Venezia: Reicha e il Flauto Magico

Tre giovanissimi artisti “en résidence” presso la Chapelle Musicale Reine Elisabeth sono stati i protagonisti di un altro viaggio nella produzione a tratti stupefacente di Antoine Reicha nell’ambito del festival organizzato dal Palazzetto Bru Zane e a lui dedicato.

Viktoria Vassilenko, Josquin Otal e Djordje Radevski non mostrano solo di possedere una tecnica pianistica di grande solidità, ma anche una straordinaria maturità espressiva che si rivela ad ogni frase ed in ciascun passaggio.

È nelle composizioni per pianoforte che Reicha rivela, oltre alla solidità dell’impianto armonico e contrappuntistico, la sua vena più fantasiosa, che si manifesta soprattutto nelle fughe e negli studi, che da pagine didattiche acquistano un’inaspettata vividezza.

La Sonate pour piano en fa majeur sur La Flûte enchantée è un meraviglioso esempio variazioni sul tema, in questo caso la Marcia dei Sacerdoti che apre il secondo atto dell’opera mozartiana; qui Reicha dà sfoggio di grande personalità pur rimanendo del tutto fedele al tema che resta costantemente percepibile. La Vasilenko, dopo qualche piccola incertezza iniziale, ne dà una lettura del tutto convincente per corposità di suono e varietà di fraseggio.

A Djordje Radevski, la cui palpabile sensibilità lo rende a tratti apprensivo ma comunque mai insicuro, è affidata la fuga n.9 dalle Trente-six Fugues pour piano, pezzo tanto breve quanto insidioso dal confronto col quale Radevski esce vincitore assoluto dandone una lettura nervosamente analitica e mai priva di profondità. Persuade ancor di più la sua lettura di un ampio estratto dalle Variations sur un thème de Gluck op. 87, rese con una freschezza di tocco che si coniuga ad un fraseggiare ricco di colori.

Josquin Otal affronta quello che probabilmente è il pezzo più interessante di tutto il programma, ovvero l’ Étude pour piano n° 29 “L’enharmonique” tratto dagli Études dans le genre fugué op. 97, nel quale Reicha riesce a coniugare al massimo grado rigore e fantasia. Che il modello sia il Clavicembalo ben temperato risulta del tutto evidente, ma è altrettanto chiara l’intenzione del compositore di servirsene esclusivamente come punto di partenza per sviluppare un discorso del tutto personale e lo studio “L’enharmonique” ne è esempio lampante. Otal si addentra nei meandri contrappuntistici della pagina offrendone un’interpretazione concentrata al punto da rasentare una sorta di introversa intimità.

La Sonate pour piano en mi majeur op. 46 n° 3 è in gran parte debitrice a Haydn nell’impianto generale, ma se ne discosta per invenzioni del tutto personali soprattutto negli sviluppi tematici; qui Otal mostra grande maturità esecutiva ponendo in piena luce la dicotomia dell’impaginato trovando poi una sintesi interpretativa capace di unificarne la lettura senza tuttavia, e a ragione, uniformarla.

Pubblico attentissimo e successo del tutto meritato per i tre pianisti.

Alessandro Cammarano

(11 ottobre 2017)

La locandina

Josquin Otal Pianoforte
Djordje Radevski Pianoforte
Djordje Radevski Pianoforte
 
Antoine Reicha
Sonate pour piano en fa majeur sur La Flûte enchantée
Trente-six Fugues pour piano (n.9)
Variations sur un thème de Gluck op. 87 (extraits)
Études dans le genre fugué op. 97 : Étude pour piano n° 29 «L’enharmonique »
Sonate pour piano en mi majeur op. 46 n° 3

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