CD: le arie dall‘Adelaide di Gennaro D’Alessandro
Il nuovo lavoro discografico della TACTUS “Arie dall’opera Adelaide” dedicato all’Ottone di Gennaro D’Alessandro, nominato agli ICMA Awards 2025 nella sezione Vocal Baroque, rappresenta una tappa fondamentale per la riscoperta del repertorio napoletano settecentesco. L’opera, creduta perduta dopo i bombardamenti di Dresda, è stata ricostruita da Giovanni Tribuzio attraverso un accurato lavoro sulle fonti, restituendo alla fruizione un capitolo significativo della circolazione europea del dramma per musica. La partitura, infatti, venne successivamente rielaborata come Adelaide, regina d’Italia e rappresentata con grande successo a Praga, Lipsia e Amburgo nel 1744: un destino che attesta la fortuna e la duttilità della scrittura di D’Alessandro.
Occorre tuttavia precisare che il programma discografico riflette pienamente la natura composita del pasticcio settecentesco: non tutte le arie sono di D’Alessandro. L’Ouverture a quattro strumenti in sol maggiore è sua, così come Se per me tu senti amore, Arrida il ciel sereno, Tuona il cielo e spaventato, Da te lontan, mia vita, T’inganni se speri, Stringer fra lacci un core e Se vive amante un core. A questi si affiancano Tornerò fra le catene di Pietro Chiarini, La fronda, che circonda di Santo Lapis e Quel basso vapore di autore anonimo.
Tale varietà non riduce, anzi amplifica l’interesse del disco, mostrando concretamente il meccanismo di riuso e adattamento che regolava la prassi teatrale del tempo.
Il Benedetto Marcello Baroque Ensemble, guidato da Ettore Maria Del Romano, affronta la partitura con coesione e misura. L’equilibrio fra archi e fiati, il sostegno costante del basso continuo e la cura della declamazione dei recitativi garantiscono una lettura stilisticamente sorvegliata, lontana da ogni compiacimento virtuosistico.
La parte vocale è affidata al soprano maschile Francesco Di Vito. La sua voce, naturalmente esile, non sempre riesce a sostenere le sezioni di più marcata tensione patetica; ma il fraseggio, il controllo delle agilità e la chiarezza di dizione rendono la sua interpretazione coerente e funzionale, con momenti di particolare efficacia nelle arie di carattere elegiaco.
La sequenza delle arie illustra con chiarezza la varietà affettiva del dramma: Arrida il ciel sereno (D’Alessandro) si distingue per plasticità melodica, Pensa a chi geme in pianto – qui sostituita da Tornerò fra le catene di Chiarini – per l’elegia interiore, Tuona il cielo e spaventato per la scrittura drammatica, La fronda, che circonda (Lapis) per il tono brillante, fino a Se vive amante un core che chiude con serena conciliazione.
Il disco si configura dunque non solo come un recupero filologico di rilievo, ma anche come un modello esecutivo improntato a chiarezza retorica e sobrietà stilistica. Un passo importante verso la rivalutazione di un compositore e di un repertorio che meritano pieno riconoscimento all’interno del panorama musicale del Settecento europeo.
Alessandro Cammarano
| Gennaro D’Alessandro | |
| Arie dall’opera Adelaide. Hamburg, 1744 | |
| Francesco Divito, sopranista | |
| Orchestra barocca “Benedetto Marcello” di Teramo | |
| Ettore Maria del Romano, direttore | |
| Testo musicologico, Giovanni Tribuzio | |
| TACTUS | |
| Codice TC710401 |




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