Milano: c‘è dell’acqua nell’Elisir

Il colore di Elisir d’amore è un elemento alquanto delicato: non è facile, infatti, inquadrare la tinta di quest’opera la cui natura riassume in sé diverse espressioni del teatro musicale.

Se l’aura agreste, già dipinta aulicamente da Bellini nella Sonnambula, tende a emergere in tutta la sua romantica bellezza, al contempo coesistono sullo stesso piano caratteri fra loro diametralmente opposti: una ricca e capricciosa fittavola, un contadino semplice ma di buon cuore, un sergente sciupafemmine, un ciarlatano ambulante e un pretestuoso elisir al gusto di Bordò.

Sottile ironia, pathos, comicità e lirismo si intrecciano in una partitura in cui il melos donizettiano emerge prorompente anche nelle pagine più brillanti, conferendo ai personaggi inaspettate parentesi di nobile accento.

Non bastano pertanto le deliziose scene dipinte e i favolistici costumi firmati da Tullio Pericoli per la regia di Grischa Asagaroff, riproposta dal Teatro alla Scala in questo fresco settembre milanese, a ricreare il caleidoscopico clima dell’opera di Donizetti.

La comicità costruita e mai spontanea, alcune trovate che fanno sorridere ma che alla lunga risultano stucchevoli, appesantiscono l’opera piuttosto di restituire la giusta freschezza ai due lunghi atti.

Lunghi atti ma serratissimi nei tempi staccati dal giovane Michele Gamba la cui visione assai concitata della partitura – inspiegabilmente tagliatissima – lascia poco spazio al canto spianato e ai lirici fraseggi.

Emerge l’Adina di Rosa Feola la cui intelligenza musicale e scenica appare come sempre con estrema naturalezza. Intensa nella frase rivelatrice, spesso trascurata, «Perch’ei delira d’amor per me», tralascia i vezzi da soubrette puntando sul lirismo della scrittura.

Nel personaggio il solido René Barbera, non sempre a suo agio nella tessitura centrale, è tuttavia un Nemorino convincente.

Meno a fuoco all’inizio ma in ripresa durante la rappresentazione il Belcore di Massimo Cavalletti mentre il Dulcamara di Ambrogio Maestri, che si impone per volume vocale, poco concede al retrogusto umano del personaggio.

Bene vocalmente Francesca Pia Vitale nel ruolo di Giannetta.

Dopo tutto è Bordò, non Elisir… un po’ annacquato

Gian Francesco Amoroso
(10 settembre 2019)

La locandina

Direttore Michele Gamba
Regia Grischa Asagaroff
Scene e costumi Tullio Pericoli
Luci Hans-Rudolf Kunz
Personaggi e interpreti:
Adina Rosa Feola
Nemorino René Barbera
Dulcamara Ambrogio Maestri
Belcore Massimo Cavalletti
Giannetta Francesca Pia Vitale
Attore Stefano Guizzi
Orchestra e coro del Teatro alla Scala
Maestro del coro Bruno Casoni

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