Venezia: in tre per Musica con le Ali

Giovedì 6 giugno alle 18 presso le Sale Apollinee del Gran Teatro La Fenice di Venezia si è svolto il penultimo appuntamento della stagione di Musica con le Ali, l’associazione creata da Carlo Hruby che da diversi anni sta facendo concreta opera di promozione per giovani talenti del panorama musicale italiano. Giovani talenti cui non vengono semplicemente offerti concerti, ma che sono esortati e chiamati ad esibirsi insieme, sia tra loro che con concertisti ormai affermati, per favorire la nascita di collaborazioni e un sano e cameristico scambio musicale. In questa chiave va dunque interpretato il concerto di giovedì, che ha visto esibirsi insieme il violinista Paolo Tagliamento, la violista Benedetta Bucci e la pianista Margherita Santi.

Come brano d’apertura è stata scelta la Sonata per violino e pianoforte in si bemolle maggiore K 454 di Mozart la cui esecuzione ha un po’ anticipato l’atmosfera di tutto il concerto: sicura, precisa, accorta ma statica e fin troppo cauta. Paolo Tagliamento non ha certo dubbi sul suo strumento e sostiene benissimo la scoperta parte mozartiana fin dal Largo introduttivo, con suono nitido e intonazione solida. Non da meno Margherita Santi, che dimostra fin da subito la pienezza dell’appoggio unita ad una cantabilità limpida e rotonda. I due musicisti si studiano, si squadrano e l’insieme è ottimo (salvo una piccola scivolata nello sviluppo dell’Allegro), cosa potrebbe dunque mancare, viste le ottime premesse? A mancare è il gioco: complice sicuramente il poco tempo a disposizione per provare, si distingue chiaramente che l’attenzione dei due è dedicata al controllo della materia sonora, ben più di quanto lo sia alla ricerca di una fantasia di timbro e fraseggio che evochi il vivace dialogo suggerito dalla partitura. Santi e Tagliamento si guardavano e si ascoltavano, ma più per andare insieme che per fare musica insieme. Meglio sotto questo aspetto il secondo movimento, in cui il morbido cantabile della pianista veronese è stato splendidamente sostenuto dagli arabeschi di Tagliamento, che però non si è distaccato da un approccio piuttosto algido. Bisognerà attendere le esuberanti volate dell’Allegretto per vedere i due musicisti concedersi finalmente alla musica, per assurdo proprio nei punti più scomodi.

Non diversa l’interpretazione di Benedetta Bucci di Adagio e Allegro op. 70 e Fantasiestücke op. 73 di Schumann. Per l’Adagio e Allegro bisogna ammettere che l’esecuzione alla viola della parte inizialmente pensata per corno, violino o violoncello (e al giorno d’oggi spesso presente nei concerti in quest’ultima veste) non è delle più fortunate: tanto nella distesa cantabilità dell’Adagio quanto nell’appassionato slancio dell’Allegro si è sentita distintamente la mancanza delle ampie sonorità del corno o del violoncello. Meglio i Fantasiestücke, la cui origine per clarinetto si è sposata bene con la sonorità proteiforme della viola. Benedetta Bucci, peraltro, ha saputo perfettamente utilizzare la natura del suo strumento, dimostrando al contempo una notevole solidità tecnica. Le osservazioni che si possono fare sui due brani schumanniani sono le stesse di Mozart, con la differenza che il compositore romantico ha sofferto ancor più la staticità e la sostanziale compattezza del discorso, che nella mancanza di gioco cameristico ha mancato di cogliere tutta la libertà e la varietà che Schumann versa a piene mani anche in questi frutti maturi della sua stagione creativa. Un plauso va però rivolto a tutti i musicisti per essere riusciti a controllare perfettamente l’equilibrio dinamico: nonostante l’ingombrante Fazioli, Margherita Santi non ha mai coperto violino e viola, in questo aiutata dal suono chiaro e penetrante di Benedetta Bucci e Paolo Tagliamento, che si è sempre stagliato senza sforzo sulle dense parti pianistiche.

Brano meglio realizzato del concerto è stato senza dubbio il Trio in mi bemolle maggiore per clarinetto, viola e pianoforte “Kegelstatt” K 498 di Mozart, ovviamente con il violino al posto del clarinetto. Nonostante le osservazioni generali finora condotte rimangano fondamentalmente valide, i tre giovani musicisti hanno qui saputo sollevarsi da una meticolosa restituzione del testo per iniziare quel dialogo tanto richiesto. In questo ha senza dubbio giovato l’ottimo insieme del trio, supportato soprattutto dalla violista, eccellente nel rapporto tanto con il violino quanto con il pianoforte. Evidentemente l’esperienza di Benedetta Bucci come violista del Quartetto Adorno mostra i suoi notevoli frutti. Del Kegelstatt ha colpito soprattutto il Trio dal Minuetto, una pagina di grande raffinatezza timbrica che ha meravigliosamente contrastato con una resa piuttosto energica del Minuetto stesso: se ce ne fosse stato bisogno, la dimostrazione delle effettive qualità dei tre più che validi musicisti.

Alessandro Tommasi
(6 giugno 2019)

La locandina

Violino Paolo Tagliamento
Viola Benedetta Bucci
Pianoforte Margherita Santi
Programma:
Musiche di W.A. Mozart, R. Schumann

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