Salisburgo: gli splendori del Rossini Veneziano
Chiusura in grande stile per il Festival di Pentecoste 2025 a Salisburgo, con un concerto interamente dedicato al Rossini veneziano che ha unito rigore filologico, brillantezza esecutiva e una concezione drammaturgica di rara coerenza, il tutto coniugato all’insegna di una rinnovata fantasia interpretativa.
Alla guida dell’ensemble Les Musiciens du Prince – Monaco, integrato da membri dei Würth Philharmoniker, Gianluca Capuano ha modellato ogni pagina con intelligenza teatrale e senso architettonico, restituendo a Rossini una fisionomia autentica e saggiamente lontana da ogni cliché.
La serata si è aperta con la Sinfonia da Tancredi, letta con una chiarezza formale che ha subito definito il tono del concerto. Capuano ne evidenzia l’equilibrio interno, lavorando per trasparenza e articolazione. Le dinamiche sono cesellate con metodo, il fraseggio orchestrale scorre con naturalezza e tensione costante, senza mai cedere alla routine.
Cecilia Bartoli, anima ideatrice del Festival e grande officiante della serata, ha affrontato la cavatina di Tancredi “Di tanti palpiti” con un controllo assoluto dell’emissione, un registro centrale denso e una coloratura perfettamente integrata nella linea melodica. La Bartoli si conferma maestra nel coniugare espressività e disciplina vocale, con un fraseggio che resta esemplare per chiarezza e finezza.
Accanto a lei, Mélissa Petit ha dato voce ad Amenaide con un timbro levigato e una linea vocale costruita con attenzione al respiro e alla parola. Nella cavatina “Come dolce all’alma mia”, il giovane soprano ha saputo coniugare morbidezza timbrica e precisione nell’intonazione, emergendo con equilibrio anche nei momenti d’insieme con il Coro dell’Opéra de Monte-Carlo, sempre attento e ben preparato da Stefano Visconti.
Nel repertorio più drammatico, la scelta è caduta sull’Otello; Sergey Romanovsky ha disegnato un Moro impetuoso ma sempre sorvegliato sul piano tecnico. La cavatina “Ah! sì, per voi già sento” è stata affrontata con un canto solido, ben proiettato, che mantiene la lucidità anche nei passaggi di maggiore concitazione. L’equilibrio tra lirismo e tensione trova piena espressione nel duetto con Desdemona, dove il tenore russo interagisce con Bartoli su un terreno di assoluta complicità musicale. Il duetto “Eccomi giunto inosservato” – “Non arrestar il colpo” si distingue per coerenza narrativa e precisione ritmica: ogni accento, ogni inflessione è al servizio dell’azione.
La scena di Desdemona, che comprende la Canzone del salice e la preghiera “Deh calma, oh Ciel”, ha rappresentato uno dei momenti più intensi della serata. Bartoli evita ogni eccesso patetico, scegliendo un canto misurato, sorretto da un’intonazione sempre centrata e da un uso consapevole del colore, con l’espressività che nasce da un controllo interno della frase e da un’attenzione costante al senso teatrale del testo.
Il basso Giorgi Manoshvili, nella sua aria di Assur “Il dì già cade” dalla Semiramide, ha mostrato una linea vocale compatta, un centro sonoro ben proiettato e una chiarezza di articolazione che rende ogni parola intelligibile. Nella successiva aria di Mustafà da L’italiana in Algeri, si è distinto per senso del ritmo e precisione sillabica, evitando caricature, ma mantenendo il brio tipico del ruolo buffo.
Il programma ha incluso anche la Sinfonia da Maometto II, interpretata con slancio dall’orchestra, che ha mantenuto sempre equilibrio tra potenza sonora e raffinatezza timbrica. Nella preghiera di Anna “Giusto Ciel, in tal periglio”, Mélissa Petit ha dato prova di sensibilità musicale e saldezza tecnica, con un uso controllato del vibrato e una linea vocale tesa e pulita.
Romanovsky ha infine affrontato la cavatina di Argirio “Se amistà verace e pura” da Tancredi con una proiezione sonora impeccabile, un fraseggio netto e una tenuta del fiato che garantisce continuità e controllo anche nei passaggi più ardui.
Il Finale I dall ‘Italiana in Algeri, con il celebre concertato “Nella testa ho un campanello”, ha chiuso il programma ufficiale della serata con leggerezza e precisione: tempi serrati, articolazione impeccabile, dinamiche modellate con rigore; un conclusione corale che ha esaltato la compattezza dell’ensemble vocale e strumentale.
Il pubblico decreta un meritato trionfo per tutti gli interpreti che ringraziano con una raffica di bis: “Il vecchiotto cerca moglie” (Petit), Tarantella (Romanovsky), “Una voce poco fa” (Bartoli), “La calunnia…” (Manoshvili) per concludere tutti insieme con “Mi par d’esser con la testa”
Alessandro Cammarano
(9 giugno 2025)
Deutsche Version
Rossini in Salzburg: Die Vollendung im Detail für das große Finale der Pfingstfestspiele
von Alessandro Cammarano (9. Juni 2025)
Ein glanzvoller Schlusspunkt für die Pfingstfestspiele 2025 in Salzburg: Ein ganz dem „venezianischen“ Rossini gewidmetes Konzert verband philologische Strenge mit brillanter Ausführung und einer selten kohärenten dramaturgischen Konzeption – all das getragen von einer erneuerten interpretatorischen Fantasie. Unter der Leitung von Gianluca Capuano formte das Ensemble Les Musiciens du Prince – Monaco, verstärkt durch Mitglieder der Würth Philharmoniker, jede Seite mit theatralischem Gespür und architektonischem Bewusstsein, und verlieh Rossinis Musik eine authentische Gestalt, frei von gängigen Klischees.
Den Auftakt des Abends bildete die Sinfonia zu Tancredi, gelesen mit formaler Klarheit, die sofort den Ton des Konzerts bestimmte. Capuano betont die innere Balance des Stücks, arbeitet mit Durchsichtigkeit und artikulatorischer Präzision. Die Dynamik ist mit Methode ausgearbeitet, das orchestrale Phrasieren fließt mit natürlicher Spannung, ohne jemals ins Routinehafte abzugleiten.
Cecilia Bartoli – künstlerische Leiterin der Festspiele und zentrale Protagonistin des Abends – gestaltete Tancredis Cavatine „Di tanti palpiti“ mit absoluter Kontrolle der Stimmgebung, einem dichten Mittelregister und einer Koloratur, die sich nahtlos in die Melodielinie einfügt. Bartoli bestätigt sich erneut als Meisterin der Verbindung von Ausdruckskraft und vokaler Disziplin, mit einem Phrasieren von beispielhafter Klarheit und Feinheit.
An ihrer Seite brillierte Mélissa Petit als Amenaide mit einem geschliffenen Timbre und einer sorgfältig auf Atmung und Wortausdruck gebauten Gesangslinie. In der Cavatine „Come dolce all’alma mia“ verband der junge Sopran Klangschönheit mit präziser Intonation und überzeugte auch im Zusammenspiel mit dem Chor der Opéra de Monte-Carlo, bestens vorbereitet von Stefano Visconti.
Im dramatischeren Repertoire fiel die Wahl auf Otello: Sergey Romanovsky zeichnete einen leidenschaftlichen, dabei stets technisch kontrollierten Mohren. Die Cavatine „Ah! sì, per voi già sento“ erklang mit tragfähigem, klarem Gesang, der auch in Momenten größter Erregung nichts an Klarheit verlor. Die Balance zwischen Lyrik und Spannung fand im Duett mit Desdemona ihren Höhepunkt, in dem der russische Tenor mit Bartoli in vollkommener musikalischer Komplizenschaft agierte. Das Duett „Eccomi giunto inosservato“ – „Non arrestar il colpo“ bestach durch erzählerische Kohärenz und rhythmische Präzision: Jeder Akzent, jede Nuance stand im Dienst der dramatischen Aktion.
Desdemonas Szene mit der Weidenlied-Ballade und dem Gebet „Deh calma, oh Ciel“ gehörte zu den eindringlichsten Momenten des Abends. Bartoli verzichtete auf jede pathetische Übertreibung und wählte einen kontrollierten Gesang, getragen von sicherer Intonation und bewusst eingesetzten Klangfarben – Ausdruck, der aus innerer Konzentration und aus einem tiefen Verständnis für den dramatischen Gehalt des Textes hervorging.
Bass Giorgi Manoshvili überzeugte in Assurs Arie „Il dì già cade“ aus Semiramide mit kompakter Gesangslinie, tragfähigem Mittelregister und artikulatorischer Klarheit, die jedes Wort verständlich machte. In Mustafàs Arie aus L’italiana in Algeri zeigte er rhythmisches Gespür und präzise Silbengliederung – ohne jede Karikatur, doch mit dem ihm eigenen Buffo-Charme.
Das Programm umfasste zudem die Sinfonie aus Maometto II, vom Orchester mit Elan und feinem Gespür für das Gleichgewicht zwischen klanglicher Wucht und farblicher Raffinesse interpretiert. In Annas Gebet „Giusto Ciel, in tal periglio“ bewies Mélissa Petit musikalische Sensibilität und technische Festigkeit, mit kontrolliertem Vibrato und schlank geführter Linie.
Romanovsky rundete seinen Auftritt mit der Cavatine des Argirio „Se amistà verace e pura“ aus Tancredi ab: makellose Klangprojektion, präzises Phrasieren und eine Atemführung, die auch anspruchsvollste Passagen souverän meistert.
Den offiziellen Abschluss des Abends bildete das Finale I aus L’italiana in Algeri mit dem berühmten Concertato „Nella testa ho un campanello“ – eine Darbietung von federnder Leichtigkeit und technischer Präzision: straffe Tempi, tadellose Artikulation, sorgfältig modellierte Dynamik. Ein kollektiver Höhepunkt, der die Geschlossenheit des vokalen wie instrumentalen Ensembles eindrucksvoll unter Beweis stellte.
Das Publikum feierte alle Mitwirkenden mit begeistertem Applaus und einem Reigen verdienter Zugaben: „Il vecchiotto cerca moglie“ (Petit), Tarantella (Romanovsky), „Una voce poco fa“ (Bartoli), „La calunnia…“ (Manoshvili) – ehe alle gemeinsam in einem heiteren „Mi par d’esser con la testa“ den Abend beschwingt beschlossen.
La locandina
Direttore | Gianluca Capuano |
Mezzosoprano | Cecilia Bartoli |
Soprano | Mélissa Petit |
Tenore | Sergey Romanovsky |
Basso | Giorgi Manoshvili |
Chœur de l’Opéra de Monte-Carlo | |
Les Musiciens du Prince — Monaco | |
Elementi dei Würth Philharmoniker | |
Chœur de l’Opéra de Monte-Carlo | |
Maestro del Coro | Stefano Visconti |
Programma: | |
Sinfonia da Tancredi | |
Recitativo e cavatina di Tancredi ‘Oh patria!’ – ‘Di tanti palpiti’ da Tancredi | |
Cavatina e coro di Amenaide ‘Come dolce all’alma mia’ da Tancredi | |
Aria di Assur ‘Il dì già cade’ da Semiramide | |
Cavatina e coro di Otello ‘Ah! sì, per voi già sento’ da Otello ossia Il moro di Venezia | |
Coro ‘Santo Imen!’ da Otello | |
Canzone del salice e preghiera di Desdemona ‘Assisa a pie’ d’un salice’ – ‘Deh calma, oh Ciel’ da Otello | |
Scena e duetto Desdemona/Otello ‘Eccomi giunto inosservato’ – ‘Non arrestar il colpo’ da Otello | |
Non arrestar il colpo” / “Notte per me funesta | |
Coro ‘Ergi omai la fronte altera’ da Semiramide | |
Aria di Argirio ‘Se amistà verace e pura’ da Tancredi | |
Sinfonia da Maometto II | |
Preghiera di Anna ‘Giusto Ciel, in tal periglio’ da Maometto II | |
Aria di Mustafà ‘Già d’insolito ardore’ da L’italiana in Algeri | |
Finale I ‘Nella testa ho un campanello’ da L’italiana in Algeri |
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!