti tenuto a Ravenna dal 12 al 14 novembre, ospite a Palazzo Strocchi e a Palazzo Corradini del Dipartimento di Beni Culturali del Campus della città romagnola, con il sostegno della Fondazione Flaminia.

La coincidenza con il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri ha reso appropriato lo spostamento nella città che ne conserva le spoglie; inoltre, come a suo tempo ci spiegò Giuseppina La Face, «il secondo motivo riguarda il tema molto urgente dei beni musicali, un settore rilevante dei beni culturali.  Sappiamo quanto sia importante, oggi, il discorso sui beni culturali in generale e quindi anche, di riflesso, sui beni musicali, per i quali le tecnologie digitali aprono prospettive molto significative e promettenti. Il Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna ha competenze cospicue acquisite in molti anni dai docenti, dall’archiviazione alla tutela alla digitalizzazione eccetera; per chi in Italia desideri lavorare in direzione dei beni musicali, è imprescindibile. Il terzo motivo è che sempre a Ravenna è stata attivata la Scuola di specializzazione in Beni Musicali».

Immutata la formula del Colloquio, due tavole rotonde alla realizzazione delle quali concorre il Centro La Soffitta del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, più alcune sessioni di relazioni libere che quest’anno sono state selezionate tra un numero particolarmente alto di proposte, tanto che si è reso opportuno organizzare otto sessioni su argomenti disparati, liberi appunto.

La prolusione di Donatella Restani si è incentrata sulla concezione della musica di Boezio, testimoniando di nuove acquisizioni della ricerca in merito. In opportuno omaggio all’Alighieri, l’argomento della prima tavola rotonda, coordinata da Paolo Fabbri, era La “Comedia” in scena: Dante nel melodramma dell’Otto-Novecento. Quello della seconda, coordinata da Alessandro Iannucci e Angelo Pompilio, era Tecnologie digitali: beni culturali e beni musicali.

Proprio a Ravenna, nel 1998, una giornata di studi guidata da Lorenzo Bianconi, che del Saggiatore Musicale è tra i fondatori e l’attuale vicepresidente, discusse di Musica come bene culturale e introdusse il concetto di beni musicali, ripreso nella successiva iniziativa dal titolo I beni musicali: una definizione, a Bologna nel 2004. D’altro canto, il tema delle tecnologie digitali, come quello della realtà aumentata, è ormai di fondamentale rilevanza per la conservazione e la ricerca, come per la fruizione del pubblico e la divulgazione.

Nel corso della tavola rotonda si è avuta testimonianza di iniziative di vario genere, come il lavoro sullo Studiolo di Federico da Montefeltro del Palazzo Ducale di Gubbio, illustrato da Paola Mercurelli Salari e da Nicoletta Guidobaldi, o il sito web Virtual Music Heritage (virtual-music-heritage.fr), di cui ha parlato Camilla Cavicchi, che realizza tra l’altro restituzioni di luoghi non più esistenti come la Collégiale Saint Martin di Tours. O il sito Polifonia: a digital harmoniser for musical heritage knowledge (cordis.europa.eu/project/id/101004746/it), presentato da Valentina Presutti, che è stato avviato nel gennaio di quest’anno e sarà completato nell’aprile 2024; finanziato dalle UE, è indirizzato a creare un’ampia risorsa di conoscenze computazionali a partire da fonti del patrimonio musicale.

Tra gli altri interventi, di particolare interesse quello di Angela Ida De Benedictis sulla piattaforma operativa digitale basata su Gesti, il brano scritto da Luciano Berio per il flautista Frans Brüggen, che può configurarsi come prototipo per l’applicazione su altri lavori.

Patrizia Luppi

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