Sei declinazioni dell’Amore: da quello campestre all’amore mistico, dalla tristezza alla ferita, dalla vita al sogno. Quello che colpisce dei programmi proposti dal Palazzetto Bru Zane è la loro straordinaria organicità, il seguire un filo conduttore tanto preciso quanto discreto nel suo dipanarsi.
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La settima stagione del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française si affaccia sul palcoscenico di Venezia e di numerose altre città in Italia e nel mondo. Édouard Lalo e Benjamin Godard sono i due compositori protagonisti della stagione 2015-2016.
C’è un senso d’intimità, di familiarità complice, di intesa sottintesa nella musica per pianoforte a quattro mani. Forse perché, soprattutto in Francia costituisce il veicolo di conoscenza del grande repertorio strumentale ed operistico, tedesco in particolar modo, è attraverso trascrizione a quattro mani che esso giunge nei salotti colti e non solo.
Probabilmente alcuni potrebbero storcere il naso alla definizione di “Beethoven francese” che, a lui vivente, fu destinata a George Onslow. Il compositore francese forse non possiede la dirompente carica creativa del ben più celebre, e non per caso, collega tedesco, e tuttavia con lui condivide la capacità non comune di sovvertire le regole codificate in una sorta di sfida con gli assunti essenziali della forma sonata e della partizione dei temi.
Il trio con pianoforte, nel panorama della musica da camera, suggerisce quasi sempre, un’atmosfera intima, da soirée musicale in famiglia. Il delizioso concerto che il Trio di Parma ha offerto al pubblico del Palazzetto Bru Zane lo scorso sabato ci è parso rispettare questa deliziosa domesticità sia nella scelta del programma che nella sua esecuzione.
Al termine della Prima Guerra Mondiale non ci fu una singola famiglia, tra quelle degli stati belligeranti, nella quale non ci sia stato almeno un caduto da piangere.
Se avessimo un solo aggettivo a disposizione per definire l’atmosfera e le sensazioni trasmesseci dal concerto del giovanissimo Duo Contraste, giovedì scorso al Palazzetto Bru Zane, sceglieremmo senza dubbio “straniante”.
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