Luigi Morassi: dal Tullio Serafin all’Accademia Celletti

Classe 1997 e una voce da baritenore tutt’altro che comune Luigi Morassi si è recentemente posto in luce al Concorso “Tullio Serafin” arrivando in finale – svoltasi al Teatro Olimpico di Vicenza – dopo aver superato selezioni stringenti. Il giovane cantante ha le idee chiare sulla sua carriera e sul mondo dell’insegnamento.

  • Come è iniziata la tua avventura nel mondo del canto?

La mia avventura nel mondo della musica inizia all’età di sei anni con lo studio del pianoforte e della chitarra. Mi sono avvicinato al mondo del canto e del teatro lirico durante gli studi delle scuole medie, periodo in cui spesso frequentavo il teatro Verdi di Trieste, grazie alle gite organizzate dal direttore della scuola. Sono stati dei momenti di estrema importanza nella mia formazione, ho capito che la magia del mondo del teatro ed il canto dominavano la mia sensibilità.

Il momento in cui ho messo alla prova la mia voce è stato in un’audizione per il coro “Lis Vilis”(coro del mio paese) il cui direttore mi ha spronato ad intraprendere lo studio del canto, per approdare al conservatorio “G.B.Martini” di Bologna.

  • Recentemente hai preso una posizione molto decisa riguardo all’insegnamento del canto nei conservatori. Qual è stata la tua esperienza.

Le mie aspettative riposte nel Conservatorio erano molto alte. Ho creduto in questa istituzione come luogo per una formazione completa, finalizzata a preparare ad un vero e profondo percorso artistico professionale.

Dopo qualche mese di studio, questa fiducia è venuta a mancare.

Innanzitutto, programmi di canto non adatti a chi inizia un percorso di studio, formazione tecnica scarsa, continue assenze da parte dei docenti di canto ancora in carriera artistica… un abbandono totale in questo universo così complesso e difficile legato allo studio e alla ricerca della vocalità.

Tutto questo mi ha portato (costretto) a dover fare delle scelte di studio al di fuori del conservatorio (prassi, che ho capito successivamente, veniva seguita dalla quasi totalità degli allievi del conservatorio).

Questa mia scelta e questo mio percorso parallelo mi hanno portato dei grandi cambiamenti dal punto di vista della mia consapevolezza e della mia crescita vocale, situazione che non è passata inosservata all’interno dell’istituto, e in particolare con il docente della mia classe, che tra minacce (come l’impedimento della firma delle presenze) e discriminazioni (come voti inspiegabilmente bassi durante gli esami) ha ostacolato il mio diritto di poter studiare dignitosamente e in serenità all’interno dell’istituto.

Le mie denunce, così come quelle di altri colleghi rivolte al direttore, sono passate in secondo piano, addirittura ridicolizzate. L’unica soluzione applicata è stata un’imposizione di cambio classe, che come prevedibile si è dimostrata inutile e umiliante, fino ad arrivare all’epilogo della mia laurea.

  • Al recente concorso Tullio Serafin il ruolo per il quale sei arrivato in finale non è stato assegnato. Cosa rimpiangi e cosa ti ha insegnato questo mancato traguardo.

La mancata assegnazione del ruolo di Marzio dell’opera Mitridate (Mozart) al concorso Tullio Serafin, non è stato per me un mancato traguardo, nè tantomeno un rimpianto.

Sono felice e molto soddisfatto del grande risultato raggiunto, essendo questo il primo vero concorso del mio percorso artistico.

Il mio traguardo è stato superare la competitiva fase eliminatoria presso il teatro dell’Opera di Roma in contemporaneamente con i teatri alla Scala di Milano, Real di Madrid e il teatro Massimo di Palermo, ed arrivare in finale al Teatro Olimpico di Vicenza con parte della commissione già presente alle eliminatorie.

Probabilmente la mancata assegnazione del ruolo di Marzio a nessun partecipante è stata semplicemente una decisione della giuria.

  • Quali i tuoi obbiettivi e quali le tappe che ti sei prefissato per raggiungerli?

Sono tanti gli obbiettivi che mi sono prefissato: la mia ricerca legata alla vocalità sotto la guida del Maestro Fernando Cordeiro Opa, mi porta ad assistere a simposi e a conferenze sulla voce artistica, e a tutto ciò̀ che è funzionale ad ottenere una maggior consapevolezza e cultura del mio strumento, insieme ad un perfezionamento attoriale e ad uno studio accurato delle lingue, al fine di migliorare la mia prestazione artistica.

Recentemente ho vinto il secondo premio del concorso internazionale di Canto Lirico della città di Belluno, e mi è stato assegnato anche il premio Rodolfo Celetti, ottenendo una borsa di studio per l’accademia di Martina Franca.

  • Quanto conta l’aspetto fisico nella costruzione di una carriera?

L’aspetto fisico, legato ad una forte personalità̀ ed eleganza hanno sicuramente un impatto di rilievo.

Credo profondamente che in questa professione, la qualità, la preparazione, l’onestà intellettuale ed il merito artistico, siano tutto ciò che è necessario per poter affrontare dignitosamente il nostro bellissimo mestiere.

Alessandro Cammarano

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