Per il concerto anteprima – con l’auditorium Paganini riempito al massimo della capienza consentita che finalmente si aggiungeva agli spettatori dello streaming – Michele Mariotti, sul podio della Filarmonica Toscanini tanto emozionata quanto entusiata, ha proposto un programma in cui si confrontavano due degli autori favoriti del dedicatario del festival, Martucci e Brahams con una scelta di tre impaginati tra di loro legati da un filo tutt’altro che nascosto.
l 28 aprile 2021 sono tornata tra il pubblico della musica dal vivo (gli addetti ai lavori non hanno mai smesso di andarci, ma tra chi ha assistito a quei concerti “per pochi” qualcuno era a disagio come chi lo fa solo per mestiere, mentre qualcun’altro non temeva di esibire, senza troppo buon gusto, o un privilegio o “il dovere di cronaca”). Ancora non mi sono del tutto ripresa dallo shock.
Con il suo bel gesto Mariotti ha sottolineato la profondità della scrittura sinfonica delle pagine verdiane, scritte per l’occasione parigina. Dal colore spagnoleggiante delle danze per Don Carlos alla cupezza del sabba delle streghe di Macbeth alle danze delle quattro stagioni, colorate di folclore siciliano.