Trieste: un convincente Aci Galatea e Polifemo
Aci, Galatea e Polifemo (HWV 72) è una Serenata a tre voci, composta da Georg Friedrich Haendel nel 1708 durante il suo soggiorno napoletano. Il libretto è opera dell’abate partenopeo Nicola Giuvo. Non va confusa con la successiva Aci e Galatea (HWV 49) su testo inglese di John Gay, definita di volta in volta come una serenata, un masque, una pastorale o opera pastorale, e ancora una “piccola opera” (in una lettera del compositore mentre la stava scrivendo), un divertimento. Il Grove Dictionary of Music and Musicians la definisce addirittura un oratorio.
Il lavoro comunque fu originariamente concepito come un masque – ovvero una rappresentazione di situazioni allegoriche, che rimandano alla corte che l’ha commissionato e che, in un atto, coinvolge musica e danza, canto e recitazione, all’interno di una scenografia elaborata. La prima ebbe luogo nel 1718 a Cannors nella dimora del Duca di Chandos.
Haendel più tardi adattò il lavoro in una serenata in tre atti per la compagnia d’opera italiana a Londra, nel 1732, che comprendeva un certo numero di brani dall’Aci, Galatea e Polifemo “napoletano” del 1708. In seguito rielaborò l’opera originale inglese in un lavoro in due atti, nel 1739.
Aci e Galatea è considerata la massima espressione dell’opera pastorale in Inghilterra. Molti critici, come Stanley Sadie, la definiscono addirittura la più grande opera pastorale mai composta.
Per tornare alla giovanile serenata del 1708 – Haendel aveva all’epoca ventitré anni – fu commissionata da Donna Cecilia Capece, Principessa di Squinzano, per le nozze del Duca di Alvito con Beatrice Sanseverino e la sua “mission”, come si usa dire oggi, era tessere le lodi della fedeltà matrimoniale.
Al centro della vicenda, ispirata dall’omonimo racconto delle Metamorfosi di Ovidio, e ambientata in Sicilia, sono la semplicità della vita rurale ma soprattutto la triste storia del pastorello Aci, Figlio del dio Fauno e della ninfa Simetide. Aci è innamorato della nereide Galatea. C’è un terzo incomodo, però, Polifemo, – voce di basso, mentre gli altri due personaggi sono soprani, – che ama, non corrisposto, la bella Galatea.
Quando vede i due amanti nel bosco, accecato dalla gelosia, Polifemo uccide in modo brutale il pastorello. Galatea, a questo punto, trasforma Aci in un fiume dove, immergendovisi, può provare ancora l’ebbrezza del suo abbraccio.
Lo spettacolo è ideato da Donatella Busetto che siede all’organo. Lo abbiamo visto e ascoltato con piacere l’altra sera al Teatro Miela di Trieste – sala poco avvezza al repertorio antico e, purtroppo poco frequentata alla recita cui abbiamo assistito. Aveva debuttato al Verdi di Gorizia e chiuderà in quel piccolo gioiello che è il Teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento il suo tour regionale.
La serenata in forma di spettacolo è la produzione 2023 del Laboratorio per l’opera barocca dell’Associazione Barocco Europeo di Sacile che si avvale della partecipazione dell’Orchestra del Cenacolo Musicale, poco più di venti strumentisti specializzati nel repertorio barocco, validamente diretti da Riccardo Domi, fondatore dell’Accademia dell’Annunciata di Milano. In palcoscenico tre giovani e bravi artisti preparati stilisticamente da Sara Mingardo e usciti da un concorso creato ad hoc, e cioè Maddalena De Biasi, Aci, Emma Alessi Innocenti, Galatea e il basso italo-brasiliano Yuri Guerra, severamente messo alla prova dal virtuosismo che Haendel destina a Polifemo. A loro si affiancano i mimi Andrea Maddalozzo, Leandro Bertolo e Marta Lucchese che con la freschezza della loro gioventù realizzano assieme ai colleghi cantanti uno spettacolo che la regia di Cesare Scarton vuole semplice e lineare, forte, però, dell’allestimento video-scenografico a cura degli studenti del Triennio in Scenografia di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Una volta lodati l’esecuzione musicale e lo spettacolo, salutato con favore dal pubblico in sala – pochi ma appassionati, – va detto che il progetto di cui sono espressione, è frutto degli sforzi del Laboratorio per l’opera barocca che nella Regione Friuli-Veneza Giulia è l’unica istituzione culturale e musicale che si propone di diffondere al pubblico non specializzato il genere musicale dell’opera antica. L’intento è di veicolarla nella maniera più accattivante possibile.
Intento riuscito? Non ancora, perché, pur coronata dal plauso del pubblico e dall’esito stilisticamente e musicalmente più che positivo dell’esecuzione musicale, la proposta stenta ancora a decollare. La Regione Friuli-Venezia Giulia è, però, periferica, troppo lontana dal fermento barocchista di centri, grandi o piccoli, più al passo con i nostri tempi che vedono nella musica antica il centro di un interesse sempre più vivace.
Rino Alessi
(18 novembre 2023)

La locandina
Direttore | Riccardo Doni |
Regia | Cesare Scarton |
Ideazione | Donatella Busetto |
Personaggi e interpreti: | |
Aci | Maddalena De Biasi |
Galatea | Emma Alessi Innocenti |
Polifemo | Yuri Guerra |
Mimi | Andrea Maddalozzo, Leandro Bertolo, Marta Lucchese |
Orchestra del Cenacolo Musicale |
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