E infatti la regia punta sulla contrapposizione tra le forze dell’oscurantismo religioso, rappresentato dalla Regina della Notte, e la forza razionale della conoscenza ispirata al Secolo dei lumi e rappresentata da Sarastro.
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Stavolta però la scelta è caduta sulla versione francese del 1774 su libretto di Pierre-Louis Moline, che per la prima volta è stata rappresentata a Firenze.
Il mito di Medea è stato declinato in molteplici forme nel corso dei secoli assumendo di volta in volta le caratteristiche che maggiormente si attagliavano al “presente”: è così da Euripide a Pasolini passando per Corneille.
n collaborazione con il Comune di Bergamo e grazie all’etichetta discografica Dynamic per il Venerdì Santo sarà disponibile l’esecuzione diretta da Corrado Rovaris realizzata a Bergamo nel festival Donizetti Opera 2017.
Mozart si mise in viaggio per Praga a settembre del 1787, lo accompagnava Konstanze; partirono in carrozza “La vettura arancione reca dipinti sopra e intorno agli sportelli mazzetti di fiori a colori naturali, ha i bordi filettati d’oro ma non è verniciata con la lucida lacca cara all’attuale carrozzeria viennese, né ha la cassa tanto panciuta bensì rientrante… […]
La prima opera di Rossini, Demetrio e Polibio (che poi, per vari motivi, non fu la prima rappresentata), nacque in un contesto produttivo molto particolare eppure caratteristico sia del costume teatrale che della popolarità dell’opera italiana nel primo decennio dell’Ottocento.
Gli anni passano e il grande labirinto rotante di porte e damaschi fisicamente scricchiola sotto il peso del tempo. Le fondamenta restano però solide, e dopo ben nove anni l’allestimento della “triade” […]
Nato in circostanze quanto mai auliche – una rappresentazione alla corte di Vienna nel 1751, protagonisti un gentiluomo e quattro dame versati nel canto –, nella seconda metà del Settecento Il re pastore di Metastasio ha avuto nella figura dell’arciduca Massimiliano di Asburgo-Lorena un singolare “testimonial” suo malgrado.
Non esiste opera che possa trovare tante forme di declinazione di quante ne consente Die Zauberflõte. Favola, viaggio iniziatico, percorso dall’infanzia all’età adulta, psicoanalisi, tutto è legittimo nel mettere in scena l’estremo capolavoro mozartiano senza che la sua più intima natura ne venga minimamente intaccata o sminuita.
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