Renzo Cresti ripercorre il contesto storico, sociale e culturale all’interno del quale Torrefranca sentì la necessità di fare questa vera e propria stroncatura di Puccini e anche del melodramma italiano a lui coevo.

Già nella prefazione, a cura di Michele Dall’Ongaro, si dice che l’intento di Sardelli è quello di insegnarci a interpretare Vivaldi “domandandolo direttamente a lui”.

“Suonare il palcoscenico, conversazioni sulla regia lirica con Stefano Vizioli” è un volume ponderoso, da poco in libreria.

Un libro autobiografico: Andrea Flebas, potrebbe dire l’autore c’est moi, in cui Trieste, denominata la Bella addormentata, ha un ruolo chiave, come l’ha avuto nella vita reale del narratore.

La riflessione storico-critica su questo tema è uno degli elementi di maggiore interesse della più recente monografia pucciniana, firmata da Virgilio Bernardoni (Puccini, 2023, pagg. 576, € 39,00)

Detto questo, il libriccino è una delizia, Alfonso è uomo colto e spiritoso e sa raccontare anche le trame più complicate in una battuta al fulmicotone.

Su questa retorica, Mattioli lascia briglia sciolta a un’ironia resa ancor più tagliente dalla sua scrittura di brillante colloquialità, smantellando con acribia l’idea che aleggia in particolare intorno alla Scala, molto apoditticamente definita “il più importante teatro d’opera del mondo”.

Tutti o quasi (eccetto forse i giovanissimi) ricordano il Quartetto Cetra e, fra i suoi membri, Virgilio Savona, “quello con gli occhiali”. Ma non tutti sanno che Savona, oltre che preparatissimo e bravo musicista, è stato anche critico musicale.

“Il Boemo”, come lo chiamavano in Italia, non era considerato ai suoi tempi uno stinco di santo; e meno che mai “divino” (titolo d’encomio inventato da un romanziere ottocentesco).

Esce finalmente, dopo tre anni di gestazione, un libro intenso e necessario dedicato alla figura di Laurence Feininger: uno scrigno di informazioni sulla ricerca musicale e allo stesso tempo una fotografia dell’ambiente culturale internazionale della prima metà del Novecento, uniti in una approfondita biografia di cui pregevole autore è Giuseppe Calliari, musicologo trentino.

Un’analisi tutt’altro che scontata quella compiuta dallo storico ed estetologo Marco Jacoviello nel suo “Al Calar della notte – Luce e tenebre nel teatro di Mozart” uscito lo scorso anno per la LIM (pp. XVIII+283).

Testi agili, pensati anche per una lettura “singola”, per una meditazione ragionata non riservata solo agli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto per avvicinare anche il semplice appassionato.

La pervasività della azione di Luca Ciammarughi (pianista, critico, radiofonico, divulgatore, organizzatore) è esempio di una generazione che sempre più rifugge una rigida divisione in categorie iper-specializzate e che trova anzi interesse nel creare ponti e lasciare che le diverse esperienze si compenetrino.

Una lettura piacevole, appassionante, in cui non mancano le rivalità con le altre grandi della lirica e molto altro, per raccontare una donna così straordinaria che ha davvero conquistato il mondo.

Mozart senza bufale nella nuova biografia documentaria curata da Marco Murara