Nei due titoli dello spettacolo, la rarità era costituita dallo “Scherzo comico” Il parlatore eterno, vero e proprio “divertissement” firmato nel 1873 da Amilcare Ponchielli in coppia con il librettista Antonio Ghislanzoni, che un paio di anni prima aveva dato a Verdi il testo di Aida. In tempi moderni, risulta che l’operina sia stata rappresentata soltanto un’altra volta, nel 2006.
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Per l’edizione 2020 il Festival Lirico sfida se stesso alzando ancora il valore artistico, la varietà, la creatività e la fama partendo proprio dalle voci, cuore pulsante di ogni produzione e di ogni serata, per dare ad ogni singola serata il sapore di una première.
Nel teatro (d’opera) ci sono ruoli che restano attaccati addosso come una seconda pelle, casi in cui l’immedesimazione dell’artista è così completa che si finisce per perdere i contorni tra maschera e interprete.
Tredici anni e non sentirli; la Tosca secondo Hugo de Ana appartiene alla categoria degli “inossidabili”, ovvero a quegli spettacoli che non perdono smalto con il passare degli anni mantenedo vivo il loro fascino e la presa sugli spettatori.
Uno spettacolo che ha beneficiato di una straordinaria unità tra visione musicale e visione drammatica: spostata di qualche decade nel pieno di una Spagna anni ‘30, la Carmen di Oren e De Ana è maestosa eppure raffinata, colorata eppure sobria, con un’unità cromatica che esalta il teso svolgimento della vicenda senza perdersi in eccessi, tenendo sempre ben controllati tanto gli affollati affreschi sul palco quanto il florilegio timbrico nell’orchestra.
C’erano proprio tutti venerdì scorso all’Arena di Verona: alte cariche dello Stato, con il Presidente Mattarella in primis, la Presidente del Senato, uno stuolo di ministri e poi, sparsi per la platea una folta rappresentanza di “personalità” della cultura e dello spettacolo, tutti in diretta mondovisione […]
Va in scena a Londra il primo revival dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano nella produzione di David McVicar, che nel 2015 aveva gia’ coinvolto Jonas Kaufmann nel ruolo del protagonista.
Si potrebbe dire che Puccini approdi tardi all’esotismo ed ai suoi temi, ma nel momento in cui vi si approccia lo fa da par suo.
Madama Butterfly è molto più della rappresentazione di un Oriente da cartolina; è uno scontro di culture che travolge i sentimenti, già pienamente calata nel Novecento, per la tematica e, soprattutto, per la musica e le soluzioni armoniche e contrappuntistiche che la caratterizzano e ne fanno un capolavoro indiscusso.
Undicesima rappresentazione di Aida per questo 96° Opera Festival all’Arena di Verona. L’allestimento proposto è quello ideato nel 2002 da Franco Zeffirelli che ne ha curato Regia e Scene. Gradito il ritorno delle coreografie originali di Vladimir Vasiliev […]
Dopo Carmen e Aida il 96° Opera Festival porta in cartellone Turandot, l’Incompiuta di Giacomo Puccini. L’allestimento proposto è una ripresa di quello ideato nel 2010 da Franco Zeffirelli, che ne curò scene e regia. Il termine più adatto per descrivere l’impianto registico è “appagante”, ogni senso è stimolato e nessun elemento richiamato alla mente dalla musica è tradito sul palco.
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