Una serata da successo al calor bianco, quindi, che ci fa sperare in un Festival Puccini di grandi celebrazioni, nonché in una Viareggio sempre più al centro della cultura musicale toscana.
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La regia è di Lluís Pasqual, le scene di Daniel Bianco e i costumi di Franca Squarciapino. Protagonisti Francesco Meli, Anna Netrebko, Michele Pertusi, Elīna Garanča, Luca Salsi e Ain Anger.
Al Teatro La Fenice i Due Foscari mancavano dal febbraio del 1977 e vi fanno ritorno in un allestimento del Maggio Musicale Fiorentino che risulta di incomparabile modestia.
Per il centesimo Arena Opera Festival torna in cartellone il titolo più replicato nel mondo: La Traviata di Giuseppe Verdi. L’allestimento proposto è quello firmato da Franco Zeffirelli nel 2019 che ebbe il suo debutto areniano a pochi giorni dalla scomparsa del grande regista.
Se dunque l’occhio ne risulta appagato per la totale immersione in un tempo che fu, vengono a mancare il coinvolgimento amoroso e passionale: vi è staticità, non vi è adrenalina, […]
Con il Don Carlo di Giuseppe Verdi, nella versione in italiano e in 4 atti, si è concluso il Festival d’Autunno del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, evento che ha coinciso anche con la riapertura della Sala Grande del teatro, dopo importanti lavori di completamento […]
Francesco Meli, scelta quanto mai felice, come si è potuto apprezzare già dall’aria di sortita “Mercé diletti amici”. Accanto a lui ha brillato la stella sempre in ascesa di Maria José Siri, che ancora una volta ha rivelato doti vocali ottime, al pari della capacità interpretativa.
Nessuno – eccezion fatta per le prefiche del “povero Verdi” o i “custodi della tradizione – vuole tornare ai fondali dipinti o alle caccole di tradizione, sia ben chiaro, ma la modernità va accompagnata con idee drammaturgiche forti che in questa occasione sono di fatto mancate.
Riccardo Chailly apre la Stagione 2021/2022 con il capolavoro della giovinezza di Verdi
con la regia di Davide Livermore e Luca Salsi, Anna Netrebko, Francesco Meli e Ildar Abdrazakov protagonisti.
Dopo un anno e mezzo di pandemia, Il Teatro dell’Opera di Roma riapre le porte per accogliere il suo pubblico col teatro pieno, rimettendo in scena, per la prima volta dal 1972, la Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi.
Nel caso di questa Traviata, c’è un taglio generico-generalista, nel quale non lascia traccia degna di nota neanche la scelta di collocare la vicenda mentre sta sbocciando la Belle Époque […]
Al netto dello Helzapoppin livermoriano e di una certa autoreferenzialità di Riccardo Chailly – alla testa di un’orchestra e un coro in grande spolvero – si sono ascoltate cose egregie ulteriormente nobilitate dalle parti affidate al Corpo di Ballo.
Nonostante le restrizioni, il Teatro alla Scala celebra il 7 dicembre con una Serata
trasmessa da Rai Cultura su Rai 1 con la direzione del M° Riccardo Chailly, la regia
di Davide Livermore e la partecipazione di 24 tra le più grandi voci del nostro tempo
e dei ballerini scaligeri.
Particolarità di questa produzione – oltre alla qualità di voci e orchestra – è la scelta di rappresentare la versione originaria dell’inizio del terzo atto di Aida, che Verdi sostituì per la prima al Cairo del 1871, in quanto probabilmente giudicata poco “teatrale”.
A 150 anni dalla composizione gli studiosi hanno ritrovato la versione originaria dell’inizio del terzo atto, che la Scala presenta per la prima volta in cinque esecuzioni in forma di concerto
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