Il coreografo-danzatore giapponese opta per un allestimento minimalista all’eccesso fatto di uno spazio buio nel quale l’unica azione è affidata al movimento dei ballerini – per altro assai bravi – chiamati a rendere visibile la musica attraverso movimenti tanto fluidi quanto ripetitivi e allo spostamento di tre cubi di tubolare metallico a simboleggiare i “mondi” di Piacere, Disinganno e Tempo.
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Stefano Monti cala l’azione in una sorta di Barocco futuribile in cui l’elemento scenico così come i costumi ferrigni e screziati di rosso richiamano le atmosfere stranianti di Metropolis […]
Inaugurazione fresca e brillante, per la stagione lirica del Teatro Alighieri, con un titolo di raro ascolto. L’isola disabitata è pochissimo nota in Italia, come in generale tutta la ricca produzione operistica di Franz Joseph Haydn, ma è anche uno dei suoi lavori meno diffusi in campo internazionale
Nei brani solo strumentali – non propriamente favoriti dall’acustica molto asciutta del Ridotto – il Pomo d’Oro ha realizzato un fraseggio franto, talvolta tagliente, lontano dalle pletoriche tradizioni esecutive non storicamente informate.
A pochi giorni dalla riapertura dei teatri, Società del Quartetto e Orchestra del Teatro Olimpico presentano un bouquet di nove concerti dal titolo Suoni di Primavera in programma nella sala maggiore del Teatro Comunale di Vicenza dal 10 maggio al 28 giugno.
Barbiere in forma di concerto non avrebbe avuto senso e così Bonajuto ha cercato di mantenere l’impianto registico di De Tomasi, originariamente ricco di gags, -per buona pace di chi ama un Rossini ripulito dalle comiche tradizioni- cercando nuovi espedienti, talora ben escogitati come la celebre scena della barba.
Gian Francesco Amoroso incontra i protagonisti del Barbiere di Siviglia, il 20 dicembre in streaming dal Teatro Municipale di Piacenza.
Il “reinventarsi” è diventato imperativo e i risultati sono in più di un’occasione di assoluto rilevo, come nel caso dell’Aci, Galatea e Polifemo proposto dal Teatro Municipale di Piacenza nella ricostruzione della versione napoletana “ripensata” da Händel per Senesino.
La carena di nave in costruzione immaginata da Massimo Checchetto – Leitmotiv della Nuova Fenice – appare qui particolarmente appropriata a contenere una vicenda in cui il mare, il viaggio e la partenza sono elementi essenziali.
«Variety is the soul of pleasure» recita un adagio inglese che a ben leggere rivela una serie di sottili doppi sensi, ma che qui prendiamo come assunto del favore di cui i pastiches godevano presso il pubblico londinese nella prima metà del Settecento, quando a contendersi i favori del pubblico erano Händel, Porpora e Hasse – sostenuti da opposte e agguerritissime fazioni – per quel che atteneva alla composizione e Farinelli e Senesino, che con il loro canto suscitavano furori che oggi si riservano solo alle rockstar e forse nemmeno.
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