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Il 2023 è un anno di grandi aspettative: se il precedente biennio ha costretto il pubblico a restare lontani dal teatro o tornarvi preferendo il biglietto all’abbonamento, l’anno prossimo permette una programmazione di ampio respiro…

Fondazione_Arena_di_Verona

Livornese, classe 1972, Alessio Pizzech approda alla regia d’opera nel 1997 come naturale evoluzione del suo percorso che dal 1991 lo vede impegnato nella direzione di spettacoli di prosa. Il suo debutto al Teatro Filarmonico di Verona segna il ritorno sulla scena del poco frequentato Zanetto di Pietro Mascagni; un’occasione per riscoprire un’opera in cui il verismo cede il passo al simbolismo.

In mancanza di un intervento per disinnescarla da parte di chi ha ruolo e responsabilità per farlo, l’emergenza intorno alla più complicata inaugurazione di stagione che si ricordi al Filarmonico è stata gestita con l’impegno e la buona volontà di tutti quelli che hanno dato vita alla Bohème: in scena, dietro le quinte, nella buca dell’orchestra.

La differenza è sotto gli occhi di tutti. Scolpita nei numeri. Nel tremendo aprile del 2016, quando la Fondazione Arena stravolta dalla mala gestione era a un passo dal baratro (e gli aedi della privatizzazione illustravano con grande risalto mediatico i loro progetti), il piano di salvataggio messo a punto su mandato del duo Tosi-Girondini da Francesca Tartarotti  (dirigente “strappata” a caro prezzo al Maggio Fiorentino pochi mesi prima) fu bocciato per due voti: 132 no contro 130 sì, con due schede nulle e due bianche.

Una manciata di anni separa la Settima Sinfonia di Anton Bruckner, che vide la sua creazione nel 1884 a Lipsia, dalla schönberghiana Verklärte Nacht, eseguita nella sua prima versione per sestetto d’archi a Vienna nel 1902; eppure la distanza fra le due composizioni appare siderale, nonostante l’influenza di Wagner sia ancora marcata in entrambe.

I sogni dell’adolescenza e le esperienze di vita della prima giovinezza che poggiano sul nulla, per poi finire annegati in un baratro che diventa via via più profondo e dal quale la fuga è impossibile.
Questo lo spirito della storia di Manon, Lolita e Lulu ante litteram, nella lettura ancora una volta geniale di Graham Vick, perfettamente aderente allo spirito di Prévost e, soprattutto, al libretto di Illica e Giacosa; il tutto al servizio della musica, trasudante sensualità, di Puccini.

Si potrebbe sostenere, con buone ragioni, che a un’orchestra non basta avere nell’insegna la parola “Salisburgo” per essere considerata titolare del “verbo musicale” del genio nato nella città austriaca 261 anni fa.

Verona – Altro importante concerto, quello di martedì 12, ore 20.30 per il Settembre dell’Accademia al Teatro Filarmonico di Verona. Sarà la celebre formazione della Filarmonica di S. Pietroburgo diretta dal maestro Yuri Temirkanov a sostenerlo, col supporto solistico di una pianista emergente e già famosa: la pugliese Beatrice Rana.