Il confronto rende chiaro, insomma, che in questo inizio di 2020 l’orchestra giovanile vicentina sta compiendo un’esperienza straordinaria: esattamente come accade nelle grandi istituzioni stabili, deve passare da un’epoca all’altra, da uno stile all’altro. Cambiare panorami musicali, affrontare “salite” che richiedano un impegno complesso e sempre diverso.
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Lunedì 3 febbraio torna la grande musica sinfonica dal vivo al Teatro Comunale di Vicenza con la OTO impegnata in un concerto tutto dedicato a Johannes Brahms.
Abituati come siamo ai programmi molto coesi e “collegati” che Alexander Lonquich è solito proporre ai suoi ascoltatori (sia che sieda da solo al pianoforte, sia che faccia musica da camera o salga sul podio), c’era da restare sorpresi nel leggere la locandina del concerto che lunedì lo ha visto protagonista insieme all’Orchestra del Teatro Olimpico al Comunale di Vicenza.
La stagione Sinfonica sarà inaugurata il 27 ottobre dal maestro Emmanuel Krivine che nel programma ricorderà anche il 150esimo anniversario dalla morte di Hector Berlioz dirigendo la Symphonie Fantastique.
La scoperta del jazz da parte della musica cosiddetta “colta” ha avuto nel Novecento momenti di grande fervore creativo, dalle risonanze avanguardistiche, se non rivoluzionarie. Eppure, è difficile considerare questo capitolo come qualcosa di decisivo nella tormentata e complessa vicenda della musica moderna e post-moderna.
Più che di stagione, anche in questa occasione è meglio parlare di stagioni: alla programmazione sinfonica, si affiancano infatti i Concerti POPs, la Stagione di Musica da camera, le attività dedicate ai più giovani (con il Crescendo in musica e i concerti dell’Orchestra Sinfonica Junior e del Coro di Voci Bianche), oltre a una serie di eventi straordinari.
Una serata cameristica nel vero senso della parola quella proposta dalla Società del Quartetto, nella quale un formidabile trio ha affrontato un programma con pagine che potrebbero definirsi in qualche modo “di nicchia”, composte in un arco di tempo tanto ristretto quanto ricco di innovazioni per quanto attiene all’evoluzione degli strumenti e del corno in particolare.
A patto di non ritenere che costituisca un’immersione fra tragiche premonizioni e sublimi rassegnazioni, una serata interamente dedicata alle “opere ultime” di Mozart offre esperienze d’ascolto in effetti straordinarie.
Si è appena conclusa a Rovereto (Trento) la Settimana Mozartiana, giunta alla 26° edizione, promossa dall’Associazione Mozart Italia che dal 13 al 17 settembre 2017 ha coinvolto diversi luoghi e spazi del territorio trentino che furono tappe dei viaggi della famiglia Mozart nella loro percorsi verso la penisola italiana.
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