Ogni volta che ci avviciniamo alla musica di Stefano Scodanibbio, affiancato all’ammirazione verso la sua straordinaria poetica, ci pervade quel retrogusto di dolore che la sua assenza, oramai da dieci anni, costantemente ci procura.
Sono tuttavia i tre concerti senza titolo, quelli in cui “music is for music”, lo scavo si fa più profondo permettendo a Ipata di esibire un virtuosismo mai fine a se stesso.
Génot e Vigna-Taglianti si rendono protagonisti di una prova brillante in cui domina un fraseggio luminoso e al contempo intimo, il tutto a rendere con intelligenza il gusto del compositore e del suo pubblico.
Il gambista abruzzese Matteo Cicchitti e al suo ensemble Musica Elegentia puntano il faro su Georg Friederich Wagenseil che di quella “cerniera” tra Barocco e Classico passata sotto il nome di “Stile Galante” è figura di primissimo piano non solo nella sua Vienna.
Il gioco di specchi tra eroine proposto dalla De Bique – con l’apporto essenziale di Luca Quintavalle che insieme al Concerto Köln si pone come perfetto deuteragonista – funziona meravigliosamente bene tra arie arcinote, saldamente nel repertorio dei grandi soprani coloratura, e altre meno frequentate […]
In “Visions”, recentemente pubblicato da Da Vinci Classics, la pianista e compositrice Maria Gabriella Mariani nobilita l’eclettismo, qui inteso come compenetrazione di forme apparentemente non connesse ma al contrario intrinsecamente legate, a livelli di assoluta perfezione.
Tale è fra i moderni lo stesso Luca Fanfoni, anch’egli parmense purosangue. Al suo attivo – oltre al suono bello, di volta in volta argentino e profondo – sta la costruzione di un ensemble a geometria familiare […]
Francesca Dego, violini-star di rango, si pone esattamente alla pari con il “Cannone” nel CD della Chandos registrato nel 2019 a Genova in quel Palazzo Tursi dove il violino monstre è conservato e da cui non esce mai.
Un biglietto da visita ben concepito quello del cantante mantovano, con un excursus interessante in tra pagine note e ammiccamenti a repertori meno battuti.
Nella voce di Divito non vi è traccia di artificio, l’estensione è quella di un soprano naturale sulla quale si incardina una tecnica di assoluto pregio, con agilità sempre nitide e ricchezza d’interpretazione.
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