È subito evidente, infatti, che questo sia innanzitutto il Ring di Noseda. Non che la regia di Homoki non abbia i suoi punti di forza
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Se Sibelius e Prokof’ev possono giustificare il titolo del concerto (“Tales of the North”, ossia “racconti del nord”), nel programma stonava un po’ Coriolano, per stile e per tema.
Tutto questo non sarebbe ovviamente possibile senza un cast che non solo riesce a reggere le parti, ma mostra in ogni gesto uno studio attento dei personaggi.
Serata di grandi emozioni, quella del 16 agosto al Teatro Comunale per il consueto appuntamento estivo con il Bolzano festival.
Apparentemente instancabili, Gianandrea Noseda e la sua Philharmonia Zürich hanno aperto la giornata di domenica 15 maggio con un matinée alle 11.15.
In questo Rheingold “domestico” sono risultati ancora più evidenti le logiche familiari che dominano la vicenda, anche grazie ad un cast omogeneo e preparatissimo, anche attorialmente.
Il protagonista di questa serata, e non nascondo la mia gioia, è stato Skrjabin. Del visionario compositore sono stati eseguiti il Concerto per pianoforte e orchestra op. 20 e, dopo l’intervallo, il Poema dell’Estasi.
Orchestra orfana della sua importante tournée estiva – ma intelligentemente riorganizzata in un fitto calendario di concerti cameristici sparsi sul territorio europeo e nella sua residenza a Ferrara – la EUYO non salta, fortunatamente, il consueto appuntamento nel teatro bolzanino ed offre una serata sold out di grande apprezzamento.
È un programma inusuale quello che ha accolto il pubblico della Scala il 7 gennaio. Sul podio della Filarmonica, Gianandrea Noseda ha offerto alla platea la Suite dal Pelléas et Mélisande di Fauré, il Divertimento dal balletto Le Baiser de la fée di Stravinskij e la maestosa Terza Sinfonia “con organo” di Saint-Saëns.
E’ stata appena presentata la nuova stagione 2019-‐2020 della Royal Opera House Muscat. La presentazione si è tenuta sul nuovo palco della House of Musical Arts con la partecipazione […]
Il concerto del 18 marzo alla Scala è uno di quelli che vale la trasferta. Di nuovo alla guida della Filarmonica della Scala, Gianandrea Noseda ha offerto un programma con due protagonisti: Maurice Ravel, in prima parte con Ma mère l’oye e la Seconda Suite da Daphnis et Chloé, e Pëtr Il’ič Čajkovskij, che ha terminato il concerto con il suo estremo capolavoro, la Sinfonia n. 6 “Patetica”.
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