Trento: la prova di Mariotti con l’Orchestra Haydn

Presenza ormai costante quella del direttore pesarese, responsabile musicale del Teatro Comunale di Bologna, nel calendario delle stagioni sinfoniche dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento che ha assicurato doppia presenza nella stagione 2018 – 2019 nel prossimo maggio assieme al pianista Roberto Cominati.

Michele Mariotti, alla testa dell’ Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, si è esibito davanti ad un auditorium quasi esaurito con una esibizione che ha fatto registrare anche una notevole presenza di giovani.

Il programma presentato si articolava su tre nomi eccellenti: Alban Berg (Suite lirica), Franz Joseph Haydn (Concerto per violoncello e orchestra in re maggiore n. 2), solista la giovane Miriam Prandi (1990), a concludere la Sinfonia n.5 di Ludwig van Beethoven. Autori quanto mai distanti nel tempo che Marotti ha inteso unire con una peculiare interpretazione che andasse oltre uno schema preconcettuale e vincolante a stili interpretativi predeterminati.

E così Alban Berg nei tre pezzi della Suite Lirica, rielaborazione per orchestra d’archi fatta dal compositore stesso dall’originale per quartetto d’archi, viene affrancato da Mariotti dai rigidi dettami della costruzione dodecafonica e atonale, cercando di darle continuità e armonia nei tre movimenti, lavorando sul gioco degli archi evidenziando le forme classiche compositive del contrappunto che qua e là compaiono nella partitura e soprattutto giocando con l’elemento finale tale da ricondurlo nel alveo musicale tonale di Mahler.

La parte centrale del programma era segnata da Joseph Haydn con il suo Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in re maggiore: protagonista la giovane strumentista Miriam Prandi, classe 1990, formatasi ai orsi di violoncello di Antonio Meneses, presso l’Accademia Chigiana di Siena, e perfezionatasi a Fiesole e a Vienna con Natalia Gutman. Tante sono state le soprese che ha suscitato questo brano: la Prandi ha voluto togliere di mezzo l’idea di un Haydn formalmente strutturato e rigidamente legato alle convenzioni della forma “concerto”, di cui questo per violoncello n. 2 si presenta ben consolidata nei suoi schemi di fondo, con momenti di libero sfogo al virtuosismo dello strumento solista. Quello che ci ha offerto la giovane solista è stata una interpretazione caratterizzata da una lettura nervosa, frammentaria come se le parti per violoncello volessero preludere a scritture più moderne. Da qui una discrepanza con la linea di assoluta neutralità e fedeltà interpretativa seguita da Mariotti che ha inteso guidare l’Orchestra Haydn in percorsi sonori all’interno delle rotte consolidate del classicismo di Haydn. Ne è risultata nel complesso una interpretazione nuova, affrancata dal virtuosismo fine a se stesso, che si è fatto apprezzare dal pubblico presente che, entusiasta, ha sollecitato la solista a ripetute chiamata alla ribalta, ricompensato con due bis che riassumevano la personalità della solista, il Dolcissimo (1945) di Peteris Vasks e un estratto dalle suite di Bach.

Con la Quinta Sinfonia di Beethoven, ci si è proiettati in altro mondo, nel quale Mariotti ha dato prova di una sua personale interpretazione del mondo sinfonico del compositore di Bonn, togliendo quell’aurea di angoscia esistenziale che di regola connota la lettura di questa sinfonia. Meticoloso è stato il lavoro che Mariotti ha condotto con l’Orchestra Haydn su una ricerca timbrica che presentasse questa sinfonia più attinente al mondo del classicismo musicale di inizio ‘800. Lavoro di gestione del ritmo fatto di alternanza tra momenti sussurrati con altri momenti di pieno slancio eroico; emblema ne è stata la gestione del secondo movimento, tutto giocato tra momenti trattenuti per rilasciarli successivamente depurati da eccessi di eroismo. Idee certamente non nuovissime che trovano sponde in illustri precedenti nel mondo dell’interpretazione beethoveniana. Risultato controverso a cui l’orchestra si è adeguata con professionalità e competenza in tutte le sue sezioni. Pubblico disorientato ma che non ha fatto mancare il suo apprezzamento al direttore con un arrivederci al prossimo incontro in regione.

Federica Fanizza
(7 novembre 2018)

La locandina

Michele Mariotti direttore
Miriam Prandi violoncello
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Programma
Alban Berg Tre pezzi dalla Suite lirica per archi
Franz Joseph Haydn Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in re maggiore, Hob. VIIb: 2
Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 5 in do minore, op. 67

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