CD: Carlo Vistoli canta l’Amor tiranno

Intrecci del destino: proprio alla vigilia della Festa di San Marco la Arcana pubblica Amor tiranno, con un programma in pratica tutto veneziano affidato a Carlo Vistoli e a Sezione Aurea, diretti al cembalo e all’organo da Filippo Pantieri.

A fare da fil rouge l’amore secondo l’Accademia degli Incogniti, tormentato e fonte di crucci più che di delizie, mutevole e capriccioso, incapace di requie, geloso e traditore.

Dell’Accademia – faro del pensiero libero del diciassettesimo secollo, fondata da nel 1630 da Giovan Francesco Loredan – faceva parte Giovanni Francesco Busenello, poeta di Cavalli e Monteverdi, che per loro compone versi sublimi.

Il recitar cantando e cantar recitando trovano alternanza in unità perfetta tra parola e musica, che si compenetrano l’una nell’altra mantenendo ciascuna la natura propria, dando al contempo vita ad una creatura nuova ed autonoma.

Tutto trova realizzazione luminosa attraverso la corda controtenorile di Carlo Vistoli, la cui linea di canto morbidissima si pone a totale servizio di testo e canto, vivificandolo e nobilitandolo con agilità sempre meditate.

Busenello scrive libretti ad alto tasso di erotismo sui quali sia Cavalli che Monteverdi incardinano musica altrettanto erotica, che Vistoli esalta ulteriormente – ma senza mai eccedere in facili calligrafismi – scolpendo i recitativi e cercando il giusto abbandono nelle arie, il tutto a creare atmosfere di grande sensualità.

Negli Amori di Apollo e Dafne Vistoli è Apollo disperato, a tratti deluso, forse incapace di nuova passione, apparentemente vinto; mentre nell’Erismena – composta da Cavalli su libretto dell’Aureli – Idraspe chiede di non amare più. Qui il canto si fa quasi pianto.

Ancor più contrastato è Iarba – nella Didone, sempre di Cavalli – che nel recitativo “Per eccesso d’affetto” respinge l’amore per poi anelarlo nella successiva aria “Che dissi cor mio” in un contrasto tutto “Incognito”.

Nelle due lunghe scene della monteverdiana Incoronazione di Poppea Vistoli dà voce ad un Ottone volitivo e fragile, tanto mutevole d’umore quanto appassionato, assecondato con altrettanta passione dalla Poppea di Lucia Cortese.

Il Diomede rassegnato della Finta pazza di Sacrati – su libretto di Giulio Strozzi, altro Incognito – vibra di passione e di lacrime, che Vistoli rende con partecipata adesione.

Magnifica la resa della ciaccona “Amanti io vi so dire” di Benedetto Ferrari, così come della passacaglia “Così mi disprezzate” di Girolamo Frescobaldi.

Un capolavoro “Ohimé ch’io cado” e soprattutto “Sì dolce ‘l tormento”, dove il controtenore di Lugo dà prova di un controllo perfetto dei fiati e di un fraseggio malioso.

Filippo Pantieri dirige al cembalo l’ensemble Sezione Aurea – impeccabile – non limitandosi ad un mero accompagnamento, trovando anzi la via di un costante dialogo con la voce, strumento tra gli strumenti.

Pantieri inoltre esegue assai bene la Sonata cromatica di Tarquinio Merula, meraviglioso contrappuntista, e “Tornate cari baci”, madrigale di Giovanni Ceresini qui nell’intavolatura per clavicembalo.

Agili ed esaurienti le note del libretto curate da Jean-François Lattarico.

Un gran bel disco, da ascoltare e riascoltare.

Alessandro Cammarano

Amor tiranno
Broken-hearted lovers in the seventeenth century Venice
Carlo Vistoli, controtenore
Filippo Pantieri, clavicembalo-organo-direzione
Sezione Aurea
CD Arcana (2020)

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