Il silenzio musicale di Nono e Mahler

Il Chigiana International Festival and Summer Academy 2022, intitolato “From Silence”, ruota intorno al concetto di silenzio declinato probabilmente in tutte le sue possibili sfaccettature grazie all’ambizioso progetto del Direttore Artistico Nicola Sani che in meno di due mesi concentra a Siena e nel territorio limitrofo più di novanta concerti.

Il primo programma vede coinvolti numerosi attori nel versatilissimo spazio della Chiesa di Sant’Agostino: il soprano Sarah Wegener, Silvio Celeghin all’harmonium, Guglielmo Pianigiani al pianoforte, Giuseppe Ettorre al contrabbasso, l’Orchestra della Toscana diretta da Yoichi Sugiyama, numerosi allivi chigiani ed infine il Chigiana Percussion Ensemble. In programma No hay caminos, hay que caminar… Andrej Tarkosvkij (1987) per sette gruppi strumentali di Luigi Nono e la versione da camera di Erwin Stein della Sinfonia n.4 di Gustav Mahler.

Il silenzio per Nono e Mahler è la condizione naturale della creatività, requisito indispensabile per comporre e scrivere musica. Se Mahler cercava il silenzio in luoghi remoti o scrivendo di notte, Nono trova nel film di Tarkovskij dedicato alla vita di Rublev una forte tematizzazione del silenzio come spiega esaustivamente Stefano Jacoviello nel dettagliato e ottimamente compilato programma di sala.

Già dall’incipit del brano di Nono si capisce che proprio il silenzio è un elemento chiave con la formazione di questo suono indefinito di armonici quasi acusmatico: la spazializzazione dei gruppi strumentali aiuta moltissimo ad immergere l’ascoltatore in questo alternarsi di suoni e silenzio, di violente esplosioni di percussioni provenienti dal fondo della chiesa e dal palco, in attimi infiniti di attesa e scatti improvvisi. La direzione di Sugiyama è insieme rituale, solenne e chiarificatrice di una pagina che deve essere illustrata, man mano che scorre, all’ascoltatore.

Un intervallo tecnico di sistemazione del palcoscenico porta alla Sinfonia di Mahler.

Questa versione di Stein del 1921 per ensemble di archi, fiati, pianoforte ed harmonium è particolarmente interessante poiché come spesso accade con trascrizioni e arrangiamenti colui che “modifica” una partitura di un altro compositore cerca di proporre una sua lettura, di dare uno sguardo particolare sul lavoro d’altri. E così è anche per questo brano: le scelte di organico sacrificano certe asperità della sinfonia di Mahler, ottoni e timpani su tutti: si pensi all’impennata vertiginosa del Ruhevoll che qui risulta inaspettatamente vuota e personalmente anche forse il più debole della partitura di Stein. Dall’altra parte invece accade che i momenti lirici diventino così incredibilmente intimi ed accorati, cameristici ed intensi da portare altrove l’ascoltatore, che poi è quello che spesso fa Mahler aprendo spazi diversi, alternando improvvisamente e senza soluzione di continuità serio e faceto e soprattutto mettendoli esattamente sullo stesso piano.

L’analiticità di Sugiyama che abbiamo riscontrato in Nono qui è a tratti spiazzante: la trasparenza della scrittura cameristica è spinta all’estremo dalla sua direzione che si sarebbe potuta concedere a più momenti di abbandono ed estemporaneità. Una grandissima menzione va alla meravigliosa Sarah Wegener, soprano che si adatta perfettamente a questo tipo di repertorio unendo plasticità di fraseggio, impeccabile controllo dei fiati e grande intensità emotiva.

Sant’Agostino gremita per questa inaugurazione del Festival tributa lunghi applausi agli artisti coinvolti in questo ambizioso e riuscito concerto chigiano.

Luca Di Giulio
(5 luglio 2022)

La locandina

Direttore Yoichi Sugiyama
Soprano Sarah Wegener Soprano
Harmonium Silvio Celeghin
Pianoforte Guglielmo Pianigiani
Contrabbasso Giuseppe Ettorre
Ort-Orchestra della Toscana
Allievi Chigiani
Chigiana Percussion Ensemble
Carlo Capuano, Carol Di Vito, Davide Fabrizio, Antonio Gaggiano, Emanuela Olivelli, Tommaso Sassatelli, Davide Soro
Programma:
Luigi Nono
No hay caminos, hay que caminar… Andrej Tarkovskij
Gustav Mahler
Sinfonia n. 4 in sol maggiore (versione da camera Erwin Stein)

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