Udine: Anna Clementi, la musica insolita in outlet
Al Salotto Musicale del Friuli-Venezia Giulia, ideato e curato dalla pianista Agnese Toniutti, piacciono gli estremi. Rispetto agli spazi degli eventi si passa infatti con nonchalance dall’intimità del salotto di Villa Aurora a Fagagna, concerti per venti persone, alla vastità di un capannone industriale alla periferia di Udine. Rispetto alle scelte programmatiche si va dal Novecento agli aspetti più avanzati della musica d’oggi. Musica insolita la definiscono gli organizzatori, per questo ci piace.
Moroso Design Outlet è a pochi chilometri dal centro storico di Udine. Oltre 1000 mq di esposizione. Anche se fuori architettonicamente è un capannone industriale come tanti altri, dentro si respira il calore delle idee, il profumo dei materiali, il piacere dei colori, il gusto del dettaglio, design e arte. Il Salotto Musicale FVG, condividendo lungimiranza con la proprietà, ci ha portato dentro la musica contemporanea. Forme e suoni convivono benissimo.
A.A. Clementi, la serata si intitola così. Le A stanno per Aldo e Anna, padre e figlia. Aldo Clementi (1925-2011) uno dei maggiori compositori del secondo Novecento europeo, allievo di Petrassi, profondo indagatore del suono e tra i pionieri dell’elettronica presso lo Studio di Fonologia Musicale. Anna Clementi, talento travolgente frequenta repertori sperimentali e teatro musicale, vive da molti anni a Berlino. Si autodefinisce un’attrice della voce più che cantante, il concerto udinese certifica bene, in un mix coinvolgente di voce, gesto, danza e teatro, questa scelta comunicativa. Ha collaborato con molti compositori e nel piacevole dopo concerto, com’è nella tradizione del Salotto, ha raccontato ai presenti le emozioni, gli aneddoti del primo incontro newyorkese con John Cage, dove tutto è cominciato.
Proprio Cage domina il programma della serata. Quattro lavori che vanno dal 1942 al 1984. Aria è forse il più noto. Composizione dedicata a Cathy Berberian, fa parte del più ampio Fontana Mix che prevede anche l’elettronica. Si possono qui verificare, approfondire tutti gli aspetti del processo di destrutturazione della parola. Una specie di lingua inventata fatta di suoni vocalici e consonantici, lemmi isolati, rumori, al di fuori di qualsiasi regola lessicale, parole tratte da cinque lingue conosciute dalla Berberian (armeno, russo, italiano, francese, inglese). Siamo alla fine degli anni ’50 e Cage ci apre ad un mondo nuovo. Per sfuggire ai rischi della retorica del cantabile, la voce si sottrae a se stessa, nella ricerca di nuove strade, lontana dai compiacimenti, dalle attese della voce educata, si deve negare.
Nel brano da Song Books entrano in gioco anche oggetti, azioni diverse, carillon, piatti, acqua che scorre, un frullatore, un piccolo megafono che diffonde urla da stadio. Tutti questi gesti, suoni, parcellizzati, ripetuti, alternati, costruiscono un happening dove tutto ha un senso. Di notevole interesse anche i due brevi lavori stimolati dal capolavoro joyciano Finnegan’s Wake. La Toniutti affianca la Clementi e sul pianoforte chiuso usato come percussione quasi ancestrale sottolinea, distribuisce interpunzioni, accenti dietro la voce che, come un’onda sonora, scorre leggibile, distaccata, sognante.
In una immaginaria conversazione con Erik Satie, siamo negli anni Cinquanta, Cage scrive, tra altri elogi, che il compositore francese…è indispensabile. La Clementi lo condivide e ci regala un piacevole e frizzante Je te veux su testo del poeta Henry Pacory. La affianca, con tocco efficace e coinvolgente il pianoforte. In pochi minuti ricordiamo la singolarità, l’originalità del compositore francese. La Clementi ci guida, con un approccio limpido e antiromantico, nei colori e sapori del periodo, i primi del Novecento, nell’umorismo, nelle ambientazioni del caffè-concerto, nel piacere di vivere, tracce di quel mito della semplicità di Satie che avrà ripercussioni importanti su tutto il Novecento musicale.
Potremo considerare due preziosi cammei le brevi composizioni di Aldo Clementi per voce femminile e pianoforte, scritta a 21 anni, e Only di Morton Feldman per voce sola. Entrambe le opere usano i testi poetici di R.M. Rilke (Clementi anche di V. Hugo). Non solo perché ci rendono entrambe gli aspetti più coinvolgenti, intimi, quasi sottovoce della potenza della parola, oltre il valore comunicativo, ma anche la musicalità della lingua, e qui viene fuori l’attrice della voce che da spessore, consistenza al suono, anche mettendo in gioco il corpo, il gesto.
Con il brano di Emanuele Casale, catanese, su testi del poeta Biagio Guerrera, catanese, la Clementi fa affiorare la traccia familiare siciliana, anche Aldo il padre, era catanese. Una composizione per voce sola dove le parole diventano fantasmi sonori, ne perdiamo il senso, ma ci evocano nell’esposizione, nella cadenza, i temi cari alla musica popolare di quelle terre: vita quotidiana, natura, storie d’amore, il lavoro dei campi, le feste religiose. Il tutto macchiato da un retrogusto malinconico che la Clementi rende vitale senza effetti speciali, ma esponendo la sua sicilianità, il profumo del mare.
La serata chiude con due compositrici giapponesi Mieko Shiomi e Yoko Ono. Le loro opere rimandano al movimento artistico nato negli anni Sessanta e denominato Fluxus. Sperimentalismo, interdisciplinarietà, improvvisazione, happening, aspetti performativi, ne sono i caratteri fondanti. In una visione aperta dove l’arte è vissuta come esperienza di vita collettiva contro ogni convenzione, le opere presentate dalla Clementi attraverso azioni, gesti, vocalità, ci trasportano in quegli anni ricchi di aspettative e ricerca. Appollaiata su uno scaleo legge/canta schede che poi lancia tra il pubblico, ogni svolazzo viene sottolineato con ironia dalla tastiera della Toniutti. Con la Ono la Clementi si trasforma in una bambina impertinente che corre urlando a perdifiato tra sedie, tavoli e divani. Energia, sfrontatezza, sfacciataggine, un invito ad agire che l’artista, per non rischiare di musealizzare repertori ampiamente storicizzati, lancia nella nostra complessa contemporaneità. Guardare il mondo con gli occhi di una bambina che reclama un futuro potrebbe essere un’idea. Urliamo contro.
Paolo Carradori
(29 maggio 2025)
La locandina
Voce | Anna Clementi |
Pianoforte | Agnese Toniutti |
Programma: | |
Dieter Schnebel | |
An-sätze für Selbst-und Mitlaute nebst Kopfbewegungen (1985) | |
John Cage | |
The wonderful widow of eighteen springs (1942)* | |
Nowth upon Nacht (1984)* da “Finnegan’s Wake” di J.Joyce | |
Aldo Clementi | |
Due poesie, per voce femminile e pianoforte su testi di R.M. Rilke e V.Hugo (1946)* | |
Morton Feldman | |
Only (1976) su testo di R.M. Rilke | |
John Cage | |
Solo n. 10 dai Song Books (1970) | |
Erik Satie | |
Je te veux (1903) su testo di H. Pacory | |
Emanuele Casale | |
Composizione per voce (1997) su testo di B. Guerrera | |
John Cage | |
Aria (1958) | |
Mieko Shiomi | |
Falling event for a pianist, by the reports of Spacial Poem (2022)* | |
Yoko Ono | |
Voice piece for Soprano (1961) | |
Scream against the wind | |
Scream against the wall | |
Scream against the sky |
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