Venezia: introspettivo e intimo il Macbeth secondo Michieletto

Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna recita il detto. Ma cosa accade quando questa donna non è altro che un arrivista assetata di potere disposta a tutto per ottenerlo? Nel Macbeth inaugurale del Teatro la Fenice di Venezia, il regista Damiano Michieletto trasforma la scena nella rappresentazione onirica del protagonista. Possiamo quindi vedere con i nostri occhi il gioco di luci e ombre, ragione e follia che attanagliano lo spirito lacerato di un uomo (schiacciato dal peso del rimorso) lanciato verso una tragica fine da una moglie/madre ossessionata dalla scalata al trono.

Macbeth in primis soffre per la perdita di una figlia che gli si ripresenterà sotto forma di triplice vaticinio pronunciato da un gruppo di fattucchiere emerse dalla nebbia. Il coro delle streghe si astrae totalmente di ogni traccia di umanità, velette nascondono i volti e gli azzeccatissimi costumi di Carla Teti ne confondono le forme. Vesti, canotte, abiti tra la cipria e il bianco in un’eterea massa immateriale tra sogno ed incubo.

Il sangue è sterilizzato di ogni drammaticità: bianco, denso e copioso cola dai corpi degli assassinati; per Macbeth non rappresenta in sé nulla di più di una macchia. 

L’attenzione dello spettatore viene spinta dal regista verso il carminio, che invece caratterizza tutti gli oggetti che con le sventurate profezie hanno a che fare.

Il nylon è il grande protagonista delle scene ideate da Paolo Fantin, non solo delimitando gli spazi sul palco ma rappresentando il velo che separa l’aldilà dal mondo terreno, riuscendo anche grazie al disegno luci studiatissimo di Fabio Barettin a intrattenere senza mai annoiare e escogitando sempre nuovi escamotage in grado di appagare la vista. Ecco come la foresta di Birnam si tramuta in una fredda distesa di altalene a catena; le sedute rosse emergono dalle bare disposte durante la veglia della sterminata famiglia Macduff.

Specialmente nella parte iniziale dell’opera fino al “Vieni! T’affretta!” la direzione di Myung-Whun Chung, con la partecipazione piena dell’Orchestra del Teatro La Fenice, è sincopata, incalzante; non lascia allo spettatore un attimo di respiro precipitandolo nell’angoscia di un mondo allucinato e popolato da spiriti e streghe, incarnati dal’ottimo Coro diretto da Claudio Marino Moretti. Perfettamente allineato all’idea registica, Chung ha il pieno controllo dell palcoscenico, dipingendo momenti di pathos incredibili servendosi di agogiche stringate.

Luca Salsi è un Macbeth di indubbio spessore. Completamente a suo agio nella parte dipinge un uomo forte ma completamente eroso dalla colpa e dall’invidia. La voce potente dal timbro caldo e rotondo, riempie la sala e tocca nel profondo.

Non è da meno la Lady di Vittoria Yeo che, anche se non dotata di una voce particolarmente corposa, centra le agilità e controlla senza difficoltà i passaggi di tono. Assolutamente credibile in scena, canta con trasporto veicolando sentimento e passione.

Simon Lim è un Banco dall’emissione sicura e più che discreta. Anche se a volte il suo strumento risulta graffiante e metallico, la sua prova si chiude con votazione senz’altro positiva.

Completano il cast il corretto Macduff di Stefano Secco, il Malcom di Marcello Nardis, Il buon medico di Armando Gabba, la dama di Lady Macbeth Elisabetta Martorana, il domestico di Macbeth Antonio Casagrande, il Sicario di Emanuele Pedrini e l’Araldo di Umberto Imbrenda.

Grandi applausi per tutti i cantanti in particolare per i due protagonisti. Vera e propria ovazione per il direttore. Contestazione assolutamente immotivata all’uscita di regista, scenografo e costumista.

Una serata di grande Teatro.

Matteo Pozzato
(23 novembre 2018)

La locandina

Direttore Myung-Whun Chung
Regia Damiano Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Light designer Fabio Barettin
Movimenti coreografici Chiara Vecchi
Personaggi e interpreti:
Macbeth Luca Salsi
Banco Simon Lim
Lady Macbeth Vittoria Yeo
Dama di Lady Macbeth Elisabetta Martorana
Macduff Stefano Secco
Malcom Marcello Nardis
Il medico Armando Gabba
Domestico di Macbeth Antonio Casagrande
Sicario Emanuele Pedrini
Araldo Umberto Imbrenda
Tre apparizioni solisti dei Piccoli Cantori Veneziani 
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
Coro di voci bianche
Maestro del Coro Diana D’Alessio, Elena Rossi

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