Sicurezza in palcoscenico: la posizione di Assolirica

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la lettera aperta di Nicolò Ceriani, Vicepresidente di ASSOLIRICA, in materia di sicurezza nei teatri.
In un auspicabile e civile contradditorio saremo lieti ospitare altri pareri e considerazioni sull’argomento.
La Redazione

Pochi giorni or sono al Teatro San Carlo di Napoli è accaduto l’ennesimo incidente in palcoscenico durante le prove di uno spettacolo lirico. Questa volta la vicenda (nella fattispecie quella di un pannello che, a quanto riportano le cronache sui giornali, si sarebbe staccato anzitempo dalla graticcia per simulare una “caduta controllata”) ha procurato danni fisici a tre interpreti presenti in quel momento sul palco, colpendo, oltre due signore Artiste del Coro, (e provocando ad una di queste, sembrerebbe, una frattura della spalla) la nota e stimata attrice napoletana Marisa Laurito. Questo è il motivo per cui il fatto ha avuto da subito, comprensibilmente, una certa eco mediatica, a differenza di altri casi succedutisi negli ultimi periodi, purtroppo anche assai più gravi di questo.

È infatti da tempo che sui palcoscenici lirici italiani capitano incidenti di ogni sorta, nei quali artisti lirici subiscono danni, in alcuni casi anche assai invalidanti, nella più silenziosa indifferenza e dei mezzi di comunicazione di massa e direi perfino in quella delle dirigenze di alcuni Teatri, che quasi mai si accollano la responsabilità dell’accaduto.

Assolirica (l’Associazione nazionale di categoria degli Artisti Lirici) denuncia da tempo la situazione sempre più precaria della sicurezza in palcoscenico, quale voce indipendente, quasi anonima e non personalizzata e/o identificabile, in quanto si sta arrivando al paradosso del fenomeno di una sorta consapevole di autocensura anche da parte degli artisti stessi che, non sentendosi garantiti da una giustizia rapida ed efficace, temono possibili ritorsioni sulla loro carriera, qualora denuncino pubblicamente una Fondazione lirico-sinfonica o un Teatro di tradizione (in ultima analisi i veri responsabili finali degli accadimenti), e prudenzialmente omettono fatti anche assai rilevanti, preferendo minimizzarli alla stregua di inevitabili piccoli incidenti di percorso.

È evidente che l’allestimento di uno spettacolo lirico simuli quello di un piccolo cantiere, che si modifica anche per quattro volte nella stessa serata (qualora, ad esempio, i cambi scena siano quattro) e dove le variabili di rischio negli spostamenti, ad esempio, di strutture praticabili, sono le più ampie e diversificate.

Il fatto è che in un cantiere edile le norme di sicurezza, se applicate, dovrebbero, ripeto dovrebbero, garantire l’assoluta incolumità dei lavoratori, mentre per contro non sempre nei nostri Teatri, anche in pieno spettacolo, per la necessità di accelerare le pause tra un atto e l’altro o addirittura quelle tra una scena ed un’altra, senza vero intervallo per lo spettatore in sala, i cambi avvengono nella più completa osservanza delle norme, che pur esistono e sono scritte a chiare lettere!

In alcuni casi quindi la fretta per non forare sugli orari di fine spettacolo (con eventuale messa in straordinario di tutte le masse artistiche e relativo aggravio sul costo della serata per il Teatro), ma soprattutto la sempre più evidente diminuzione del personale addetto ai cambi scena o alla movimentazione della stessa durante lo svolgimento di un’azione, sono concause evidenti degli incidenti che oramai accadono con sempre maggiore frequenza.

Il controllo della movimentazione scenica abbisogna necessariamente infatti di un personale numeroso ed attento, ed è sempre più spesso affidato ad un personale in progressiva diminuzione (per una assai discutibile e pericolosa politica di risparmio sui costi) e con oneri di lavoro probabilmente più articolati e diversificati.

Succede anche in tanti altri campi lavorativi: nei nostri ospedali, ad esempio, dove la diminuzione di personale sovraccarica di lavoro e di stress i sempre meno numerosi addetti rimasti, con conseguenze per gli utenti talora fatali; e quando questo succede giustamente ce ne lamentiamo in maniera evidente e le notizie escono con un certo clamore anche sulla stampa, così come ahimè escono quelle tragiche (alle quali ci siamo assuefatti quasi come ad una guerra perenne e silenziosa) sulle morti da lavoro nei cantieri e nelle fabbriche.

Non esce mai nulla invece, quando un incidente capita ad un artista sul palcoscenico, quasi fosse una certo non augurabile fatalità che però, in fondo in fondo, fa parte del gioco!

Ma non è così, e crediamo che a tutto ciò si possa ovviare, rendendo partecipi tutti gli attori presenti in palcoscenico dei rischi, caso per caso, di ogni singolo allestimento. Non è una perdita di tempo, ma una premessa necessaria allo svolgersi di un lavoro sano e fatto in sicurezza.

Esiste il DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei Rischi Interferenti), che deve sempre esser predisposto in qualsiasi allestimento e “l’informativa di sicurezza per singolo spettacolo ai sensi dell’articolo 36, c. 2 del D. Lgs. 81/08 e s.m.”, che con titolazioni diverse, in un qualsiasi paese europeo più rigoroso ed organizzato del nostro, viene regolarmente presentato ed accompagnato alla lettura del contratto.

Le norme, insomma, ci sono; si tratta ora di trovarci tutti ad un tavolo (Ministero, Anfols, Atit ed Assolirica) per provare ad organizzare insieme una serie di modalità di procedure preventive, atte ad ottimizzare in maniera logica ed efficace un protocollo sulla sicurezza anche per gli artisti ospiti (e non) coinvolti negli spettacoli e per fare in modo che ciò avvenga obbligatoriamente in tutti i Teatri con una attuazione costante.

Infine, ci sarebbe da sottolineare il paradosso relativo alla parte assicurativa, garantito dal febbraio del 2022 anche ai lavoratori dello Spettacolo a Partita IVA dall’Inail, dove sembrerebbe che le norme di attuazione per gli eventuali risarcimenti siano assai fumose e contraddittorie e dove i parametri economici relativi al danno si traducono assai spesso in compensi risibili, quando non offensivi.

Ma questa è ancora un’altra storia e l’inizio di una nuova battaglia, anche normativa, che Assolirica ha in procinto di attuare in questi prossimi mesi.

Nicolò Ceriani
Vicepresidente ASSOLIRICA

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