La produzione di David McVicar è prettamente tradizionale e non contiene alcun riferimento soprannaturale. Le scene si amalgamano alle cupe suggestioni musicali scelte da Britten.
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Continua la fortunata collaborazione tra il regista italiano Damiano Micheletto ed il Covent Garden, con la messa in scena questa volta di un innovativo Don Pasquale di Gaetano Donizetti a Londra.
Mettendo in scena Agrippina la Royal Opera House continua ad esplorare il repertorio Handeliano anche nella stagione 2019/2020. Eseguita per la prima volta a Venezia nel 1709, Agrippina viene universalmente riconosciuta come il primo grande successo operistico di Handel […]
Il Covent Garden gioca in difesa quest’anno decidendo di aprire la stagione con il Don Giovanni di Mozart nella messa in scena di Kasper Holten, che arriva così alla sua alla sua quarta ripresa.
La Royal Opera House ha annunciato i titoli della sua stagione 2019/2020 in diretta via satellite in 1500 cinema di 53 paesi del mondo. In Italia, oltre 100 cinema da Firenze a Roma, da Milano a Padova, da Torino a Napoli, trasmetteranno la nuova stagione della Royal Opera House
Dal sole dell’Andalusia a quello più timido e caliginoso della campagna inglese; la Folle journée viaggia dal diciottesimo secolo per approdare agli anni Trenta del diciannovesimo, in un’atmosfera che rimanda a quella dei romanzi di Jane Austen.
La magnifica direzione del direttore tedesco Marc Albrecht, alla guida di una ispirata Royal Opera Orchestra, ha proposto la prima versione dell’opera di Musorsgkij come il compositore l’aveva pensata nel 1869.
Torna sulla scena londinese, anche con un passaggio in diretta in molte sale cinematografiche, il Faust nel geniale allestimento di David McVicar, nel quale tutto fa capo al démi-monde del Secondo Impero, lascivo e bigotto, ricco e cafone.
Dopo i successi raccolti a Roma e a Madrid e i premi come Best DVD ai BBCMusic award 2019 e il XXXVIII PremioAbbiati come migliore regia del 2018, la nave da guerra Indomitable è approdata a Londra e non poteva che essere una ennesima battaglia vinta.
Alla Royal Opera House di Londra non è consuetudine respirare un’atmosfera di così contagioso entusiasmo come quella presente alla recita domenicale, la seconda, dell’attuale produzione de La Forza del Destino.D’altronde le aspettative, quando si scrittura un cast stellare all’apice della propria fama chiamato a realizzare un’opera che contiene, seppur tra diverse imperfezioni, alcune tra le pagine più intense di tutto il repertorio verdiano, non potevano essere che essere tante.
Prosegue alla Royal Opera House il ciclo dedicato alle opere del compositore ceco Leós Janàček. Dopo Da una casa di morti dello scorso anno il teatro londinese ha portato in scena Káťa Kabanová, ispirata al dramma La tempesta di Alexander Nikolaj Ostrovskij.
La regia trae spunto dalla vita del compositore e dalla tormentata lotta contro la propria omosessualità. Le cronache raccontano il tentativo di “di redimere la propria anima dalle sofferenze morali che lo avevano afflitto negli ultimi anni” (cit. Modest Čajkovskij) attraverso un matrimonio che fallisce miseramente.
In scena alla Royal Opera House il sedicesimo revival della produzione della Traviata nell’elegante e tradizionale allestimento del regista britannico Sir Richard Eyre.
Opera di Natale per eccellenza, come lo Schiaccianoci per il balletto, Hansel und Gretel è molto più che una pagina per bambini.
Engelbert Humperdinck rappresenta uno degli epigoni di maggior valore del tardoromanticismo tedesco di stampo wagneriano, ma è anche compositore che guarda ai suoi contemporanei: l’impronta squisitamente mahleriana che si ritrova soprattutto nelle ballate di Peter e nelle filastrocche dei due protagonisti rimanda direttamente a Des Knaben Wunderhorn.
Nonostante la Royal Opera abbia riunito alcune delle punte di diamante del repertorio verdiano internazionale, la ripresa del Simon Boccanegra attualmente in scena a Londra non si e’ rivelata completamente all’altezza delle aspettative. Lo spettacolo è purtroppo afflitto dai difetti di una produzione tradizionale con una regia stereotipata che, francamente, risulta datata.
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Mattia Gaido
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