Tecnicamente il gesto si fa più lineare, l’approfondimento delle partiture e la conoscenza dell’orchestra portano a saper toccare le sezioni negli snodi essenziali ottenendo in questo modo un discorso musicale fluido e dinamico.
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È quasi superfluo rilevare l’altissimo magistero dei Wiener Philharmoniker, che anche in quest’occasione hanno esibito compattezza, smagliante padronanza della pratica strumentale e disinvolta duttilità, sensibili e partecipi di fronte anche al minimo gesto di Riccardo Muti.
l metodo di lavoro che Muti trasmette, infatti, e che possiede anche grazie all’insegnamento di illustri maestri come Antonino Votto, è analitico, minuzioso, sviscera ogni aspetto della partitura e scava in profondità nel rapporto tra parola e musica, con costante attenzione al gesto e alla postura.
In un concerto dedicato ad Antonín Dvořák, Riccardo Muti è tornato il 12 luglio alla Rocca Brancaleone per il Ravenna Festival, sul podio dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e con il violoncellista Tamás Varga. In programma il Concerto per violoncello n. 2 op. 104 e la Sinfonia “Dal nuovo mondo” n. 9 op. 95, i due lavori probabilmente più eseguiti del compositore ceco.
Un soccorso umanitario può assumere diverse forme come l’assistenza sanitaria, il dono di cibo, la costruzione di ospedali, ma può declinarsi anche attraverso un bene immateriale: la musica, che offre una bellezza da condividere, affratella e crea una solidarietà che sorregge nel bisogno e nella sofferenza.
Un programma tutto mozartiano preceduto dalla Rêverie, il primo breve brano sinfonico del giovane Aleksandr Skrjabin. Una scelta di brani fortemente simbolica, nel nome della speranza e della positività […]
Giovedì 11 giugno, ore 9.30. Il telefonino si mette a riprodurre quella specie di richiamo della foresta su cui ho impostato il suono del Promemoria, quando scade un impegno. “Foresta di Sherwood”, lo chiamano quelli di Apple. Sono già preparato, non ho bisogno di suggerimenti. Chiudo subito la notifica push che reca scritto “Biglietti Ravenna”.
Aida, in forma di concerto, per il 150° anniversario dalla prima rappresentazione al Cairo nel 1871.
Le Salon Musical ha il piacere di intervistare Rosa Feola, giovane soprano che con seria dedizione e spontaneo entusiasmo sta collezionando importanti successi in tutto il mondo ed entusiastici consensi di pubblico e di critica.
Autenticamente americana è questa serata anche nella seconda parte che offre la Sinfonia “Dal nuovo Mondo” di Dvorak. L’opera venne scritta per la New York Philharmonic nel 1893 e sembra fatta apposta per mettere in luce le leggendarie sezioni di fiati, e in particolare di ottoni delle orchestre statunitensi.
Tra gli impegni che costellano il mese di agosto di Riccardo Muti, e che spaziano da concerti a premi a presentazioni del suo nuovo libro L’infinito tra le note, particolarmente significativo è […]
Dalla chiusura del secondo Festival di musica sacra di Pavia, realizzato in collaborazione con il Teatro alla Scala, all’inaugurazione del trentesimo Ravenna Festival, nel giro di una decina di giorni Riccardo Muti ha diretto due grandiosi concerti di segno differente
Una proposta aperta in tutte le direzioni, tra innovazione e tradizione, titoli poco frequentati e grande repertorio, rigorose letture registiche contrapposte a chiavi interpretative che scardinano i canoni della tradizione, direttori di solida e acclarata fama accanto a giovani e sicure promesse.
A un anno dalla sua ultima acclamatissima presenza, torna martedì 28 maggio alle 20 sul podio del Maggio Fiorentino per l’82° edizione del Festival Musicale, il maestro Riccardo Muti per proporre una partitura del Settecento napoletano […] e che egli stesso ha sottratta all’oblio.
Abbiamo intervisto per voi Claudia Pavone, uno dei più promettenti giovani soprani nel panorama lirico italiano. In pochi anni di carriera professionista ha già avuto modo di calcare alcuni fra i più importanti teatri italiani, collaborando fra gli altri con Maestri del calibro di Riccardo Muti.
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