Roma: Faust simbolo dell’Umanità

Penultimo appuntamento prima di Pasqua dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sono le Scene dal Faust di Goethe di Robert Schumann. Sul palcoscenico della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica insieme all’orchestra guidata dal suo Direttore Musicale Daniel Harding anche il Coro e il Coro di Voci Bianche rispettivamente diretti da Andrea Secchi e Claudia Morelli. Alle masse artistiche si affiancano poi numerosi solisti: il baritono Christian Gerhaher, il soprano Christiane Karg, il basso Falk Struckmann, le sorelle Johanna e Rebecka Wallroth rispettivamente soprano e mezzosoprano, il tenore Andrew Staples, il basso Alexander Roslavets, il mezzosoprano Annelie Sophie Müller, il soprano Natalia Paula Quiroga Romero, il tenore Jesús Hernández Tijera e infine il soprano Patricia Westley.

L’idea che Schumann già ebbe nel 1832 di mettere in musica il Faust di Goethe fu ripresa dodici anni dopo per poi prendere forma in una delle partiture più vaste della produzione dell’autore tedesco: uno strano ibrido tra sinfonia, opera lirica, oratorio e musica di scena che impegnò Schumann per quasi dieci anni.

Suddiviso in tre parti per un totale di sette scene, la partitura sta molto a cuore a Daniel Harding che ha all’attivo una delle pochissime registrazioni discografiche esistenti.

La prima parte, drammatica e movimentata, è ispirata dal Primo Faust, e narra la vicenda amorosa di Faust e Gretchen. La seconda parte, della quale è Faust il protagonista, si svolge nel mondo fantastico degli spiriti e della natura. Il peso allegorico è marcato: Faust è un simbolo dell’umanità intera. Si tratta della parte più suggestiva dell’opera. La terza parte poi è il punto di arrivo e nello stesso tempo l’origine della partitura schumanniana poiché il lavoro compositivo è partito proprio a ritroso dal finale. Le sette scene nella loro interezza sono sette organismi a sé stanti, senza continuità scenica o drammaturgica.

Fin dalla impressionante Ouverture si capisce come Harding punti alla trasparenza sonora che, viste le forze in campo tra orchestra cori e solisti, è sicuramente una scelta vincente davanti ad una partitura con una scrittura così densa e ricca di ricercati impasti timbrici.

I solisti, quasi tutti chiamati ad interpretare più di una parte, sono tutti di altissimo profilo e perfettamente centrati nelle loro parti a partire del carismatico fuoriclasse Christian Gerhaher, sicuramente l’unico solista a poter affrontare le parti di Faust e di Doctor Marianus con così grande autorevolezza e coerenza. La voce è duttile, omogenea nei registri e dotata di una varietà quasi illimitata di colori: si pensi come con il passaggio da un ruolo ad un altro cambio proprio il tipo di suono e di caratterizzazione coloristica del personaggio.

Anche Christiane Karg calza perfettamente al ruolo di Gretchen con una perfetta fusione di intenti con direttore e l’innamorato Faust. Entrambi i solisti hanno registrato le Scene del Faust con Harding insieme anche al tenore Andrew Staples, magnifico in una parte dalla tessitura estremamente acuta.

Di grande impegno è la partecipazione del coro, protagonista di molti episodi e spinto a tessiture impervie (non soltanto all’acuto). Ma è l’orchestra il mezzo attraverso il quale Schumann crea il clima poetico dell’opera: sempre in primo piano non soltanto nei passaggi strumentali introduttivi o di collegamento e protagonista di una esecuzione di alta levatura.

A tal proposito da rimarcare i due interventi solistici nella parte terza del primo violoncello Luigi Piovano e del primo oboe Fabien Thouand. Orchestra e coro sono molto reattivi alle sollecitazioni del direttore inglese che ha un gesto molto personale e che richiede tempo e lavoro per un’aderenza perfetta con le masse artistiche.

Tra il pubblico, silenzioso attento ed entusiasta al termine dell’esecuzione numerosi musicisti di fama e non, accorsi ad ascoltare questa incredibile quanto rara pagina sinfonico-corale.

Luca Di Giulio
(14 aprile 2025)

La locandina

Direttore Daniel Harding
Faust / Pater Seraphicus / Doctor Marianus Christian Gerhaher
Gretchen / Büßerin / Una Poenitentium Christiane Karg
Mephistopheles / Böser Geist Falk Struckmann
Marthe / Sorge / Jüngerer Engel / Büßerin / Magna Peccatrix Johanna Wallroth
Mangel / Jüngerer Engel / Büßerin / Maria Aegyptiaca / Mater Gloriosa Rebecka Wallroth
Ariel / Pater Ecstaticus / Vollendeterer Engel / Jüngerer Engel Andrew Staples
Pater Profundus / Vollendeterer Engel / Jüngerer Engel Alexander Roslavets
Schuld / Mulier Samaritana Annelie Sophie Müller
Büßerin Soprano II Natalia Paula Quiroga Romero
Tenore II Jesús Hernández Tijera
Noth / Büßerin Soprano IV Patricia Westley
Orchestra, Coro e Voci Bianchedell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Maestro del coro  Andrea Secchi
Maestra del coro di voci bianche  Claudia Morelli

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.