Romance, Isata Kanneh-Mason interpreta Clara Wieck Schumann

L’anniversario di un grande compositore è sempre occasione per nuove uscite discografiche e così la Decca per i 200 anni dalla nascita di Clara Wieck Schumann dedica a questa artista del Romanticismo tedesco un monografico, facendo conoscere al pubblico non solo lo stile di una compositrice ancora sconosciuta ai più, ma scoprendo anche una giovane pianista britannica dalle origini africane, interprete del cd. Lei si chiama Isata Kanneh-Mason e il progetto discografico che, in pratica, la lancia sulla scena internazionale si intitola “Romance”.

Questo disco non è l’unico dedicato a Clara nell’anno dell’anniversario, e non è di certo il primo, in quanto l’artista tedesca, passata alla storia come un’eccellente pianista, è stata oggetto di numerose incisioni negli ultimi decenni. Ciò non toglie che ce ne sia ancora necessità per scoprire le sue doti di compositrice, in quanto ancora oggi, a più di cent’anni dalla sua morte, nessun brano è entrato stabilmente nel repertorio dei pianisti, e di conseguenza è quasi impossibile ascoltarla nelle stagioni concertistiche.

Il cd che la Decca ha pubblicato lo scorso 5 luglio è uno di quei progetti che si apprezzano per l’organicità e il pensiero che lo informa: non una semplice monografia ma la proposta di uno sguardo approfondito sullo sviluppo e sui contenuti stilistici di Clara Wieck attraverso diversi generi musicali.

Campionessa in questa tipologia di progetti discografici è la pianista francese Hélène Grimaud, che ha cominciato con il meraviglioso “Reflection” (Deutsche Grammophon, 2006) – presentando Clara assieme alle musiche del marito Robert e di Brahms tra piano solo, concerto, cameristica e Lieder – ed ha proseguito realizzando cd che poggiano sempre saldamente su un ragionamento, una ricerca, un battito, un rimando.

Ma torniamo a “Romance”. La scaletta è ben pensata, poiché pur mantenendo una linea cronologica nei brani, opta per un’alternanza di colori, presentando la concretezza del Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op. 7 (1832), l’intimità delle Romanze per pianoforte op. 11 (1839), la ritmicità del secondo Scherzo in do minore op. 14 (1845), il lato umorale e fantastico delle Romanze per violino e pianoforte op. 22 (1852), il carattere estatico della trascrizione per piano solo del Lied “Mondnacht” di Robert Schumann, la complessità della Sonata per pianoforte in sol minore (cominciata nel 1842 e pubblicata solamente negli anni ’90 del XX secolo!).

Il biglietto da visita di Clara compositrice è, dunque, il Concerto op.7, un brano scritto all’età di soli 13 anni ma che dimostra tutte le potenzialità (o meglio, le qualità già consolidate) di una grande artista, la cui giovinezza si riflette solamente in un’orchestrazione un po’ blanda.

Mentre il saluto con cui chiude il cd, le note che rimangono nell’aria al termine di un lungo e piacevole ascolto, è la Sonata, l’unica composta per il pianoforte, dove troviamo una ricerca complessa e caleidoscopica anche nella frase breve, cosa che si può ben paragonare a quella necessità di trovare un sentire unico e personale propria dei suoi contemporanei e di tutto il Romanticismo da lì in poi.

Come suona la musica di Clara Wieck? Il suo stile si inquadra con coerenza nel primo romanticismo dell’area geografica tedesca. Si riconoscono affinità con il pianismo di Felix Mendelssohn e di Robert Schumann, con la cantabilità di Chopin e con la grinta di Beethoven, autore, quest’ultimo, che prediligeva e per il quale dovette battagliare a lungo con il suo insegnante e padre, Friedrich Wieck, per poterlo inserire nei suoi programmi concertistici (ben 1300 in più di sessant’anni di carriera come pianista).

L’interpretazione di Isata Kanneh-Mason è buona e convincente, considerati i suoi 23 anni e un curriculum che, seppur pieno di riconoscimenti e borse di studio all’interno della Royal Academy di Londra e della potente BBC, manca di esperienze, confronti, corsi e concorsi all’esterno dell’isola inglese che corre a spron battuto verso la Brexit. Questo cd è quindi, realmente, il trampolino di lancio per una carriera che starà a lei costruire anche al di fuori di casa sua.

La musicalità di Kanneh-Mason è lodevole, e le qualità tecniche solide, confermate dalla mancanza assoluta di cedimenti in una scrittura, quella di Clara Wieck, che sa essere virtuosistica e difficile, frutto spontaneo di una mano grande e potente, per la quale la decima è il punto di partenza, e di una tecnica solidissima, costruita attraverso il severissimo studio impostole dal padre Friedrich.

Piace l’intensità lirica che Isata sa trovare nel secondo movimento del Concerto e come riesce a mantenere a lungo una sonorità di estatico pianissimo nella trascrizione di Mondnacht; ottime le sue doti cameristiche nelle romanze col violino e la grinta che sa trovare in alcuni momenti, ma che potrebbe approfondire di più, come ad esempio nello Scherzo – in cui la pianista britannica sceglie un’interpretazione più morbida ed avvolgente, rispetto ad una lettura dal tocco più graffiante, cosa che Clara avrebbe sicuramente gradito – e nella Sonata, aumentandone così la profondità.

Le doti di Isata, unite al suo interesse sincero ed appassionato per questa grande donna dell’Ottocento, sono la giusta alchimia per fare di questo progetto un buon cd e, sicuramente, un ottimo punto di partenza per conoscere Clara Wieck Schumann.

Monique Ciola

ROMANCE – the piano music of Clara Schumann
Pianoforte Isata Kanneh-Mason
Direttore Holly Mathieson
Violoncello Jonathan Aasgaard
Violino Elena Urioste
Royal Liverpool Philarmonic Orchestra
1 CD  – Decca Classics 2019

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