Rovereto: Britten vs. Schumann

Il secondo appuntamento del Preludio di Stagione della Filarmonica di Rovereto – questa volta nello spazio “inconsueto” della ex Manifattura Tabacchi – si è incentrato sul confronto di due partiture tra loro distanti per epoca ed estetica, ma affini per la scelta non convenzionale dell’organico per il quale sono scritte.

Il Phantasy Quartet op. 2 di Benjamin Britten è una composizione giovanile del 1932, scritta quando il compositore aveva appena 18 anni.
Destinata a un quartetto di oboe, violino, viola e violoncello, l’opera – organizzata in un unico movimento continuo, caratterizzato da sezioni contrastanti che seguono una struttura ad arco – rivela già una grande maturità e originalità, mostrando sì l’influenza di compositori come Stravinsky e Bartók, ma anche e soprattutto lo stile personale di Britten e quella malinconia “distante” e disincantata che caratterizzerà il suo intero arco compositivo.

Come nel concerto della sera precedente brilla l’oboe di Giacomo Marchesini – insieme a lui gli impeccabili Lorenzo Tranquillini al violino, la viola di Klaus Manfini e la violoncellista Benedetta Baravelli – al quale Britten affida una narrazione riccamente articolata e personalissima, ancorché in costante dialogo con gli archi in un gioco di iridescenze timbriche e armoniche, nel quale il solista bolognese mostra di essere perpettamente a suo agio.
L’esecuzione risulta così profusa di una luce radiosa ma neppure per un momento invasiva, mantenendosi in un’aura di soffusa meditazione.
A seguire Quintetto op. 44 per pianoforte e archi che Robert Schumann compose nel 1842, il suo “anno della musica da camera”, un periodo di intensa creatività e sperimentazione in cui il compositore si dedicò alla scrittura di opere per piccoli organici, allontanandosi temporaneamente dalla produzione sinfonica e pianistica, introducendo una nuova combinazione strumentale nel panorama della musica da camera capace di inflenzare la produzione successiva di altri compositori, primi tra tutti Johannes Brahms e César Franck.

Qui Filippo Pedrotti, Lorenzo Tranquillini, Nicola Sangaletti, Benedetta Baravelli e Calogero Di Liberto hanno dato vita e slancio ad un’esecuzione lussureggiante per quanto attiene alla melodia, incardinando tutto su di un impianto dinamico e ritmico di grande solidità e che sin dall’Allegro brillante iniziale appare evidente, concretizzandosi nei movimenti successivi, soprattutto nello Scherzo tutto scale e “follia”.

Pubblico folto e giustamente generoso di applausi.

Alessandro Cammarano

(12 ottobre 2024)

La locandina

Oboe Giacomo Marchesini
Violino Lorenzo Tranquliini
Viola Klaus Manfrini, Nicola Sangaletti
Violoncello Benedetta Baravelli
Pianoforte Calogero Di Liberto
Programma:
Benjamin Britten
Phantasy Quartet op. 2 per oboe e archi
Robert Schumann
Quintetto op. 44 per pianoforte e archi

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