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Registrato dal vivo durante le recite del 29 e 31 marzo 2019 al Teatro Valli di Reggio Emilia il Serse pubblicato dalla HDB Sonus si pone senza dubbio come punto di riferimento tra quelle già presenti sul mercato discografico.

All’annunciato ma improvvisamente indisposto Fabio Luisi si è sostituito in corsa Michele Spotti, bacchetta di punta tra quelle della Generazione Y – che sta producendo talenti meravigliosi – e protagonista ancora una volta di una prova maiuscola.

All’Arena di Verona la 99°edizione del Festival omonimo si apre con il secondo titolo più rappresentato nel corso degli anni: Carmen di Georges Bizet.

Una ricerca di facile riscontro di pubblico confermata anche dalla scelta dell’allestimento che rispolvera, per l’ennesima volta,  l’allestimento “monstre” di Franco Zeffirelli datato 1995.

Nei due titoli dello spettacolo, la rarità era costituita dallo “Scherzo comico” Il parlatore eterno, vero e proprio “divertissement” firmato nel 1873 da Amilcare Ponchielli in coppia con il librettista Antonio Ghislanzoni, che un paio di anni prima aveva dato a Verdi il testo di Aida. In tempi moderni, risulta che l’operina sia stata rappresentata soltanto un’altra volta, nel 2006.

Il surreale si addice all’Italiana in Algeri, che – come ormai sa anche chi di opera non si interessa – fu definita da Stendhal “una follia organizzata e completa” è sembrata la produzione perfetta nella temperie di emergenza sanitaria che ha colpito il Veneto, e non solo, in queste ultime ore.

In questi giorni è approdata al Teatro Alighieri di Ravenna la nuova edizione di Serse coprodotta da Ravenna Manifestazioni con I Teatri di Reggio Emilia, il Municipale di Piacenza e il Comunale di Modena, ed è stata premiata da un caloroso successo.

Dopo un travagliato inizio di stagione, tra cambi in cartellone in corso d’opera e scioperi di maestranze, al Teatro Filarmonico di Verona va in scena Il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart. La regia è affidata a Enrico Stinchelli, nome noto nell’universo operistico soprattutto per il suo ruolo di conduttore e autore della Barcaccia su Radiotre.

In mancanza di un intervento per disinnescarla da parte di chi ha ruolo e responsabilità per farlo, l’emergenza intorno alla più complicata inaugurazione di stagione che si ricordi al Filarmonico è stata gestita con l’impegno e la buona volontà di tutti quelli che hanno dato vita alla Bohème: in scena, dietro le quinte, nella buca dell’orchestra.

Nel gradevole allestimento che chiude la programmazione di Operaestate Festival Paolo Giani, che oltre alla regia si fa carico di scene e costumi, immagina un mondo di bambini che giocano a fare i grandi, assumendone atteggiamenti e tic, per poi ritornare alla loro dimensione infantile in un una sorta di percorso circolare.