Salisburgo: la Laguna si fa Suono

Il Matinée tutto sulle acque della Laguna  – penultimo appuntamento del Festival di Pentecoste – ha offerto molto più di un concerto, configurandosi come un percorso poetico tra materia sonora e memoria, con la forza dell’interrogazione esistenziale e la coerenza di un gesto unitario. 

L’impaginato, pensato con cura quasi drammaturgica, si è articolato in un’unica parabola espressiva, muovendosi tra dissoluzione tonale, ombre romantiche e rarefazioni elettroniche. L’accostamento tra il repertorio romantico, le avanguardie del secondo Novecento e la scrittura vocale wagneriana non ha mai suggerito una giustapposizione, bensì un continuo fluire, un’eco fra epoche, timbri e poetiche.

Tamara Stefanovich  – giunta a sostituire in corsa l’indisposto Markus Hinterhäuser – ha aperto il lungo piano sequenza pianistico con la Sonata op. 1 di Alban Berg, restituendone con lucidità il nervo strutturale e il pathos interno. In questa partitura di transizione, già attraversata da inquietudini post-tonali, la pianista ha dato rilievo al moto fluido della forma, proiettando un’ombra espressiva che ha trovato naturale prosecuzione nei due Nuages gris di Liszt, rarefatti e sospesi, dove l’eloquenza si disfa in una scrittura intima e quasi interrogativa.

Con Perduto in una città d’acque di Salvatore Sciarrino, il discorso si è fatto ancora più impalpabile: Stefanovich ha affrontato il silenzio come materia musicale, articolando la frantumazione timbrica con controllo assoluto, senza mai cadere nell’effetto. L’ascolto si è fatto prossimità, presenza, vertigine. In questo snodo centrale, il pensiero timbrico ha preparato l’ingresso di …..sofferte onde serene… di Luigi Nono, dove l’elettronica in tempo reale, affidata alla cura dello SWR Experimentalstudio sotto la direzione di Michael Acker, ha amplificato l’eco memoriale del pianoforte. La resa tecnica è stata esemplare, al servizio di una tensione emotiva trattenuta, intensa, mai ostentata.

Le due versioni de La lugubre gondola e Am Grabe Richard Wagners, insieme a R. W. — Venezia, hanno segnato il ritorno a Liszt, ma in una luce ormai trasformata: memoria, lutto e trasfigurazione si sono fatti i veri protagonisti. La continuità con la scrittura di Nono è apparsa naturale, nel segno di un pensiero musicale che si interroga sul suono come traccia, ombra, riflesso.

L’ingresso di Matthias Goerne per l’esecuzione dei Wesendonck-Lieder di Wagner ha portato la parola al centro del discorso musicale, senza stravolgere l’atmosfera costruita. La sua vocalità, sempre controllata, profonda, capace di sfumature infinite, ha trovato in Stefanovich una partner perfetta, e nell’ambiente sonoro precedentemente scolpito un contesto di risonanze sottili.

I cinque Lieder non sono stati un punto d’arrivo, ma una nuova soglia, dove l’idea wagneriana di “melodia infinita” ha risuonato come eco di tutte le musiche precedenti.

Il pubblico, concentrato come non mai, ha tributato un successo caloroso e meritatissimo alla fine di un concerto  dove ogni pagina è parsa anecessaria, in ascolto della precedente e anticipazione della successiva.

Alessandro Cammarano
(9 giugno 2025)

Deutsche Version

Im Herzen des Klangs: Stefanovich, Goerne und das SWR Experimentalstudio auf einem visionären Klangweg

von [Name des Rezensenten]

Der Konzertabend im [Name des Saals oder Festivals] war weit mehr als eine bloße Aufführung – er war eine klanglich-poetische Erfahrung, ein dramaturgisch durchdachter Parcours durch Erinnerung, Vergänglichkeit und kontemplative Tiefe. In einem fein gewobenen Spannungsbogen verband sich spätromantische Introspektion mit avancierten Klangsprachen des 20. Jahrhunderts – nie als bloße Gegenüberstellung, sondern als ein durchhörbarer Strom ästhetischer und existenzieller Reflexion.

Tamara Stefanovich eröffnete den Abend mit Alban Bergs Sonate für Klavier op. 1, deren formale Klarheit und innere Dringlichkeit sie mit klanglicher Präzision und strukturellem Bewusstsein herausarbeitete. Bereits hier zeichnete sich die programmatische Linie des Abends ab – eine Bewegung vom Ausdruck zur Essenz, vom Deklamatorischen zum Verdichteten. Die anschließenden Nuages gris von Franz Liszt wurden zu ephemeren Gebilden aus Klang und Stille – eine Musik, die sich beinahe dem Hören entzieht und so ihre tiefste Wirkung entfaltet.

In Perduto in una città d’acque von Salvatore Sciarrino offenbarte Stefanovich eine Meisterschaft im Umgang mit den feinsten dynamischen Abstufungen. Die brüchigen, flüchtigen Gesten des Werks verwandelte sie in eine fragile Topografie aus Hauch, Berührung und Andeutung. Diese Intimität leitete über zu Luigi Nonos …..sofferte onde serene…, in dem das SWR Experimentalstudio unter der klangregisierenden Leitung von Michael Acker eine elektronische Präsenz schuf, die nicht begleitet, sondern atmet, erinnert, spricht. Der Dialog zwischen dem live gespielten Klavier und dem vom Band kommenden Klangmaterial geriet zur bewegenden Meditation über Verlust und Erinnerung – ein leises, doch nachdrückliches Statement.

Die Rückkehr zu Liszt mit den beiden Fassungen von La lugubre gondola, Am Grabe Richard Wagners und R. W. – Venezia war kein Bruch, sondern eine organische Fortsetzung des zuvor Gehörten. Diese späten Werke, selbst Reflexionen über Tod, Freundschaft und Transzendenz, erschienen durch die klangliche Aura des zuvor Gehörten in neuem Licht. Die pianistische Interpretation blieb auch hier frei von Pathos, stets dem klanglichen Detail verpflichtet, der Stille lauschend.

Mit dem Eintritt von Matthias Goerne für Richard Wagners Wesendonck-Lieder vollzog sich ein Wechsel des Fokus – vom klanglichen zum poetisch-vokalen Ausdruck, ohne jedoch die zuvor etablierte Atmosphäre zu durchbrechen. Goernes Stimme, reich an Nuancen, dunkel gefärbt und doch von großer Beweglichkeit, verlieh den fünf Gedichten Tiefe und Innerlichkeit. Im Zusammenspiel mit Stefanovichs feinsinnigem Klaviersatz entstand eine Interpretation von erhabener Intimität, in der Wagners Idee der „unendlichen Melodie“ nicht als bloße Rhetorik, sondern als hörbare Wirklichkeit erfahrbar wurde.

Was wie ein facettenreiches Programm anmutet, erwies sich in seiner Ausführung als durchkomponiertes Ganzes – ein musikalischer Bogen, der sich vom frühen 20. Jahrhundert bis zur spätromantischen Vokaltradition spannt, ohne seine innere Geschlossenheit zu verlieren. Ein exemplarischer Abend, der das Potenzial klug kuratierter Konzertdramaturgie ebenso unter Beweis stellte wie das Vermögen großer Künstler:innen, aus Klang Bedeutung zu formen.

La locandina

Pianoforte Tamara Stefanovich
Baritono Matthias Goerne
Sound Director Michael Acker
Elettronica SWR Experimentalstudio
Programma:
Alban Berg
 Sonata per pianoforte op. 1
Franz Liszt
Nuages gris S. 199
Salvatore Sciarrino
Perduto in una città d’acque, per pianoforte
Franz Liszt
La lugubre gondola S. 200/1
Luigi Nono
…..sofferte onde serene…, per pianoforte e nastro (perMaurizio Pollini)
Franz Liszt
La lugubre gondola S. 200/2
Am Grabe Richard Wagners S. 202
R. W. — Venezia
Richard Wagner
Cinque poemi per voce e pianoforte WWV 91 —‘Wesendonck-Lieder’
I. Der Engel
II. Stehe still
III. Im Treibhaus
IV. Schmerzen
V. Träume

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.